UDINE – Addio tenente Fonzari

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    Il 21 febbraio scorso, il tenente del Genio alpini Giuseppe Fonzari è “andato avanti”. Classe 1922, arruolato nel febbraio del 1943 a Cento (Ferrara) quale allievo ufficiale del Genio, fu subito travolto dai drammatici avvenimenti connessi con le vicende del 25 luglio e dell’8 Settembre di quel tragico anno. Trasferito a Trani, con il suo corso fu dapprima attaccato dai tedeschi il 14 settembre e poi fatto prigioniero dagli alleati. Arruolatosi volontario nel 1º raggruppamento motorizzato Italiano iniziò la sua partecipazione alla guerra di Liberazione. Il raggruppamento, come noto, ebbe un cruento battesimo del fuoco a Montelungo l’8 dicembre 1943. Fonzari non partecipò all’attacco perché impegnato in operazioni di sminamento in zona poco distante. La bonifica dei numerosissimi campi minati lasciati dai tedeschi in ritirata, divenne la sua principale, pericolosissima attività. Inquadrato successivamente nel btg. Piemonte, partecipò attivamente al consolidamento delle difese di Monte Marrone, conquistato alla fine di marzo del 1944 dagli alpini, posando un efficacissimo campo minato difensivo. I tedeschi contrattaccarono il giorno di Pasqua e furono respinti dagli alpini. Le mine posate dai guastatori ebbero parte determinante nel respingimento dei feroci Alpenjeger. Con il Corpo Italiano di Liberazione, Fonzari, pur ferito leggermente da una scheggia di bomba di mortaio, continuò la sua “guerra di liberazione” bonificando dalle mine, strade, ponti e ferrovie anche se molti genieri perirono accanto a lui. Ferito una seconda volta in un incidente stradale, partecipò successivamente alla ricostruzione di ponti, strade e fabbricati. Testimone attivo in molti altri episodi bellici, Fonzari risaliva con il suo reparto la Penisola. Nella prima settimana di maggio 1945 si ritrovò nella natia Aquileia, dopo oltre due anni di assenza trascorsi in uniforme a combattere, come “guastatore del Genio alpini” per la liberazione dell’Italia. Le sue esequie, a causa del Coronavirus, hanno avuto luogo mestamente il 24 febbraio scorso sul sagrato della basilica, alla presenza di pochi parenti e di una compatta, minuscola delegazione di alpini con il vessillo della Sezione di Udine e il gagliardetto di Aquileia e Cervignano del Friuli.