STORIA MODENA Alpini mai stanchi, per il bene di molti

    0
    516

    Storia della sezione di Modena.

    di Marcella Rossi Spadea


    Oggi chiamati gruppi, un tempo Plotoni , ecco costituirsi nel 1921, il Plotone di Sestola per iniziativa del ten. col. Angelo Manaresi, che diverrà poi presidente nazionale. L’Emilia cominciò così a fare capolino ufficialmente fra le penne nere in congedo. Nell’inverno 1922 fu fondato il battaglione (oggi si dice sezione mentre le sottosezioni si chiamavano compagnie) di Modena (Sestola vi aderì) dipendente dal 10 reggimento Alpini (così il re volle chiamare l’Associazione Alpini) e presidente ne fu il col. Francesco Cagnolati, il cui studio di avvocato, in via Farini, fungeva da sede associativa. Pionieri pieni di entusiasmo, come forse solo gli alpini sanno essere, alla cucitura (con tanto di ricami) del primo vessillo provvidero Giovanni Baccarani e sua moglie Margherita. Nel 1933, il battaglione di Modena (che da qui in avanti chiameremo sezione) contava 1262 soci, distribuiti in 26 gruppi. Sede: via Celestino Cavedoni n. 6. Dal Novecento al Duemila: oggi, la sezione è composta di 43 gruppi di grande attivismo, in ossequio e come logica prosecuzione della mole di opere che la sezione di Modena ha prodotto nel tempo. Di qui non si passa è il motto della sezione, gemellata con l’8º reggimento Alpini che ha sede a Cividale del Friuli. Un motto che parla di tenacia e sicurezza di sè, due virtù che gli alpini modenesi sanno come far fruttare. Questa, in cifre, la bella famiglia sezionale: 3.505 soci alpini; 748 soci aggregati; 350 sono i volontari aderenti alla Protezione civile costituitasi nel 1982 a seguito di esperienze maturate nei terremoti in Friuli e in Irpinia. Essa conta quattro centri operativi misti, che raggruppano 18 nuclei. La sezione si avvale anche diun nucleo trasmissioni autonomo e di un nucleo sanitario con valide strutture cui fanno capo due medici e personale paramedico. Numerosissimi gli interventi per calamità naturali che vedono gli alpini della sezione in prima linea, con invio di uomini e materiale sia in Italia che all’estero. Ad esempio in Armenia, per il terremoto, e a Rossosch, per la costruzione dell’asilo Sorriso . I volontari partecipano anche alle esercitazioni in termini di prevenzione organizzate dal 2º raggruppamento (Lombardia e Emilia Romagna); convenzioni costanti con i Comuni impegnano la sezione in esercitazioni provinciali. Gli sforzi partecipativi del passato non fanno dimenticare il futuro: non c’è mai stanchezza fra gli alpini! Il calendario delle manifestazioni sezionali e di gruppo è denso. Già, perché i gruppi della sezione di Modena si danno un gran da fare anche nei restauri e nelle edificazioni sia di immobili religiosi che laici. Chiesette e oratori, lapidi, altari e monumenti riprendono o prendono vita, testimonianze di sensibilità protesa a tener vive care memorie, anche per iniziativa di singole persone. Come è avvenuto per l’altare presso la parrocchia di un gruppo fatto costruire da Guido Valisi per onorare i dispersi in Russia. È difficile menzionare tutte le opere (e gli autori) che la sezione di Modena va seminando nella sua bella realtà ambientale. Quel Di qui non si passa se ammonisce: ci siamo noi a vigilare , chiarisce anche: non passi se non sei determinato a darti da fare, a lasciare qui il tuo sudore e la tua generosità per il bene di tutti . Una rivista su carta patinata, L’Alpino modenese, esce tre volte l’anno con ampi resoconti sull’attività sezionale, proposte, memorie e tante foto documentarie. Si riceve e si legge, la rivista, non viene buttata là, carta per il camino; e si conserva, riflettendo su quanto letto affinché gli obiettivi che la sezione intravede diventino patrimonio mentale di tutti. Come quello anche alla luce della riforma del servizio di leva di tenere vivo e alimentare lo spirito alpino o, più concretamente, richiedere un’altra Adunata nazionale a Modena. Chi scrive ricorda quella del 13 14 maggio del 1978, la sua perfetta ambientazione in un centro pur di pianura ma che ha formato tanti ufficiali alpini in spe. Già, perché la città dove fu giustiziato il patriota liberale Ciro Menotti s’identifica anche con la sua Accademia Militare. Capitale del Ducato Estense dal 1598, importante centro politico, economico, culturale, Modena apre una Scuola Militare di Fanteria che nel 1923 diventa Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria. Con l’avvento della Repubblica, nel 1946, prende il nome di Accademia Militare e nel 1947 torna (eventi storici avevano disciolto, nel 1943, le Accademie di Torino e Modena) nella stupenda sede del Palazzo Ducale, opera settecentesca dell’architetto Bartolomeo Avanzini su fondamenta di un antico castello. Dagli scaloni estensi e dalle divise di gala scendiamo in Stradello del Luzzo e… agli scarponi, in uno stabile del Comune di Modena che gli alpini hanno restaurato mantenendo, ove possibile, l’architettura più significativa: è la sede della sezione che ospita anche il gruppo di Modena. A tenere unita questa bella realtà ANA è stato dal 1995, il presidente Alcide Bertarini, nato a Pavullo nel 1954, chiamato alle armi nel 1975 e congedato nel 1976, ha prestato servizio nel reparto R.R.R. Julia.
    Bertarini è anche responsabile della Protezione civile. Presidente onorario è il gen. di Corpo d’Armata Mario Gariboldi, un mito per gli alpini, reduce di Russia dove, tenente, combattè agli ordini del padre, il generale Italo, comandante dell’ARMIR. Membro a vita del Consiglio direttivo sezionale e consulente del presidente è Trento (che nome significativo!) Montanini, già presidente sezionale dal 1989 al 1995. Dal maggio di quest’anno, presidente sezionale è Corrado Bassi, che sta continuando nel solco della tradizione, guardando al futuro. L’organico della sezione per il triennio 2001 2003 è molto articolato; ogni branca operativa ha il suo presidente, ogni quadro è controllato da responsabili e vice responsabili. A… benedire il tutto c’è padre Pierotti, cappellano ufficiale sezionale, il quale, considerati i frutti che la sezione produce, delle due l’una: o il buon Dio gli ha consegnato un aspersorio particolare o, del Signore, lui è l’aiutante di campo.


