Testimonianza viva

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    «Non siamo storia, ma testimonianza viva». Così ha esordito nel suo intervento il presidente nazionale Sebastiano Favero a Mondovì, nel fine settimana del 22 gennaio per l’80º anniversario della Campagna di Russia e di Nowo Postojalowka, fra le più importanti e sanguinose battaglie combattute sul fronte orientale esclusivamente da truppe italiane. È in quella battaglia cha la divisione Cuneense fu decimata.

    «Onorare quel sacrificio è il motivo per il quale siamo qui oggi», questo è il messaggio condiviso alla cerimonia solenne alla quale hanno partecipato oltre duemila alpini, fra i quali una rappresentanza in armi della brigata Taurinense. Presenti a Mondovì anche il comandante delle Truppe Alpine generale di Corpo d’Armata Ignazio Gamba, il vicepresidente regionale Fabio Carosso e Luca Robaldo, sindaco di Mondovì e presidente della Provincia, accolti dal presidente della Sezione di Mondovì Armando Camperi. «L’insegnamento alpino è quanto mai attuale – ha detto Luca Robaldo – deve essere tramandato di padre in figlio perché a distanza di 80 anni il cuore dell’Europa sembra non aver imparato niente ed è ancora una volta scosso da violenti combattimenti».

    Dalla piazza monregalese delle celebrazioni conclusive, aperte il 15 gennaio con il concerto benefico della fanfara alpina della Taurinense e concluse il 22 con il corteo, il vicepresidente regionale Fabio Carosso ha ricordato l’impegno assunto lo scorso anno con l’istituzione della “Giornata degli alpini”. In Piemonte è il 16 gennaio. Il provvedimento è arrivato un anno prima di quello nazionale che quest’anno ha istituito la “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini”, fissandola al 26 gennaio, data della battaglia di Nikolajewka.

    «È la battaglia nella quale viene identificata la Campagna di Russia – ha ricordato il saggista Roberto Rossetti a Mondovì per presentare il suo libro sul sacrificio della Cuneense – ma Nowo Postojalowka è quella per la quale Granda ha pagato di più in termini di vite umane». A sfilare, con decine di sindaci, anche il senatore Giorgio Maria Bergesio e il vicepresidente della Commissione Difesa della Camera Monica Ciaburro. «Perché quel dramma non si ripeta occorre conoscere e capire il passato», ha detto Bergesio annunciando la proposta del ddl “Viaggi della Memoria” destinati ai giovani italiani affinché abbiano occasione di conoscere la storia.

    «Il valore e la forza di un Corpo che va ben al di là del riconosciuto e straordinario valore militare – ha aggiunto Ciaburro – abbracciando anche quello umano e sociale come dimostrato in tempo di pace, con il soccorso agli ultimi, gli interventi durante le catastrofi climatiche, con quella professionalità, competenza e sicurezza che solo le penne nere, per tanti cittadini, hanno saputo infondere». Sono 240 i gagliardetti che hanno sfilato a Mondovì con il Labaro, i vessilli, i gonfaloni delle città Medaglia d’oro al valore militare: Alba, Cuneo, Boves; Ceva Medaglia d’argento al valore civile e delle Medaglie di bronzo al valore militare: Mondovì e Castellino Tanaro.

    Schierati anche il gonfalone della Provincia decorata nel 2004 con la Medaglia d’oro al valore civile e dal gonfalone della città di Villanova Mondovì e Dronero decorate con la Croce di guerra. Schierati anche la fanfara della brigata Taurinense, un reparto d’onore del 1º reparto comando e supporti tattici alpini ed il reparto salmerie di Mondovì. Prestigiosa la partecipazione di Giuseppe Falco, fra gli ultimi reduci cuneesi, nelle fila del battaglione Dronero, 80 anni fa in Russia. «Un onore averlo a Mondovì. Il nostro ultimo reduce Giorgio Rulfi, del battaglione Cervino, è ‘andato avanti’ un anno fa – ha ricordato il presidente Camperi. Per lui e per chi è rimasto su quelle nevi conquistando una pace che dura da 80 anni, nostro dovere è quello di ricordare a perenne monito, perché quelle tragedie non abbiano più a ripetersi».

    Zaira Mureddu