STORIA SALUZZO Alpini di grande storia e di eroi

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    di Umbero Pelazza


    Il marchese Michele Antonio di Saluzzo sarebbe oggi un personaggio sconosciuto ai più se, nel 1528, colpito a morte sul campo di battaglia, non fosse sopravvissuto il tempo necessario per comunicare le sue estreme volontà ai soldati accorsi al suo capezzale. Diventò così il capitano più famoso di tutti i tempi. La ballata popolare che cantò gli ultimi istanti di vita del ‘Sor Capitani di Salusse’ fu adottata dagli alpini quattro secoli dopo e il ‘Testamento del Capitano’ li accompagnò sulle ambe africane, nelle trincee del Carso, lungo le steppe russe. Non lontano da Nikolajewka, morente per una grave ferita all’addome, lo farà cantare ai suoi alpini singhiozzanti il capitano Giuseppe Grandi, di Limone Piemonte. Sono gelosi delle loro radici gli alpini di Saluzzo, il borgo medioevale con le sue torri e i suoi campanili fronteggianti il profilo severo del Monviso, il ‘re di pietra’, che ha dato il nome alla Sezione. L’illustre marchesato vanta una lunga tradizione militare che in secoli passati gli risparmiò la triste sorte del vaso di coccio stretto fra i vasi di ferro di Francia e Casa Savoia. Quando si orientò definitivamente verso il Piemonte, non volle tagliare i ponti con l’antico alleato d’oltralpe (ai raduni alpini risuona ancora lo slogan delle milizie marchionali: ‘Droit quoi qu’il soit’: avanti ad ogni costo) e nel 1480, sotto il colle delle Traversette (il preferito di Dante per il passaggio di Annibale), con ‘ferro, fuoco e aceto’, fu scavato nella roccia il ‘Buco del Viso’, una galleria di 75 metri, il primo tunnel artificiale nelle Alpi. Forse visitato da Leonardo, è ancora oggi praticato per scopi turistici; percorso nei due sensi, ha costituito nodo importante dell’ultimo ‘Camminaitalia’: grazie all’accurata organizzazione messa in atto dagli alpini saluzzesi, si è potuto attraversare e ammirare una delle zone più interessanti delle Cozie. La giovane sezione ha origini lontane. Risale al 1925 il primo tentativo di un sodalizio ‘aperto a tutti gli alpini in servizio e in congedo, avente finalità mutualistiche, assistenza e beneficenza’ e, sia chiaro,’scevra di qualsiasi interferenza politica’. Ma passano tre anni prima di raggiungere il quorum che ne fa una sottosezione di Cuneo. Memorabile nel 1929 l’adunata per la benedizione del gagliardetto, con l’intervento del presidente nazionale Manaresi. Il pranzo sociale fu servito sotto i portici cittadini, al riparo dalla pioggia (penna bagnata…), che non impedì il formarsi di lunghe code davanti alla portentosa fontana da cui zampillava barbera a gogò (con avviso scritto sul carattere temporaneo dell’evento). Era presente anche il capitano Vincenzo Stevano, già ufficiale delle compagnie distrettuali nelle quali avevano mosso i primi passi gli alpini della bombetta e dei pantaloni azzurri. Il btg. Saluzzo fu costituito nei primi anni del nuovo secolo, in tempo per combattere in Libia e su vari fronti della Grande Guerra, dove la conquista del monte Cukla valse al reparto la medaglia d’argento. Alla testa dei suoi uomini cadde il comandante, ten. col. Luigi Piglione, già sergente ad Adua: prima medaglia d’Oro del futuro vessillo sezionale. Singolare figura di alpino fu in quegli anni il tenente Giovanni Vincenzo Cima, inserito a pieno merito nel trio saluzzese della carta stampata, in compagnia di Giambattista Bodoni, ideatore dei famosi caratteri tipografici, e di Silvio Pellico, l’autore delle ‘Mie Prigioni’. Cima ideò il sistema stenografico che porta il suo nome, tuttora impiegato; durante la guerra, testimonia il gen. Rambaldi, ‘rese segnalati servigi e vantaggi difensivi notevolissimi’. I tre sono stati oggi accomunati in un’originale pubblicazione: il testo delle ‘Mie Prigioni’ in caratteri bodoniani, stenografato col metodo Cima. Il ‘Saluzzo’, partecipa alla campagna etiopica e alla seconda guerra mondiale. In Russia si sacrifica, insieme al ‘Borgo San Dalmazzo’, nella sanguinosa battaglia di Novo Postolayowka, che apre la strada del ritorno ai resti del Corpo d’Armata Alpino. Nel libro del russo Filatov ‘La campagna orientale di Mussolini’, viene ricordato l’alpino Caccialupi: …i gatti sovietici, catturati con mille