Staffetta: c’era anche Ivrea

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    Sono il segretario del Gruppo di Pavone Canavese (Sezione Ivrea) e consigliere referente giovani della Sezione. Con molto rammarico mio e di molti altri soci scrivo dopo aver letto l’articolo su L’Alpino di luglio, a firma Mario Renna, su la “Staffetta che unisce l’Italia”. Bellissima iniziativa, coinvolgente, ha toccato città dal Dna alpino come Aosta, Bard, Rivoli, Susa e Biella come scrive giustamente l’amico Mario Renna, peccato però si sia dimenticato di Ivrea. Dopo aver lasciato Torino gli atleti, in data 11 giugno durante la 6ª tappa, sono arrivati nel bellissimo castello medievale di Pavone Canavese e qui sono stati ricevuti dal sindaco, dai proprietari del castello (privato) e dagli alpini dello stesso gruppo. Dopo aver visitato il castello, fatto foto e filmati, gli atleti sono partiti di corsa per raggiungere piazza Ottinetti ad Ivrea dove li aspettava la fanfara della Sezione. L’ingresso degli atleti è stato molto suggestivo come sempre e ancor più suggestivo il passaggio della fiaccola della pace dal generale comandante della Taurinense Nicola Piasente al generale del Centro addestramento alpino di Aosta Marcello Orsi. Ivrea fu sede del 4º Alpini per ben 48 anni fino al 1935, nella caserma Freguglia, ormai inesistente. Per questo acquisì il soprannome di “Città degli alpini”. Fu sede dei battaglioni Ivrea, Monte Levanna e Val d’Orco e tanto altro ancora.

    Sergio Boni, Gruppo di Pavone Canavese, Sezione di Ivrea

    Le cronache fanno spesso sintesi, anche per ragioni di spazio e non è infrequente che qualche aspetto sfugga. In ogni caso, pubblicando questa lettera, rendiamo il giusto merito agli alpini di Ivrea in occasione della tappa della staffetta che ha unito Ventimiglia a Trieste.