‘…Tutti vivi all’assalto!’ Prefazione

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    ALFIO CARUSO
    TUTTI I VIVI ALL’ASSALTO
    Russia, settembre 1942 marzo ’43
    L’epopea degli alpini
    dal Don a Nikolajewka
    euro 17,00
    Ed. Longanesi, corso Italia 13
    25122 Milano tel. 02 802061
    www.longanesi.it
    e mail: info@longanesi.it

    Si viene presi da un turbine di sentimenti nel leggere Tutti i vivi all’assalto, fondamentale libro di Alfio Caruso che uscirà a metà di questo mese di gennaio e che l’autore, in omaggio agli alpini, al cui mondo è profondamente legato, ha voluto presentarci in anteprima. È la cronaca dell’epopea dell’Armata italiana in Russia e di quegli alpini che furono mandati in guerra male equipaggiati, peggio riforniti, in condizioni di netta inferiorità non soltanto nei riguardi dell’alleato tedesco ma soprattutto di un avversario il cui potenziale bellico era pressoché infinito.
    Libro fondamentale, si diceva, cronaca di un’epopea nella quale la figura dell’alpino emerge come un gigante, protagonista di azioni sovrumane, al di sopra dell’immaginabile. Capace di sopportare sofferenze infinite, di grande umanità anche nei momenti più terribili, di grande eroismo in situazioni disperate. E infine, capace di andare incontro alla morte perché sa che il suo dovere glielo impone.
    Libro fondamentale, si diceva, diverso da tanti altri scritti in questi ultimi anni, troppi dei quali si somigliano soprattutto per la mancanza di una rigorosa ricerca e documentazione, senza una visione d’assieme che inquadri gli episodi che raccontano.
    Anche questo libro di Caruso autore di un’altra grande opera recente, Italiani dovete morire, primo atto di Resistenza del nostro esercito, tragedia della divisione Aqui a Cefalonia vittima di un barbaro eccidio non è un romanzo, anche se si legge come un romanzo per la semplicità e l’eleganza della scrittura. Alla serietà della ricerca del giornalista, egli aggiunge infatti il rigore dello storico, ed ecco quest’opera che disegna la campagna di Russia dal primo giorno: la partenza dei nostri alpini, lo scanzonato coraggio misto all’incoscienza dei vent’anni, la convinzione per molti di compiere un dovere rispondendo all’appello della Patria, la certezza di una repentina vittoria. Fino al drammatico ritorno.
    La cronaca di questi eventi ricostruiti sessant’anni dopo si differenzia da tante altre perché non è autobiografica ma scaturisce da una scrupolosa ricerca storica, ha una visione d’insieme costituita tuttavia da una miriade di singoli episodi recuperati con stupefacente ricchezza e che si inquadrano nell’intero scenario della campagna dell’Armir.
    È come se fossimo con quei soldati, con quegli ufficiali, con le loro famiglie dalla vigilia della guerra fino al ritorno dei superstiti, e vivessimo con i nostri soldati, giorno dopo giorno, quella rovinosa avventura. Emergono le pesanti responsabilità
    del regime, le altrettanto pesanti responsabilità degli Stati Maggiori, i colpevoli silenzi di molti. E, per contro, l’abnegazione, l’amore di Patria dei nostri soldati che in condizioni estreme andavano incontro alla morte pur di non cedere di un metro, pur di salvare un compagno, gridando Viva l’Italia! . Noi vorremmo dire tanto di questo libro che consigliamo a tutti, soprattutto ai giovani e del quale nessuna pagina è inferiore alla prima. Superando il non piccolo imbarazzo della scelta ne pubblichiamo in esclusiva due stralci. Uno è tolto dalle pagine del contrattacco russo del novembre 1942; il secondo anticipa la battaglia di Nikolajewka, con le nostre eroiche divisioni alpine Cuneense, Tridentina e Julia, unitamente alla divisione di fanteria Vicenza, impegnate in un calvario sul quale pagarono un pesantissimo tributo di sangue. (g.g.b.)