STORIA SALO' Fra i giovani, insegnando l'amore per la natura e la montagna

    0
    54

    Dove eravamo

    E’ il 4 novembre 1926 quando, per opera di alcuni combattenti alpini della prima Guerra Mondiale, nasceva, a Salò, la Sezione del Benaco . I gruppi delle zone della Valle Sabbia e del Lago di Garda, alcuni già parte della sezione di Brescia, confluirono nella nuova sezione, guidata dall’allora maggiore Pier Enrico di Salvo, uno dei fondatori. La forza era di 93 soci! Resta scarsa documentazione dell’attività di quel primo periodo della sezione che, nel 1939, quando l’Associazione diventerà 10º reggimento, assumerà il nome di battaglione Monte Suello .

    Durante la 2ª guerra mondiale ci fu un notevole calo di soci dovuto alle vicende belliche, che esaltarono le gesta del valore alpino: Africa Orientale, Fronte Occidentale, Fronte Greco Albanese, Campagna di Russia, ove si consumò l’olocausto delle 100.000 gavette di ghiaccio, in adempimento di un dovere forse non condiviso, ma pur onorato con spirito di dedizione, di solidarietà di servizio. Nel settembre 1945 si riparte praticamente da zero ed il 17 marzo 1946 si svolge la prima assemblea del dopoguerra: 1002 soci. Nella successiva assemblea del giorno 8 settembre 1946, a Vestone, la sezione assume definitivamente il nome Monte Suello di Salò.

    Il numero dei soci è stato sempre un crescendo: dai 746 del 1945 si passa ai 5000 dei nostri giorni suddivisi in 59 gruppi. Perchè Monte Suello ? Per ricordare la gloriosa battaglia garibaldina colà combattuta ed il battaglione alpino che ne aveva preso il nome e si era distinto sul Monte Grappa durante la prima Guerra Mondiale. Il btg. era stato costituito a Salò il 25/11/1915. Perché Salò? Salò era già stata sede di una compagnia del battaglione Rocca d’Anfo all’inizio del secolo e di un distaccamento del battaglione. La cittadina di Salò, inoltre, si trova in posizione quasi baricentrica rispetto all’intero territorio.

    Dove siamo

    Come l’Associazione anche la sezione si è adeguata ai tempi conservando tuttavia lo spirito originario. Spirito ancor oggi ben radicato ed evidenziato dalla vitalità dei gruppi, che si manifesta in tanti modi: costruzione di monumenti per ricordare i Caduti, chiesette alpine, rifugi, sedi. E poi interventi specializzati in attività come l’antincendio boschivo, (primo nucleo in Italia a Vesio di Tremosine nel 1974), la ricerca persone, interventi di salvaguardia montana e fluviale nell’ambito dell’attività della Protezione civile.

    Sono tutti interventi di uomini abituati al sacrificio ed alla disciplina, che non esitano a dare una mano quando occorre, in virtù di una formazione avuta durante la naja, mirante a un inserimento equilibrato nella vita civile e con in più il senso dell’altruismo, della solidarietà, del fare senza un tornaconto personale. Il Polesine, il Vajont, il Friuli, l’Irpinia, la Valtellina, il Piemonte, l’Umbria, la scuola Nikolajewka a Brescia, l’Armenia, l’asilo di Rossosch in Russia, sono alcune pietre miliari dell’impegno della sezione.

    Altre iniziative. Il premio Italo Moroni , ideato e voluto dalla sezione in memoria di uno dei soci fondatori dell’A.N.A., istituito per incentivare le attività dei gruppi. Il giornale sezionale Monte Suello , voluto per dare voce alle attività dei gruppi della sezione, si avvicina al primo lustro di vita ed è uno strumento per far conoscere le penne nere benacensi anche al di fuori della nostra sezione. E infine il trofeo Monte Suello , un campionato sezionale fatto di sei diverse discipline sportive, che diventa anche importante occasione per avvicinare i giovani alla nostra Associazione.

    Dove andiamo

    Pur preoccupati per le recenti decisioni prese dal nostro Parlamento in materia di difesa e di riorganizzazione delle Forze Armate, gli alpini della sezione Monte Suello di Salò pianificano il loro futuro ed operano secondo intenti ben precisi, in piena rispondenza ai valori della nostra Associazione. La recente ristrutturazione delle malghe di Campiglio di Cima ha consentito di recuperare non solo al territorio ma anche alla memoria una importante testimonianza della montagna benacense.

    Non si è trattato soltanto di un’opera di restauro e di recupero, perché queste malghe, restituite alla gente di questa terra, possono diventare luogo di incontro e momento di crescita della coscienza civica. In quest’opera di educazione civile gli alpini della sezione di Salò sono impegnati da anni. Grazie al contributo di soci con esperienza di insegnamento, hanno messo a punto un ciclo di conferenze adatto alle scuole elementari e medie, durante le quali, con proiezione di diapositive, vengono spiegate le caratteristiche della flora e della fauna del territorio.

    Passeggiate didattiche e gite scolastiche in compagnia degli insegnanti, consentono di verificare sul terreno quanto illustrato fra i banchi di scuola. Gli interventi nelle scuole costituiscono un altro pilastro per stimolare nei giovani un sentimento di amore per la natura attraverso la conoscenza e il rispetto del territorio in cui si vive. Inutile aggiungere che si tratta di momenti di festa, per i ragazzi ma anche per gli alpini, un’occasione per aprire una finestra sul mondo delle penne nere. L’esperienza fatta con l’attività antincendio costituisce terreno fertile per iniziare una nuova forma di impegno nella Protezione civile.

    La costruzione di unità autosufficienti e specializzate è l’obiettivo dei prossimi anni. L’attività sportiva, a livello locale e nazionale, sarà sicuramente ancora occasione per promuovere occasioni di incontro e di reclutamento di giovani leve. Fabio Pasini, attuale presidente sezionale, ha raccolto una stecca lasciatagli in consegna da figure prestigiose per impegno morale e per capacità di dedizione alla vita associativa: l’alpino Michele Milesi, già consigliere nazionale; Giuseppe Granata, primo presidente non reduce, ideatore e realizzatore di importanti progetti che hanno segnato e consolidato la crescita della sezione e non solo in termini di numero di soci.

    Marino Marian