Picchetto in armi della Taurinense schierato alla destra del monumento dedicato al Duca d’Aosta, comandante della III Armata italiana nella Grande Guerra, ed ai suoi soldati. A sinistra il blocco massiccio della Protezione Civile e della fanfara Monte Nero dell’ANA e, davanti al maestoso gruppo di bronzo e di marmo che volge le spalle al cinquecentesco Palazzo Madama, le autorità: il consigliere Carossa in rappresentanza del sindaco Chiamparino, il gen. Cravarezza, comandante la Regione Militare Nord, il gen. Bonato comandante della Taurinense, alti ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, delle altre Armi dell’Esercito presenti sul territorio piemontese e delle Forze dell’ordine.
I gonfaloni di Regione, Provincia e Città di Torino, le bandiere delle Associazioni d’arma, le verdi insegne delle Penne Nere in congedo di mezzo Piemonte fanno ala alla gradinata di granito. Sono le 10 in punto di sabato 11 ottobre, un sabato singolarmente soleggiato e gradevole, che spinge la gente ad uscire di casa: il centro cittadino, quasi rispondendo ai tre squilli di tromba, per qualche minuto rallenta il traffico frenetico, sotto l’occhio vigile della Polizia municipale.
Il Corpo degli alpini compie 136 anni e la memoria, nella capitale subalpina, ne viene fatta dall’ANA torinese, con una cerimonia breve ed intensa, un alzabandiera singolare che vede il tricolore avvolgere, come in una carezza, il basamento del monumento. Una corona viene deposta al centro del monumento ed un cuscino coi colori nazionali ai piedi dell’immenso alpino di bronzo, la mantellina gettata sulle spalle, che è divenuto il simbolo delle Brigata Taurinense.
Mentre vengono resi gli onori militari, una staffetta parte per recare un’altra corona al Parco del Valentino dove, oltre mezzo secolo addietro, i veci del fronte trentino e carnico, i reduci d’Africa e i superstiti di Grecia, d’Albania e di Russia vollero sorgesse il monumento all’Alpino, col vej come viene chiamato, quello vecchio cioè, custodito in santità di fronde dal più bel bosco urbano che la città annoveri. A inchinarsi nell’omaggio, in questo 136º anniversario, c’é, per la prima volta, il gagliardetto del 151º Gruppo alpino della Veja , che ha assunto il nome di Torino Mirafiori. Appena nato e già in rapida crescita.
Lo sottolinea, con soddisfazione, il consigliere nazionale Mauro Gatti, che nella circostanza rappresenta il presidente Corrado Perona, mentre accompagna in Piazza San Carlo Giancarlo Sosello, anche lui del Nazionale , il gen. Carlo Cabigiosu, e Giancarlo Bosetti, presidente della Cita , la rinata sezione ANA di Acqui Terme. Nel salone d’onore concesso da Intesa Sanpaolo, infatti, il gen. Federico Bonato, che ricorda come tra pochissimo, con Italfor XII, il 3º Alpini ritorni in Asia centrale, tiene un dettagliato briefing sul recente impegno di otto mesi della Taurinense a Kabul.
Le domande del pubblico fioccano e le risposte giungono puntuali e precise. Poi tutti a fare un boccone alla caserma Monte Grappa, perché nel pomeriggio si riprende: fanfara in Piazza San Carlo, che coinvolge le famigliole in shopping prefestivo, e cori nel prestigioso salone del grande gruppo bancario. Alle 20 la Sezione spalanca le sue porte per una cena d’onore, presieduta, come di dovere, da un Giorgio Chiosso, presidente sezionale stanchissimo ma soddisfatto.
Adriano Rocci