Gentile direttore, leggo con piacere la vostra bella rivista e nel panorama giornalistico attuale è tra le poche letture che apprezzo. Non sono stato alpino né ho vissuto la naja per motivi di età (classe 1985, al momento della chiamata ero impegnato con gli studi e la domanda di rinvio si tradusse in esenzione), ma stimo questo Corpo che si distingue tra le Forze Armate. Amante della storia e interessato alla Grande Guerra e alla storia contemporanea, per passione personale e per gli studi universitari compiuti, intendo con questa mia complimentarmi per il tono serio ed elegante con cui gestisce la posta che riceve da parte dei lettori. Oltre che per la competenza e la semplice prosa con cui vengono presentate le storie alpine che si sono intrecciate e che si intrecciano ancora alla vita del nostro Paese. In particolare una frase mi ha fatto molto riflettere, circa le contestazioni avvenute negli Stati Uniti e nel mondo contro simboli e monumenti delle storie patrie. Cito: “… perché la caratteristica del nostro tempo è che l’individualismo del sentire si è trasformato in un moralismo variopinto, per cui nulla va più bene a nessuno”. Vi si percepisce lo spirito di chi sa leggere le pagine del tempo e credo riassuma molto bene il vivere confuso e spesso frantumato dei nostri giorni. Con l’augurio che lo spirito critico non perisca mai, saluto cordialmente.
Francesco Cirasa
Caro Francesco grazie dei complimenti, che ci onorano. L’attenzione di un giovane di 35 anni, che legge con tanta attenzione ciò che comunichiamo, ci riempie di orgoglio e ci stimola a fare sempre meglio. Grazie ancora, Francesco e, alla prima occasione, un brindisi non ce lo toglie nessuno.