    LA SEZIONE IN CIFRE


    IL PRESIDENTE




    Corrado Bassi, nato a Castelvetro di Modena il 27.11.1946, chiamato alle armi nel 1968, ha prestato servizio nel btg. addestramento reclute Julia a L’Aquila, poi trasferito all’8º Alpini, btg. Tolmezzo di stanza a Venzone. Si è iscritto dal ’69 al gruppo di Modena, in seguito a quello di Carpi ed attualmente a quello di Boccassuolo (del quale è stato capogruppo dal ’98 al 2003), ed è stato vice presidente sezionale nel triennio 2001/2003. È presidente dal luglio 2003.


    Vice presidenti: Luigi Curti, Giuseppe Fantozzi e Francesco Fregni.
    Cappellano: padre Augusto Pierotti


    LA SEZIONE
    Forza sezionale a tutto il 2002:
    34 gruppi con 3.384 alpini e 707 aggregati.
    Sede: Stradello del Luzzo 68 41100 Modena.
    Giornale sezionale: L’Alpino Modenese, direttore responsabile: Elis
    eo Baroni.


    LE MEDAGLIE
    2 Medaglie d’Oro:
    ten. Rodolfo Boselli, di Modena, del 1º rgt. art. da montagna, 12ª batteria (Derna 3 marzo 1912);
    col. Gaetano Tavoni di Vignola, 9º rgt. Julia (fronte greco, 1940 1941).


    Cinque le brigate nelle quali gli alpini di Modena hanno profuso le loro energie: Cadore, Julia, Orobica, Taurinense, Tridentina.


    I PRESIDENTI DELLA SEZIONE
    Francesco Cagnolati 1922 1942
    Bruno Dallari 1947 1973
    Giuseppe Cortellini 1974 1978
    Tullio Tonelli 1979 1988
    Trento Montanini 1989 1994
    Alcide Bertarini 1995 2003
    Corrado Bassi 2003