MILANO Lettere dal fronte, voci mai spente

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    Una serata a Milano per ricordare il sacrificio dei nostri alpini.

    di Luca Geronutti


    ‘Sulle vicende storiche che hanno caratterizzato la nostra Patria dall’Unit ad oggi, innumerevoli cose sono state dette, migliaia di libri sono stati scritti storie generali e particolari, militari e diplomatiche, politiche ed economiche ma questa manciata di lettere, toccanti per immediatezza e semplicit, possono aggiungere ancora qualcosa ed invitare ad un istante di meditazione. Il percorso epistolare che stiamo per intraprendere, testimonia gli stati d’animo, le pene e gli ideali di uomini che in momenti storici diversi, in situazioni belliche diverse, hanno saputo resistere e tenere fede ai valori di fedelt alla Patria, alla propria terra, al proprio fratello, con identica dignit, e con eguale e silenziosa dedizione al loro dovere di soldati.
    Oggi pi che mai, in una societ che sembra aver smarrito i propri valori di riferimento, il ricordo del sacrificio e dell’ideale risorgimentale che ha sorretto i nostri soldati su ogni fronte, pi che mai necessario. Da parte nostra, per il momento, non possiamo fare altro che fornire spunti di riflessione ed ci che questa serata si propone.’

    Con queste toccanti parole si aperta la serata organizzata dal gruppo Milano Centro al Teatro Dal Verme. Per la terza volta consecutiva, nel giro di appena 10
    mesi, questo immenso teatro milanese stato riempito all’inverosimile, e solo perch a chiamare a raccolta erano gli alpini. Pensate che in meno di due giorni sono state esaurite le prenotazioni!
    Tutto ci non solo non pu che farci piacere, ma ci convince sempre pi che le nostre battaglie sono giuste e largamente condivise dalle gente.
    Con Lettere dal Fronte stato messo a segno un altro importante colpo nell’opera di visibilit della nostra Associazione e dei valori dei quali portatrice.
    Lo spunto stato semplice e geniale. Attraverso la lettura di una serie di lettere scritte da soldati italiani al Fronte, si creato un percorso epistolare di forte impatto emotivo, dalle Guerre di Indipendenza sino a quella di Liberazione, mostrando cos come in ogni tempo il soldato italiano sia stato motivato dal medesimo spirito e da sentimenti identici.
    Lo scopo, perfettamente raggiunto, era quello di mostrare che i valori che quotidianamente propagandiamo, non sono una nostra invenzione o capriccio, ma costituiscono le fondamenta, l’essenza stessa della nostra Nazione. Ma per colpire il pubblico la semplice lettura non sarebbe stata sufficiente: occorreva la professionalit di un attore di particolare bravura, Fabio Mazzari (il cui padre, peraltro, ha combattuto come alpino nella campagna di Grecia Albania), che ha saputo trarre la memoria dal silenzio e donare sentimenti alle parole rendendole visibili. La voce narrante di Sonia Grandis, altra bravissima attrice, come il coro della tragedia greca, ha introdotto le ragioni della serata ed ha saldato i salti storico cronologici, da un periodo all’altro senza soluzione di continuit, dando toni affatto diversi per ogni avvenimento storico.
    Il coro Ana della sezione di Milano, diretto da Massimo Marchesotti, con la consueta maestria, conscio che dove non arriva la parola arriva il canto, ha eseguito una serie di cante intervallando le letture ed evidenziando, in tal modo, quello che nelle lettere era solo sottinteso, ci che si intuiva ma che non era scritto.
    Parole e musica anche di una splendida armonica poi, sono state accompagnate dalla proiezione di immagini e filmati su uno schermo che pareva sospeso nel vuoto.
    L’uso sapiente delle luci e queste immagini sospese nel nulla, hanno aggiunto un tocco quasi ‘mistico’ all’intera rappresentazione.
    La fine della serata stata particolarmente commovente, con la lettura dello scritto di Peppino Prisco ‘Natale 1942′, affidata alla voce profonda e rotta dall’emozione del prof. Tito Dagrada, alpino e fraterno amico del nostro Peppino.
    Nulla doveva turbare il crescendo emotivo. Cos al pubblico stato chiesto di non applaudire tra un brano e l’altro, ma di attendere la fine della manifestazione. E cos stato. Le 1600 persone del Dal Verme hanno assistito in religioso silenzio e con profonda emozione all’intera rappresentazione, per poi esplodere, alla fine, in un lunghissimo e calorosissimo applauso liberatorio.