Tricolori su 150 cime

    0
    73

    Non era l’ascensione più difficile, ma quella sulla vetta del Lagazuoi può essere considerata simbolicamente rappresentativa della scelta del Comando Truppe Alpine dell’Esercito di salire su 150 cime dell’arco alpino ed appenninico, per celebrare nel modo che più caratterizza la nostra specialità militare il 150° anniversario di costituzione del Corpo degli alpini. Attorno al croce ferrea, a 2.835 metri, si sono riuniti alpini in armi, guidati dal comandante delle Truppe Alpine, gen. C.A. Ignazio Gamba, accompagnato dal comandante del Comando operativo di vertice interforze, gen. C.A. Francesco Paolo Figliuolo e alpini dell’Ana, con il Labaro dell’Associazione e il Presidente nazionale Sebastiano Favero. Ospiti d’onore, anche loro saliti a piedi, i componenti della Commissione Difesa della Camera, onorevoli Aresta, Deidda, Ferrari, Frusone e Rizzo, che hanno trascorso due giorni con le penne nere, toccando con mano spirito di Corpo e tradizioni che le contraddistinguono.

    Sotto lo sguardo di numerosi escursionisti, coinvolti con grande partecipazione, la cerimonia ha ripetuto lo schema pensato per le ascensioni (compatibilmente con le caratteristiche della cima). Ovvero alzabandiera, accensione di fumogeni tricolori e lettura della Preghiera dell’Alpino. In questo caso lo spazio ha consentito anche un interessante inquadramento topografico e storico e brevi discorsi delle autorità, che hanno sottolineato il significato dell’iniziativa e rimarcato l’inscindibile legame tra alpini in armi e alpini in congedo, “due facce della stessa medaglia”.

    È stato un momento molto coinvolgente, con la corona incomparabile di Tofane, Conturines, Antelao, Civetta, Marmolada, Sorapis e Pelmo. Uno scenario, che con l’inquadramento storico, ha creato grande suggestione, in memoria di quanti qui hanno combattuto nel ’15-’18. Ma luglio è stato costellato da una vera raffica di ascensioni (l’elenco completo lo trovate sul nostro sito www.alpini150.it), affidate alla gestione delle brigate, Taurinense e Julia e al Centro Addestramento Alpino di Aosta (che ha portato la Bandiera sul Monte Bianco). In Piemonte i reggimenti della Taurinense sono stati protagonisti di circa metà delle ascensioni, affrontando con 1.200 uomini e donne 90mila metri di dislivello. Nei magnifici scenari delle Alpi friulane e sulle Dolomiti impegnati nell’attività sono stati invece i reggimenti della Julia. Notevole lo sforzo logistico, con circa 500 alpini che han realizzato decine di campi, per assicurare i pasti e la sistemazione in tenda per i marcianti, oltre a garantire i collegamenti radio.

    Tra le cime piemontesi raggiunte dagli alpini della Taurinense, il Monte Rosa, il Viso Mozzo, l’Argentera, il Monte Granero, il Monte Albergian, la Cima Corborant, la Punta Rocchetta. In Abruzzo gli alpini si sono misurati con le vette più elevate su Gran Sasso d’Italia e sulla Majella. Raggiunte anche vette di valenza storica come lo Chaberton (con un drappello di Chasseurs Alpins francesi) e il Colle del Turlo (sulla strada costruita dagli alpini), più altre in territori di tradizione alpina o teatro di eventi bellici. Per la Julia i reggimenti hanno asceso le cime più importanti di Friuli, Veneto ed Alto Adige: sulla vetta del Monte Canin, ad esempio, è salita la Bandiera dell’8° reggimento. Altre cime raggiunte sono Ortles, Gran Zebrù, Sass Pordoi, Prima Torre del Sella, Monte Creta Forata, Col di Lana, Monte Sief, Monte Luco e Picco Ivigna.

    Ad alcune ascensioni hanno preso parte i soci Ana e molte Sezioni e Gruppi hanno organizzato diverse cerimonie commemorative e facilitato la logistica degli alpini in armi. Inoltre, numerose Sezioni hanno voluto aggiungere ascensioni su monti non nell’elenco ufficiale delle “150” ma egualmente significativi per i loro territori. Fumogeni tricolori, quindi, si sono levati su quasi duecento cime delle nostre bellissime montagne.

    Massimo Cortesi