TORINO Ricordando i primi alpini skiatori

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    La sezione riscopre le origini dello sci militare nella città delle Olimpiadi del 2006.

    di Adriano Rocci

    Francamente, non poteva fare di meglio, la sezione ANA di Torino, per solennizzare i 132 anni di fondazione del Corpo degli alpini: ha riscoperto solennemente, nella città delle olimpiadi invernali del 2006, le origini dello sci militare in Italia. Un dono alla memoria storica di Torino ed alle future generazioni.
    E c’erano veramente tutti, alla cerimonia del 24 ottobre: la Regione, la Provincia, il Comune, le telecamere di Rai3, la brigata alpina Taurinense con il proprio comandante, brig. gen. Claudio Graziano, che rappresentava anche il ten. gen. Bruno Iob, comandante delle Truppe alpine e che ha disposto la presenza di un picchetto in armi del 32º genio guastatori Taurinense, e poi il comandante del 3ºalpini col. Bonato, la Scuola d’Applicazione, il rappresentante della presidenza nazionale dell’ANA e tante penne nere venute anche da sezioni sorelle come Casale ed Intra.

    L’evento ha avuto successo, come ha voluto evidenziare il presidente sezionale Giorgio Chiosso nel suo indirizzo di saluto, soprattutto grazie all’impegno economico, organizzativo e di diligente ricerca storica espresso dal gruppo di Torino Centro, il più antico (è nato nel dicembre 1922) e prestigioso della Veja , risorto con lei dopo la guerra e rimasto il gruppo della sezione sino al 1974, quando, per uniformarsi ai dettami della sede nazionale, assunse l’attuale denominazione territoriale .

    Per il 30º anniversario della propria ridenominazione, il gruppo ha curato e finanziato in ogni loro fase gli interventi che hanno consentito, nell’area della vecchia caserma del Rubatto in riva al Po, prima sede del comando del 3ºReggimento alpini (ora è un grande plesso scolastico e all’alza bandiera i vessilli sono stati issati insieme da un alpino e da uno studente), il ripristino della stele commemorativa, con l’aggiunta di una grande targa in bronzo che ricorda i primissimi esperi menti sciistici militari. I quali ebbero luogo, sui dolci pendii della collinare Valsalice, proprio alle spalle dell’antica caserma, nell’inverno 1896, per poi proseguire sui ben più impegnativi versanti montani dell’alta Valle di Susa.

    I nomi del col. Ettore Troia, all’epoca comandante del 3º, e del ten. Eugenio Gatti (poi Medaglia d’Argento V.M. nella grande guerra) si abbinano in questa memoria a quelli di due consulenti esterni delle nostre Forze Armate dell’epoca: lo svizzero Kind e il norvegese Smith, nomi che si iscriveranno a caratteri d’oro anche nella storia sportiva dello sci alpino italiano.

    Il col. Maurizio Ruffo, del comando Truppe alpine, studioso della materia, ha illustrato sul campo al pubblico che affollava il Corso Casale la sintesi delle sue ricerche. Dopo gli o­nori militari resi ai monumenti all’alpino ed all’artigliere da montagna, la parte culturale della giornata è proseguita con successo presso la sede sezionale, dove il presidente Giorgio Chiosso, nel prestigioso Salone dei Duecento, ha tenuto la prolusione alla conferenza di Carlo Felice Castoldi, brillante ricercatore scientifico che ha trovato nella storia militare, e segnatamente in quella delle Truppe alpine, una seconda occasione di realizzazione intellettuale.