Tradizione alpina

    0
    162

    Prendo spunto dall’articolo apparso nel numero di ottobre della nostra rivista sulla relazione del Capo di Stato Maggiore, generale Ottogalli, al Centro alti studi della Difesa, per trarre ulteriori considerazioni pi che altro di carattere morale.

    Ottogalli ha considerato gli effetti della sospensione della leva, ma quello che non stato esaminato a fondo l’impatto che il provvedimento comporter sul piano morale: perch, se la sospensione della leva, voluta dal parlamento e caldeggiata dai vertici militari, con una determinazione raramente riscontrata in altre occasioni non incide troppo sulle Armi, sulle Specialit e sui Servizi dell’Esercito, essa rappresenta un colpo mortale alla figura dell’Alpino in quanto soldatomontanaro con tutto il retaggio di usi, costumi, tradizioni che 130 anni di storia comportano. Nessun’altra Arma o Corpo ha maturato questo insieme di caratteristiche che il nostro Vitaliano Peduzzi chiam alpinit, felice neologismo oggi sulla bocca di tutti, qualche volta anche a sproposito, specie in alcuni politici che nulla sanno e poco hanno capito del nostro essere, o essere stati, soldati unici in Europa e non solo.
    Un’alpinit costruita generazione dopo generazione, trasmessa da padre in figlio, un’alpinit che fa s che per i componenti di una stessa famiglia l’appartenere allo stesso battaglione, alla stessa compagnia motivo di orgoglio e di convinta soddisfazione. Ce ne possiamo rendere conto scorrendo le migliaia di fotografie delle nostre Belle famiglie, molte delle quali raggruppano nonni, padri, nipoti con il loro cappello ben calcato in testa; osserviamo le loro espressioni: sono di gente lieta di aver servito la Patria con quel buffo copricapo che ai politici e, ahim, ad alcuni generali, dice poco ma che a loro, a noi, dicono tutto. Osserviamo le loro espressioni dicevo: vede in esse, signor Scognamiglio, gente oppressa da una fastidiosa tassa?Oppure sofferente per un cuneo infisso nel loro fianco, signor Valdo Spini?Oppure ancora vittime di angherie degne dello schiavismo USA di met ottocento, ministro Martino?Io francamente NO.
    Il volontariato che nel tempo acquisir i suoi meriti, non dico di no: le risorse degli alpini e del personale di inquadramento sono sbalorditive il volontariato dicevo non potr in alcun modo garantire la continuit di questa straordinaria, e per certi versi, singolare staffetta protratta nel tempo. Si interromper perch sarebbe un miracolo se nella stessa famiglia il nipote e il padre si arruolassero come il nonno e servissero nello stesso reparto. Questo il guasto maggiore che colpir solo gli alpini e non altri: l’interruzione di una continuit che era garanzia di saldezza nei reparti, di identit di vedute, di orgoglio alpino. I tempi evolvono e gli alpini hanno dimostrato di sapersi adattare a tutte le circostanze: uomini della montagna, hanno combattuto nella steppa russa e nel deserto libico; soldati
    del freddo, hanno sopportato i climi dell’Etiopia e del Mozambico; nati per difendere i confini patrii, lo hanno fatto una sola volta in cinque guerre. Sapranno adattarsi anche a questa circostanza, non ne dubito: ma il nuovo sistema di arruolamento, i nuovi bacini di reclutamento porteranno fatalmente ad una variazione epocale delle loro caratteristiche.
    Non ci resta che dire Peccato, prevenendo un Finalmente che temiamo alberghi nella testa di persone a noi avverse.

     

    Cesare Di Dato