Susa abbraccia gli alpini

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    Maggio 1922: 158 volenterosi reduci, affidando la presidenza all’allora magg. Mario Girotti, comandante del Susa, davano il via all’avventura della Sezione Val Susa, certamente non immaginando quanta strada avrebbe fatto la loro creatura. Cento anni, dieci presidenti e uno slogan “Cento anni durano un anno”, coniato proprio per trasferire tempo e memoria in tutta la valle con manifestazioni create ad hoc o tradizionali. E proprio da tradizione i giorni dei festeggiamenti del centenario non potevano che essere quelli più vicini al 16 giugno, data simbolo degli alpini di valle nel ricordo del Monte Nero e dei valsusini lassù caduti. All’alba del 16 giugno, infatti, iniziavano le celebrazioni con l’alzabandiera ad Exilles, presenti tutti i gagliardetti, il Consiglio sezionale, il sindaco Michelangelo Luigi Castellano e un picchetto della 34ª del btg. Susa comandata dal cap. Federico Figliuolo. Sole splendido, vento spavaldo ed il Forte silente ad osservare la bandiera che lentamente saliva.

    Nella serata del venerdì 17, a Susa, incontro con il ten. col. Mario Renna che, presentando i suoi libri, ci accompagnava nella storia degli alpini e non solo del Susa. Serata interessante e istruttiva che tutti hanno particolarmente apprezzato. Sabato mattina invece è stata inaugurata la mostra all’interno della vecchia caserma Cascino, sede di una parte del gruppo Pinerolo e da anni abbandonata. Grazie all’iniziativa del Comune di Susa e al massiccio intervento della Protezione Civile sezionale sono stati fatti grandi lavori di pulizia e riordino di alcuni locali, poi adibiti a mostra, dedicata anche agli appartenenti al Pinerolo che, graditissimi, si sono ritrovati a Susa per ricordare i 30+1 anni dall’abbandono definitivo della città da parte del loro Gruppo. Sempre in mattinata è stata inaugurata la Cittadella del 3º Alpini, alla presenza del suo comandante col. Francesco Cameli, la palestra di roccia e la pista da fondo per i bambini. Nel pomeriggio la Cascino è diventata sede di ammassamento per la sfilata, con l’alzabandiera e l’onore al monumento ai Caduti davanti al quale sono state scoperte dieci pietre d’inciampo, dedicate ai dieci Presidenti.

    Il corteo ha raggiunto la cattedrale tra una folla plaudente, accompagnato dalle note della fanfara sezionale. Durante la Messa, officiata da mons. Cesare Nosiglia, vescovo emerito di Susa, sono stati benedetti due nuovi vessilli, uno della Sezione e uno per la fanfara per i suoi 45 anni. Serata nell’arena romana, dove sovvertendo la tradizione, i canti e le musiche alpine sono state sostituite da canti popolari attirando così un gran numero di spettatori. E poi la domenica. Timori, preoccupazioni sono svaniti davanti alla grande partecipazione. Il Presidente “del centenario”, cui era stata dedicata un’undicesima pietra d’inciampo, Giancarlo Sosello, ha così tirato un sospiro di sollievo: tutto è filato alla perfezione. Tempo splendido, il comandante della Taurinense gen. Nicola Piasente, tanti gagliardetti, vessilli, gonfaloni dei Comuni, la Regione Piemonte, parlamentari, autorità del territorio erano gli ingredienti perfetti per creare l’alchimia giusta. Sul palco si susseguivano gli oratori, tutti prodighi di ringraziamenti agli alpini e alla loro storia.

    “Il Piemonte vi è grato” è la scritta sulla targa donata che condensa il comune pensiero. Quindi la consegna del premio “Penna al merito” agli operatori sanitari della valle di Susa per il loro impegno nei due anni di pandemia e un encomio a Renato Nervo per i suoi 50 anni da Capogruppo a Bardonecchia. Infine il conferimento da parte del sindaco, Pietro Genovese, della cittadinanza onoraria alla Sezione, a testimonianza dell’affetto di Susa e della valle per gli alpini. Altra sfilata e altra folla. Un abbraccio caloroso, un abbraccio fraterno, un grazie gridato tante volte prima che la commozione prendesse il sopravvento. E naturalmente ad applaudire anche i tanti turisti, che nella Susa romana e nella Susa medievale non avrebbero mai immaginato di trovare i figli migliori della nostra Italia.

    Dario Balbo