In Kirghizistan un Pik Alpini

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    Il nome dato da una spedizione italiana a una vetta scalata per la prima volta.


    I membri della spedizione.


    Nell’agosto scorso alcuni alpinisti italiani, tra cui il socio della sezione ANA di Reggio Emilia, Giulio Bottone, sono andati nel Kirghizistan con una spedizione per
    celebrare il 2002 Anno Internazionale delle Montagne, organizzata dalla sezione CAI di Modena. Era diretta da Claudio Melchiorri e composta dagli alpinisti modenesi Maurizio Ferrari, Massimo Bertoni, Francesco Rubbiani e Virginia Cappi.
    L’obiettivo era alpinistico esplorativo, ovvero sistemare un campo base nell’area di Kokshall Too, una catena montuosa del Tien Shanh in gran parte inesplorata che si trova a ridosso della linea confinaria con la Cina, e valutare sul luogo le cime da salire.
    La prima vetta inviolata conquistata dai membri della spedizione è stata il Peak 1, mt. 4580, a soli due giorni dall’arrivo al campo base, che è stato poi ribattezzato Pik Alpini, su proposta dell’alpino reggiano che ha voluto così ricordare tutte le Penne Nere ed anche l’anniversario del 70º anno dalla fondazione della sezione ANA di Reggio Emilia. Le altre cime sono state chiamate Pic Ghirlandina, mt. 5055, Pic Angela mt. 5075, Pic Free Bird mt. 4980, Pic Pikovaia Dama mt. 4645 e Quota 4550.
    La spedizione è stata la prima italiana in quei luoghi e la quinta internazionale ad aver visitato l’area: il risultato finale è stato molto lusinghiero, poiché il team ha collezionato 6 salite di cime inviolate e la ripetizione di 4 altre cime.
    Il toponimo Pik Alpini, come è consuetudine, sarà esaminato insieme a tutti gli altri dati dalle autorità Kirghise e, se tutto andrà bene, ufficialmente sarà assegnato alla vetta conquistata per prima da questa spedizione. Ecco allora che in terra ex Unione Sovietica ci sarà un Pik Alpini, dedicato a tutte le penne nere, prima di tutto a quelle andate avanti, soprattutto quelle dello CSIR e dell’ARMIR, ma anche a tutti coloro che ogni giorno portano con coraggio e coerenza la propria alpinità in mezzo agli altri.



    L’alpino Giulio Bottone sul Picco alpini.