Storie di alpini

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    Scavando negli archivi, leggendo le pagine dei verbali e gli scritti in Fameja Alpina, ne abbiamo ricavato che i protagonisti della Sezione di Treviso non sono solo stati uomini d’armi, gelosi custodi della loro penna nera, ma uomini saldi che avevano un innato “vizio” di amare la comunità, tanto da mettersi a disposizione degli altri, in qualsiasi modo e in qualsiasi ambito. Non hanno solo dato voce al desiderio di Associazione, ma anche a molte esigenze dell’intera comunità.

    Le cinque Medaglie d’Oro al Valor Militare che fregiano il vessillo sezionale sono il ricordo vivo di quanto, quegli uomini, sono stati disposti a fare per un ideale di libertà puro e assoluto. La vita della Sezione si srotola insieme a questi nomi: Matricardi, Perale, Tiepolo, Barea Toscan, Piazza, Serena, Desidera, Bergamo, Del Fabro, Gastaldello, Manfren… questi sono solo alcuni dei pilastri brillanti su cui la Sezione di Treviso ancora oggi poggia ideali e sentimenti.

    Dal 1921 al 2021, cent’anni ricchi di voglia di ricostruire, di ripartire, di tramandare, di riunire. I festeggiamenti per il centenario iniziano questa estate, ad Arcade, con la 26ª edizione del premio letterario nazionale “Parole attorno al fuoco”, continuano ad Oderzo con l’esibizione dei sette cori sezionali, arrivano a Montebelluna con la presentazione del libro del centenario “100 anni di Alpini, 100 anni di Storia”, poi il raduno sezionale a Castelfranco Veneto e infine a Treviso. La città che diventa punta di compasso e fa arrivare a sé “La marcia del centenario”.

    Le staffette alpine, partite dal sacrario di Cima Grappa, dal memoriale del Bosco delle Penne Mozze di Cison di Valmarino, dal sacrario di Fagarè della Battaglia, dal sacrario di Nervesa della Battaglia, dall’ossario di Biadene sono arrivate tutte insieme in Piazza della Vittoria e hanno composto il simbolo del logo del centenario come sigillo e conferma che la memoria continua se ognuno di noi, insieme all’altro, quasi per mano, se ne prende cura.

    La volontà di passare il testimone alle nuove generazioni, alla nuova linfa che darà luce al nostro Paese. Il concerto serale in Piazza dei Signori della fanfara dei congedati della Julia e i sette cori per le piazze della città hanno emozionato grandi e piccini, riuscendo a conquistare Treviso e a commuoverla con questa ritrovata serenità. Più della storia di ciò che è stato, con queste poche parole vorremo lasciarvi l’emozione che è stata vissuta, da tutti. C’era, nell’aria, profumo di Adunata.

    C’era, nell’aria, la voglia di ritornare insieme. Finalmente. Un po’ arrugginiti forse, ma sicuramente allineati, al passo del Trentatré, abbiamo cancellato per un istante, mesi di respiri corti e abbiamo sorriso, come non mai, per le vie della bella Treviso. Gli applausi della gente, i “grazie alpini” delle donne, sono stati l’abbraccio che aspettavamo da tanto. Queste emozioni sono di domenica 31 ottobre, durante l’atto finale di un centenario tutto da ricordare.

    La Messa solenne in duomo con il vescovo di Treviso e poi in piazza Borsa, la cerimonia di chiusura con l’inaugurazione della stele ricordo proprio dove un tempo sorgeva la prima sede della Sezione, onorati dalla partecipazione del Labaro, accompagnato dal Presidente nazionale Favero e dal Cdn. Siamo tornati indietro di cent’anni, abbiamo raccolto il meglio, lo abbiamo plasmato per il presente e lo abbiamo presentato al futuro come dono. Ricordiamoci che ciò che siamo disposti a dare diventa nostro per sempre!

    Sara Zanotto