Alla stazione di Monfalcone arrivano gli studenti della terza media della scuola “Divisione Julia” di Trieste e l’area davanti alla piccola stazione si anima di colori, di vivacità e di contagiosa allegria. “Avanti muli, per de qua!”, chiama il burbero alpino Paolo Candotti, maestro di scuola in pensione ed esperto accompagnatore di scolaresche sui luoghi storici della Grande Guerra. Gli altri alpini triestini danno una mano ad intruppare quella trentina di “muleti” triestini.
Tacciono attenti e prendono appunti quando Paolo racconta. Attraversato un breve tratto della periferia di Monfalcone lasciamo l’abitato e ci inoltriamo verso la nostra prima meta: la trincea Joffre, una trincea di seconda linea, in mezzo ad un bosco di pini. La trincea è recentemente stata ripristinata e dotata di cartelli didattici e corrimani per facilitare le visite degli interessati.
Ogni tanto Candotti si ferma, raduna attorno a sé i ragazzi e spiega il panorama storico che coinvolse quella trincea ai tempi dei loro trisnonni. Sembrano quasi increduli quando racconta che a quei tempi il bosco in cui ci troviamo non esisteva: era tutta una pietraia aspra con pochi arbusti secchi e spinosi. Gli altri alpini illustrano la disposizione della trincea, le piazzole, le feritoie, i camminamenti. La fila dei ragazzi si snoda lungo la trincea ed entra nelle ridotte e nei ricoveri sotterranei, e si fa un’idea delle condizioni di quei giovani che combatterono, soffrirono e morirono sul Carso.
Si sale alla “Grotta Vergine” e di là alle trincee di Quota 85 che furono teatro di aspri combattimenti. Infine si va a visitare l’area della rimembranza con il monumento al leggendario bersagliere Enrico Toti. Vivissimo l’interesse degli alunni. L’escursione termina con una veloce merenda, l’immancabile foto di gruppo ed il ritorno per i sentieri del bosco fino alla stazione di Monfalcone. Per quei ragazzi è stata un’esperienza unica.
Dario Burresi