Presenti ovunque

    0
    179

    Corre la memoria. Corre a 43 anni fa. La vettura con cui il col. Alberto Baessato ci accompagna nella visita allo smisurato sedime, attraversa vialetti ormai aggrediti dalla vegetazione, scorre lungo tettoie malmesse e grandi palazzine novecentesche i cui muri reggono bene, ma i cui infissi denotano un abbandono irreversibile. Me la ricordo bene quella finestra, che adesso è rotta, sopra la porta della 52ª compagnia, nel 1979: era quella del mio ufficio di comandante del plotone comando del battaglione Edolo. Decine di migliaia di noi sono passati di qui, nei ranghi della brigata Orobica e della Tridentina (e prima ancora chi si ricorda). Adesso il complesso delle caserme Rossi, Battisti e Polonio, che occupa un’area di ben 37 ettari di fronte all’ippodromo di Merano e che era giunto ad ospitare anche quattromila soldati, è in parte dismesso (la Rossi) e in parte in trasformazione: la Battisti e la Polonio ospitano il reggimento logistico Julia, ma, in base ad un recente accordo, la Battisti (con la Rossi) verrà ceduta alla Provincia di Bolzano, che in cambio sta rimodernando la Polonio (dove c’era Savoia Cavalleria, coi suoi cavalleggeri, da noi scherzosamente chiamati “topi” perché stavano rintanati nei carri armati) ove il reparto, tra pochi anni, troverà collocazione definitiva.

    Questa breve digressione storico-sentimentale- personale aiuta ad introdurre all’oggetto della nostra giornata a Merano, ovvero il reggimento logistico Julia, di cui Baessato è comandante da poco più di nove mesi (dopo esserci già stato altre due volte, come comandante di compagnia e di battaglione). Nonostante l’omonimia non ha legami col disciolto battaglione logistico Julia di Vacile (Pordenone) sciolto nel 2002, ma, in sintesi, trae di fatto origine dal 4º battaglione logistico di manovra Dolomiti, che nel 1981 era di stanza nelle caserme Huber di Bolzano e Mercanti di Appiano (Bolzano). La Bandiera di guerra arriva nel 1988, quando il battaglione in questione diventa, con la stessa denominazione, 24º.

    Nel 2001 passa alla brigata logistica di proiezione di Treviso come 24º reggimento di manovra alpino, per diventare, nel 2015, reggimento logistico Julia, costituito da una compagnia comando e supporto Logistico e da un battaglione logistico a sua volta composto da tre compagnie (Mantenimento, Trasporti e Rifornimento). Meno appariscente di quello dei reparti combattenti, il ruolo di un reparto logistico è in realtà fondamentale, in ogni situazione operativa: il mantenimento dell’efficienza dei mezzi, il trasporto dei materiali, anche in zone lontane, compresi teatri esteri e dei rifornimenti sono essenziali per l’operatività di qualunque unità in azione (chi ha seguito il conflitto in Ucraina ha visto quanto è costato ai russi essere lontani da linee e rifornimenti nella prima fase).

    «Garantiamo supporto di seconda linea alla Brigata – sottolinea il col. Baessato – e, quando necessario, anche supporto areale ad enti territoriali. Ma oltre a fornire automezzi per i trasporti ed interventi di officina, partecipiamo anche ad impegni operativi leggeri in operazioni come “Strade sicure”, che in questi giorni vede nostro personale impegnato a Roma». Anche l’impiego in montagna non viene trascurato, ma visti i numeri su cui può contare il logistico (i militari in servizio sono poco meno di 400), ovviamente questo riguarda poche unità, ma, ricorda il comandante “tutte molto qualificate”, che svolgono ruoli corollari alle attività di Brigata e del servizio Meteomont.

    Frequenti anche gli impegni all’estero (a fine luglio, ad esempio, un gruppo di supporto è partito per il Kosovo e un piccolo contingente è anche in Libia, a supporto del 5º): «Dal ’99 ad oggi – evidenzia Baessato – siamo stati presenti praticamente in ogni missione, tanto che alcuni di noi sono già stati undici volte in missione e io stesso sei volte». All’estero il reggimento fornisce quelli che vengono definiti “pacchetti di capacità” che sono un po’ la ragione d’essere dei reparti conosciuti come Tramat (Trasporto materiali).

    Il prezioso ruolo logistico si esplica ovviamente in occasione anche di ogni grande esercitazione delle Truppe alpine, come ad esempio la “Volpe Bianca” in ambito CaSTA e anche in occasione dell’Adunata nazionale degli alpini. Fedele al suo motto (“Con tecnica e tenacia ovunque”), riportato nello stemma araldico che sta per compiere trent’anni, il Logistico Julia è dunque “discretamente” presente ovunque. Il cappello alpino, che venne concesso al reparto nel 1976, porta la nappina viola, tipica dei logisti, mentre il fregio è quello con ingranaggio alato sormontato dall’aquila delle unità alpine; sulle mostrine la fiamma nera a due punte poggia su un rettangolo azzurro e verde.

    Ottimo il rapporto anche col territorio: in caserma infatti è tuttora attivo il Centro vaccinale Julia, mentre a Rovereto (Trento) il personale sanitario è di supporto al Drive Through Difesa. Nel 2020 si è registrata l’opera di disinfettori tra scuole, edifici pubblici e Rsa anche in Valtellina. «Il lavoro non manca – conclude il col. Baessato – e le motivazioni per il personale di conseguenza non calano. Di sicuro il tempo per annoiarsi non c’è: ogni giorno ci porta una nuova esigenza, che affrontiamo da buoni logisti, con in più il ‘quid’ alpino».

    ma.cor.