Un Alpino con l’ancora

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    Snella ed elegante, ma imponente al tempo stesso, forte delle sue 6.700 tonnellate di dislocamento e dei suoi 144 metri di lunghezza, nave Alpino ha attraccato al molo dei Bersaglieri di Trieste per partecipare alla grande festa in occasione della conclusione della Staffetta che partita da Ventimiglia ha toccato in una sorta di pellegrinaggio storico-geografico le località più significative della storia delle penne nere. La modernissima fregata della Marina Militare è, a partire dal 1909, la quarta unità nella storia dell’arma a portare il nome di Alpino e adotta il motto storico del Corpo “Di qui non si passa”, coniato nel 1888 dal generale Luigi Pelloux, primo ispettore degli alpini.

    Il primo Alpino era un cacciatorpediniere, in servizio nella Regia Marina dal 1909 al 1928, il secondo fu un altro cacciatorpediniere in servizio dal 1938 al 1943, protagonista vittorioso di numerosi scontri navali, prima di essere affondato nel porto di La Spezia nel corso di un bombardamento inglese sulla città ligure. La terza Alpino è stata una fregata in servizio dal 1967 al 2006 (prima nave a stabilire un record di permanenza in mare nel 1973, raggiungendo il Labrador in 496 ore percorrendo 7315 miglia).

    L’attuale nave Alpino è stata consegnata alla Marina a settembre del 2016 e appartiene alla classe Bergamini, realizzata nell’ambito del programma Fremm (Fregata europea multi missione) condiviso con la Francia, che per la nostra Marina prevede dieci unità, di cui otto già in servizio e due di prossima costruzione in sostituzione delle due, nuove di fabbrica, girate all’Egitto. Contrassegnata dal distintivo ottico F594, la nave è la quarta e ultima di quelle costruite avendo come vocazione primaria la lotta antisommergibile, per la quale può avvalersi di una dotazione di sistemi di scoperta molto sofisticata, oltre a disporre di due cannoni Oto Melara da 76 mm, dotati di munizionamento guidato, e di sedici pozzi verticali per il lancio di missili, soprattutto in funzione antiaerea.

    Spinta da due turbine a gas, accoppiate a motori elettrici, la nave raggiunge i 27 nodi di velocità massima (50 km/h) e può navigare per 6mila miglia (11.100 km) a 15 nodi. A Trieste l’Alpino non solo ha onorato con la sua presenza l’appuntamento con la staffetta, ma ha anche aperto i suoi ponti al pubblico per una serie di visite che sono state molto apprezzate, sia per la bellezza anche tecnica del mezzo, sia per la gentilezza e la cordialità dell’equipaggio. A cominciare dal comandante, capitano di fregata Danilo Panti, che ha accompagnato personalmente in una dettagliata visita anche il nostro Presidente Sebastiano Favero e il comandante delle Truppe Alpine, gen. C.A. Ignazio Gamba. Alcuni membri dell’equipaggio hanno anche corso l’ultima parte della staffetta accanto agli alpini, sino a giungere nella grande piazza dell’Unità d’Italia, a suggello di un rapporto tra marinai e penne nere che dura ormai da ben oltre un secolo.

    ma.cor.