astuzie, variavano la monotona dieta dell’alpino italiano Caccialupi, al quale fu cambiato il nome in Cacciagatti, per la sua abilità nella loro cattura’. Il battaglione fu sciolto con l’armistizio dell’8 settembre ’43, dopo un accanito combattimento con le truppe tedesche in Alto Adige. Ricostituito nel 1946, passerà alle dirette dipendenze della ‘Taurinense’ nel 1975. Il Gruppo da montagna ‘Aosta’, ricostituito a Saluzzo nel 1951, dopo quarant’anni viene trasferito a Fossano, ma non dimentica le sue origini: a Saluzzo si susseguono i raduni e, nel 2000, si celebra il 50º anniversario della ricostituzione. La sottosezione di Saluzzo si stacca dalla sezione madre nel 1961: i gruppi sono 21 e i soci 1600. Era logico e umano che il figlio, diventato maggiorenne, forte e robusto, pensasse a metter su casa in proprio. Fu questo anche il pensiero espresso dal presidente nazionale Erizzo, presente al grande raduno settembrino delle Medaglie d’Oro. L’atto fu siglato l’8 dicembre e contemporaneamente avvenne la distribuzione del primo numero del periodico sezionale. Nôi sôma Alpin’, la cui puntualità quadrimestrale non avrà deroghe. Dopo un anno dalla conquista dell’autonomia il numero dei soci era aumentato di 235 unità. Non si può dire che la crescita sia stata del tutto indolore: capitò perfino che in una stessa località, accanto ai ‘regolari’ sopravvivesse un ‘gruppo di resistenza’, ma poi il buon senso prevalse e tutto si appianò. Nessuna controversia sul battesimo del sodalizio: l’eterno Monviso non ebbe rivali. Fu subito intensificata la partecipazione alle iniziative di carattere sociale, con legami sempre più stretti con le comunità locali. È stato creato un centro di emodialisi, si è dotato l’ospedale cittadino di un fuoristrada con rimorchio attrezzato e il Soccorso Alpino è stato fornito di materiale vario. Si provvede inoltre all’assistenza continua in una casa di riposo e alla consegna di borse di studio intitolate a Caduti alpini. I riconoscimenti non sono mancati: in uno stesso anno, il 1999, all’alpino Arnaldo Fagiolini è stato attribuito il premio nazionale ‘Alpino dell’anno’ e all’alpino Celestino Peyrache il ‘Premio Fedeltà alla Montagna’. Il nucleo di Protezione civile (150 elementi) è nato organicamente nel 1993, dopo essersi fatte le ossa in Friuli e a Rossosch; negli anni Ottanta ha affrontato numerosi incendi boschivi in valle Po e in Val Varaita (fino a tre in una sola notte), seguiti dai relativi rimboschimenti: cinquemila piantine messe a dimora con l’operazione ‘Un alpino, un albero’. Gli interventi in occasione delle alluvioni in Piemonte, Liguria, Val d’Aosta, Toscana, sono stati intercalati dal ‘diversivo’ dell’Operazione Arcobaleno. Il Nucleo Sportivo, una ventina di elementi, partecipa alle gare nazionali dell’ANA, sia nello sci alpino e nordico, sia nel tiro a segno. Per due anni gli alpini del btg. Saluzzo si sono imposti nel Trofeo Buffa, nell’ambito dei C.A.S.T.A. Il coro sezionale (32 coristi) ha debuttato nel 1981: è diretto dal maestro Franco Primo. La tradizione alpina è ben radicata nel Saluzzese e Camillo Isasca, presidente di una sezione di nascita relativamente recente, ma
    profondamente ancorata nella storia del territorio, ha tenacemente lottato contro l’abolizione della leva: gli bruciano in modo particolare le recenti innovazioni sul reclutamento. ‘Così hanno voluto i nostri supremi amministratori e democraticamente noi accettiamo anche questa nuova legge. Ma potremo anche continuare a dire che non ci piace e che l’abolizione della naia è stato un errore. Siamo consapevoli di aver perso, ma di essere caduti in piedi .



    IL PRESIDENTE


    Camillo Isasca. Anno di nascita: 1933. Già impiegato Società telefonica. Servizio militare: Allievo Uff. del XVII Corso AUC; sten. com.te di plotone nel btg Tirano.


    LA SEZIONEGià Sottosezione di Cuneo dal 1928 al 1962. Sede: piazza Cavour, 12 Saluzzo.Tel. 0175 42634.Gruppi 45. Soci 3.353. Aggr. 564.


    LE MEDAGLIE D’ORO Capitano Mario Musso btg Saluzzo Val Puartis, settembre 1915 Ten. col. Luigi Piglione c.te btg Saluzzo Monte Kukla, maggio 1916 Capitano Pietro Marchisio btg Saluzzo Bosnia, aprile 1944


    I PRESIDENTI DELLA SEZIONE DI SALUZZOMario Del Pont 1962 1985Giovanni Viano 1985 1995Camillo Isasca dal 1995