Sul Monte Robon

    0
    244

    Per il suo 70° compleanno la brigata Julia si è prefissata l’obiettivo di conquistare 70 vette che richiamassero la memoria nei luoghi simbolo della sua gloriosa storia, assegnando ai reggimenti dipendenti l’ascensione di 12 vette ognuno. Il 3º reggimento artiglieria da montagna di Remanzacco, guidato dal colonnello Tomassetti, aveva pianificato una settimana di escursioni aventi come baricentro Sella Nevea e come meta le cime più significative che ornano la splendida conca.

    La volontà di perseguire e mantenere la capacità di muovere in montagna e quella di percorrere itinerari emblematici e ricchi di storia militare è stata condivisa con gli alpini della Sezione di Pordenone, depositari, anche loro, delle tradizioni delle unità da montagna e di quei valori che contraddistinguono ancor oggi il nostro Corpo. In sintonia con Roberto Matuz è stato scelto il Monte Robon. Così, la sera del 26 settembre, i veci hanno raggiunto i montagnini presso il rifugio “Divisione Julia”, per cenare tutti assieme e continuare la serata in allegria tra cori e canti.

    Gli artiglieri, nonostante la stanchezza e i muscoli appesantiti dalle ascensioni al Canin, alla Cima di Terrarossa ed allo Jof di Montasio (interrotta sulla cresta a causa del ghiaccio che copriva le rocce e la neve che ingombrava le cenge), non si sono tirati indietro, eseguendo molti canti del repertorio alpino, festosi e talvolta mesti. La commozione è stata palpabile intonando “Signore delle cime”, con il ricordo ancora vivo per la perdita di Pasquale Scalera, graduato del reggimento, caduto nel 2007 proprio nelle vicinanze di Forca Palone, sopra l’altopiano del Montasio.

    Di buona mattina la partenza di buon passo per l’ascensione, effettuata di slancio fino a Sella Robon. Di qui, passando per una stretta cengia praticamente dentro i resti di baraccamenti e davanti al bivacco Modonutti-Savoia e poi, ancora, superando incredibili baratri scavati dall’acqua nel calcare vivo, è stata raggiunta la stretta cima a (quota 1.980) che durante la Prima guerra mondiale costituiva un importante osservatorio dell’artiglieria italiana. Ridiscesi alla sella, si sono vissuti i momenti più simbolici e tradizionali, con l’alzabandiera, cantando insieme l’Inno di Mameli (nella foto) e con la lettura della Preghiera dell’Alpino.

    Prima del rancio c’è stato il tempo per l’inquadramento storico-topografico, curato dall’alfiere del reggimento. Ridiscesi di buona lena a Sella Nevea ha avuto luogo la cerimonia finale alla presenza dei vessilli di Pordenone e di Udine e dei gagliardetti dei Gruppi.