Trieste, eccoci

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    Il 20 giugno a Morbegno (Sondrio), gli alpini in servizio si sono passati la Fiaccola della memoria e della tradizione alpina: dalle mani del comandante della Taurinense, gen. Nicola Piasente, a quelle del comandante della Julia, gen. Fabio Majoli, che l’ha subito ceduta ai tedofori del 5º Alpini, precisamente al comandante del battaglione Morbegno. Gli alpini in servizio, assieme alle penne nere dell’Ana, si sono così diretti alla volta di Trieste, dopo essere partiti da Ventimiglia, “la porta occidentale d’Italia”, passando da Sondrio, Brescia, Verona, Vicenza, Bassano del Grappa, Trento, Merano, Bolzano, San Candido, Cortina, Longarone, Vittorio Veneto, Conegliano, Pordenone, Tolmezzo, Gemona, Palmanova, Gorizia, Cividale del Friuli e Udine.

    Le tappe dal 21 giugno al 2 luglio hanno visto crescere lentamente ma in maniera esponenziale il seguito e il calore che cittadini e alpini hanno riservato alla celebrazione del 150º del Corpo degli Alpini. Infatti, per chi come me ha avuto il piacere di gestire la parte stampa, gli articoli, le interviste, le foto e i video di queste dodici tappe, ha potuto constatare con emozione come da città in città l’attenzione aumentasse in direzione della nostra zona, il Friuli-Venezia Giulia. Devo ringraziare i collaboratori con i quali ho condiviso questa esperienza: il maresciallo capo Fabio Marchiori del 7º Alpini di Belluno, operatore drone e fotografo, che è stato al seguito della staffetta i primi giorni; durante la seconda settimana il caporal maggiore scelto Simone Mirino, dell’8º Alpini di Venzone ha proseguito le riprese dall’alto, sempre con il drone, fino alla conclusione di Trieste; il caporal maggiore scelto con qualifica speciale Fabio Baccello, del mio ufficio al Comando brigata di Udine è stato impiegato per tutto il periodo in qualità di videomaker e fotografo, nonché i tre graduati conduttori del Reparto Comando e Supporti Tattici Julia, Daniele Mingoia, Francesco Angelino e Gerardo Battista.

    Dalla Lombardia al Trentino-Alto Adige, dal Veneto al Friuli-Venezia Giulia, l’ampio risalto degli organi di stampa e delle televisioni locali oltre alla presenza sempre puntuale e massiccia delle penne nere delle varie Sezioni e dei Gruppi Ana, hanno dato la giusta importanza all’evento, sottolineando così l’operato di tutti gli alpini in questi primi 150 anni di storia. L’arrivo a Trieste, sabato 2 luglio, è stato veramente emozionante. Una delle piazze sul mare più affascinanti al mondo, piazza Unità d’Italia, gremita di militari in armi, alpini in congedo, autorità ai massimi livelli e tantissimi triestini; le mostre di automezzi, i gazebi informativi, un colpo d’occhio veramente emozionante che difficilmente sarà dimenticato. Potrei condividere tantissime emozioni, raccontando minuziosamente i particolari di quanto avvenuto durante i passaggi della staffetta nelle città, mi limito solo a lasciarvi alcune impressioni.

    I complimenti vanno a tutti i Presidenti delle Sezioni e ai Capigruppo delle città che hanno visto passare la Staffetta: piazze, strade, monumenti e sacrari erano sempre gremiti di penne nere e cittadini. Bellissima poi la presenza dei giovani: anche se le scuole erano oramai chiuse da qualche giorno, alcuni ragazzi delle squadre sportive, hanno affiancato la nostra Staffetta. Come a Edolo, dove una decina di ragazzi della Nuova Camunia 2015, squadra di calcio, incrociata prima di arrivare in centro città, composta da esordienti del 2009 e del 2010 ha fatto ingresso in paese con gli staffettisti col cappello alpino; anche a Udine, le ragazze dell’Aurora Volley, hanno accompagnato l’ingresso della fiaccola per gli ultimi due chilometri, dalla periferia della città, fino alla centralissima Piazza Libertà.

    E ancora, i bambini del centro vacanze di Torreano, nella zona di Cividale del Friuli, che hanno riservato alla Staffetta un’accoglienza calorosa e i piccoli della scuola dell’infanzia di Remanzacco, alle porte di Udine, che hanno cantato l’inno nazionale all’unisono con gli alpini. Senza dimenticare la presenza dei “baschi neri” delle due brigate: il Nizza Cavalleria 1º della Taurinsense e il Piemonte Cavalleria 2º, della Julia, da quasi dieci anni nelle Truppe Alpine che con fierezza ed altissimo senso di appartenenza si sono uniti alle penne nere in questi mille chilometri di staffetta. Riguardando le centinaia di foto scattate, la più simpatica è stata sicuramente quella del robot dei guastatori del Genio della Julia che con la picozza “pinzata” ha percorso un tratto con la staffetta, fino al Doss Trento.

    Massimo Blasizza

    Foto e approfondimenti su www.alpini150.it e www.ana.it