TORINO Pianezza: festa annuale nella ricostruita cappella

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    In occasione del primo anniversario dell’impresa (compiuta, in tempi record, nella prima met del 2000), pi che giusto festeggiare e ammirare ancora una volta il frutto di molti mesi di dura fatica e dell’entusiasmo del gruppo di Pianezza (a pochi chilometri da Torino), che ha restituito alla vita la cappella rurale intitolata ai Santi Bernardo e Grato. Annegata tra i campi ai limiti dei nuovi insediamenti residenziali, giaceva in rovina, nel completo abbandono, sin dal dopoguerra.
    Oggi la vista ben diversa: da quel triste troncone di pilastro, soffocato dai rovi, e dall’ammasso di macerie a cui l’oblio e l’incuria di mezzo secolo l’avevano condannata, risorta come la fenice, con nuove gradevoli sembianze, che sanno d’antico.
    Per commemorare l’avvenimento, nell’ambito della festa annuale del gruppo, sotto il portico della rinata chiesetta s celebrata una S. Messa, alla presenza delle autorit cittadine. S. Bernardo del Montjou, vissuto intorno al Mille, il protettore degli alpinisti e dei montanari (oltre che delle donne che aspettano un figlio) quindi un santo alpino doc, mentre San Grato, che fu vescovo di Aosta nel V secolo, invocato come protettore delle campagne dalla grandine e dagli insetti: ecco perch agli alpini si sono uniti gli agricoltori, per la loro Giornata del Ringraziamento.
    Ulteriore pregio verr conferito alla cappella dalle pitture murali interne che sta preparando Guglielmo Meltzeid, famoso artista pianezzese. Nel corso della giornata stato possibile ammirare l’esposizione delle foto studio preliminari, nelle quali Meltzeid ha fissato alcune scene bucoliche, con personaggi nei costumi tradizionali dei nostri avi, scelti tra gli alpini che hanno lavorato alla ricostruzione, con accanto una rappresentanza femminile dei Canton e della popolazione che ha sostenuto il progetto.
    Quanto alla struttura superstite dell’edificio (settecentesco, ma forse risalente al Quattrocento), purtroppo non stato possibile tentare un restauro, poich ridotto ad un rudere privo di fondamenta. Tuttavia secondo il geom. Carlo Truccero, responsabile del cantiere sono stati rispettati i canoni estetici del tempo, coniugando le tecniche costruttive moderne con l’impiego di laterizi d’epoca e recuperando tutto il materiale originale ancora utile, con l’approvazione ed il plauso dellufficio beni culturali della Soprintendenza.
    Grazie alla perizia e alla creativit degli abili artigiani dell’ANA e dei loro volenterosi aiutanti, che si sono prestati tutti gratuitamente e con slancio, si pu dire che il cuore degli antichi mattoni tornato a battere nei tessuti e nell’ossatura architettonica della nuova chiesa. Dalle pietre la memoria. (E.L.)