TREVISO – Il monumento restaurato

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    Il Gruppo di Chiarano-Fossalta, con un centinaio di alpini e una trentina di aggregati, dal 2015 al 2018, è stato promotore di diverse iniziative culturali, allestendo mostre fotografiche, di oggettistica militare e convegni su vari temi specifici di quella tragedia che ha segnato profondamente il nostro territorio. Quest’anno le penne nere si sono impegnate nell’inaugurazione di un monumento funebre che si trova sul sito dell’ex cimitero militare di Fossalta Maggiore.

    Quest’opera fu realizzata dall’artista austriaco John Elischer nella seconda metà dell’anno di occupazione 1918. Elischer era un ufficiale dell’83º reggimento della fanteria imperiale, reparto che nella seconda metà del 1918 era di stanza a Salgareda (Treviso) e nei periodi di riposo dalla prima linea si acquartierava a Fossalta Maggiore. Il monumento ricorda l’83º reggimento, al tempo di stanza tra Salgareda e Fossalta Maggiore e il 106º reggimento d’assalto, acquartierato a Motta di Livenza.

    Nel 1934 Elischer, che probabilmente aveva conservato i disegni e il progetto del monumento di Fossalta, ne realizzò uno perfettamente identico, all’interno dell’ex caserma dell’83º reggimento, nel paesino di Pinkafeld, nella regione del Burgeland austriaco confinante con l’Ungheria. L’unica differenza con il monumento di Fossalta era la figura del soldato, realizzata in bronzo anziché in marmo.

    Inizialmente nel monumento di Fossalta (come per altro in quello di Pinkafeld), la statua del soldato era dotata anche di un fucile portato a spalla, ma fu ben presto divelta, assieme alla testa del milite, dai vandalismi del dopoguerra e dall’avversione che la popolazione nutriva verso il nemico da poco vinto, per i patimenti subiti dalle forze di occupazione. Dopo questi vandalismi che cancellarono anche la dedica al Reggimento sul lato frontale del cippo, il monumento venne in qualche modo restaurato: il fucile, però, non fu più recuperato e nemmeno fu ripristinata la dedica all’83º Reggimento; occorre rilevare, inoltre, che la testa divelta non venne più collocata nella posizione originale, con lo sguardo rivolto verso il basso in segno di mestizia; disposta in una posizione più eretta, sembra guardare il vuoto in modo assolutamente assente e inespressivo.

    Quello di Fossalta Maggiore era uno dei cimiteri più piccoli: il registro dei Caduti, conservato presso il Kriegsarchiv di Vienna, enumera solo 138 salme. Ebbene, questo monumento, dimenticato da anni in un appezzamento di terreno circondato da un’alta siepe e delimitato da un lato dal canale Fossa Formosa, è stato restaurato grazie alla sensibilità dei proprietari del terreno su cui sorge, Andrea e Maurizio Colledan, che si sono assunti l’onere di un ripristino filologico sotto l’attenta supervisione della sovrintendenza ai Beni archeologici del Veneto.

    Il Gruppo si è reso disponibile all’invito del coordinatore dell’evento, Gianfranco Simonit, a collaborare e ad organizzare nei minimi dettagli quest’importante momento. E così, alla presenza di un significativo numero di alpini, con il Presidente sezionale Marco Piovesan con il vessillo e numerosi gagliardetti dei Gruppi, il Commissario prefettizio del Comune di Chiarano, Paola de Palma, le delegazioni austriache ed ungheresi, l’associazione Croce Nera austriaca guidata dal col. Wolfang Wildberger, in una semplice e toccante cerimonia, è stato inaugurato l’importante restauro. L’occasione del ripristino è stata un’opportunità anche per molti abitanti del luogo che hanno riscoperto questo monumento, unico nel suo genere, sebbene disti solo un centinaio di metri dalla chiesa parrocchiale.

    Renzo Toffoli