TORINO – Una pietra sopra le discordie

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    Sulle montagne di Torino c’è il Colle del Colombardo, un valico a 1.900 metri di quota che collega la Val di Susa e la Val di Viù, oggi rispettivamente tra i Comuni di Condove e Lemie. L’origine del toponimo è da ricercare storicamente nel passaggio dei Longobardi tant’è che a poca distanza dal colle c’è la località Tomba di Matolda, nota principessa longobarda. I territori del colle sono sempre stati contesi dagli abitanti dei due paesi confinanti, ma ad alimentare le discordie fu la costruzione del Santuario di Colombardo avvenuta nel 1705 per un voto di Giovan Battista Giorgis, un facoltoso lemiese che fece erigere la suddetta chiesa, dedicata alla Madonna degli Angeli che si festeggia il 2 agosto, non sul territorio di Lemie bensì su un più agevole pianoro appartenente però ai pascoli dell’allora comune di Mocchie (ora Mocchie è una frazione di Condove ma sino al 1936 era un Comune autonomo).

    I plurisecolari contrasti tra Lemie e Mocchie furono rinfocolati da una lite giudiziaria per il possesso dei ricchi pascoli attorno al Colle del Colombardo, dopo che il reale editto del 22 aprile 1733, per la formazione del nuovo catasto dei beni comunali, li aveva assegnati al Comune di Mocchie. Un’ulteriore lite giudiziaria, svoltasi a più riprese con diversi verdetti favorevoli a Mocchie, si risolse definitivamente soltanto con una sentenza della Corte d’Appello di Torino del 9 luglio 1875 sempre in favore del paese della Val Susa. Per questi confini contesi, durante i festeggiamenti del 2 agosto 1837, sul pianoro di Colombardo si scatenò una celebre zuffa tra mocchiesi e lemiesi, e ancora oggi, in queste zone, il 1837 è ricordato come “l’anno della battaglia”. Nei mesi successivi alla battaglia i territori di Colombardo e i paesi di Lemie e Mocchie furono tenuti sotto controllo militarmente da carabinieri e bersaglieri sino al 18 ottobre 1837, giorno in cui le due amministrazioni comunali firmarono sul colle un “atto di pace” promettendosi pace reciproca e concordia.

    Nel 1857 iniziarono in tutta Italia le operazioni di rilevamento per il catasto Rabbini, voluto da Cavour, le quali giunsero a completamento per la provincia di Torino nel 1870. Successivamente, con la legge forestale del Regno d’Italia del 20 giugno 1877, si delinearono i vari confini e nelle zone più “calde”, ovvero dove in passato ci furono liti tra paesi, si posarono dei cippi in pietra. Visti i precedenti tra Lemie e Mocchie, i confini furono segnati da ben quattro colonne in pietra, a forma rettangolare, su cui vennero scolpiti l’anno, il 1877, e le iniziali dei paesi “L” e “M”. Al Colle del Colombardo, i Gruppi di Lemie e Condove, rispettivamente delle Sezioni di Torino e Val Susa, dal 1977 organizzano, con amministrazioni comunali e Pro loco, la festa di “Vurumie bin a le muntagne” (Vogliamo bene alle montagne) che si tiene la seconda domenica di luglio. Questa festa nacque anche per smussare gli attriti tra i due paesi in quanto, in tutta onestà, le divergenze perdurarono sino a tutti gli anni Sessanta dello scorso secolo.

    Per l’appuntamento di quest’anno gli alpini avevano pianificato due importanti inaugurazioni: il rifacimento del tetto del santuario, terminato lo scorso autunno e la ricollocazione di una delle sopra citate pietre di confine, ma per via dell’emergenza sanitaria la festa è stata annullata. Ovviamente gli alpini hanno fatto di tutto per non rinunciare al loro incontro rimediando con l’organizzazione di una festa meno in grande, il 2 agosto. Alcuni alpini dei due Gruppi, un paio di settimane prima, si sono occupati di ricollocare la pietra di confine, ritrovata nel 2017 nei pascoli vicini alla chiesa e di installare una bacheca vicina al monolite che descrive la storia dei confini.

    È ormai una regola che durante la festa di Colombardo gli alpini preparino la polentata, ma quest’anno pranzo al sacco per tutti e così anche le penne nere hanno potuto godersi un giorno di riposo senza essere di corvée cucina. La posa della pietra e l’inaugurazione sono anche state un buon motivo per un brindisi all’insegna dell’amicizia. Insomma, anche quest’anno, tra mille difficolta, gli alpini di Lemie e Condove hanno portato a compimento, complice anche una bella giornata di sole, un risultato di pace ed amicizia in quota, consolidato dal peso e dalla durezza della pietra posata… sopra le passate discordie.

    Danilo Balagna Dena