A Parigi respiriamo l’autunno già di primo mattino, sui lunghi viali che costeggiano gli Champs Elysées; lo riconosciamo dal chiarore del sole che si rifrange sull’acqua giallastra della Senna, mettendo in evidenza le sagome frettolose dall’insolito cappello sormontato dalla lunga penna nera. L’appuntamento per il 3º Raduno degli alpini in Europa, ideato con l’obiettivo di realizzare maggior senso associativo, una conoscenza diretta e una possibilità di scambio di idee fra alpini residenti in varie nazioni, è di fronte all’antica università della Sorbona, dove già ci attendono il Presidente nazionale Sebastiano Favero, il vice Presidente Lorenzo Cordiglia, il delegato alle Sezioni all’estero Marco Barmasse e il Consigliere nazionale Gian Mario Gervasoni per condurci a Soupir, un piccolo Comune francese che conta 316 abitanti, situato nel dipartimento dell’Aisne, che custodisce le spoglie dei nostri soldati deceduti sul fronte francese. Soupir apre il 3º Convegno che si concluderà con la riunione dei Presidenti delle sezioni in Europa.
Nella piccola località francese siamo accolti dai bambini, dagli abitanti del luogo, dal sindaco Évelyne Libregs, da Didier Niquet, sindaco di Ostel e dal neo eletto Presidente sezionale Daniele Guenzi che ci riceve fastosamente con numerosi alpini. In rappresentanza dello Stato italiano ci danno il benvenuto il vice Console Caterina Arena con l’addetta consolare Silvia Martini. L’alzabandiera con l’esecuzione degli inni nazionali e la deposizione floreale al monumento dei Caduti di Soupir aprono le cerimonie, proseguite con la sfilata accompagnata dalla fanfara della Sezione d’Ivrea verso il cimitero militare italiano.
A seguire gli alpini, giunti numerosi, e poi ancora i cittadini italiani e francesi, insieme; persone che si sono appena conosciute ma che sembrano amiche da sempre e osservano le colline dove, nella primavera del 1918, il Regio esercito italiano operò sulla linea delle cruente battaglie della Marna. In questi luoghi il II Corpo d’Armata Italiano, al comando del ten. gen. Alberico Albricci, si alternò nei combattimenti con le brigate di fanteria Napoli, Salerno, Brescia e Alpi, con i reparti francesi, americani e inglesi. Nell’autunno 1918, dopo 19 giorni di sanguinose carneficine, i reparti italiani liberarono Soupir.
In questo cimitero che custodisce le spoglie di 592 soldati italiani, il 20 settembre 1921 è stata inaugurata un’opera in bronzo, voluta dalle madri, dalle mogli, e dalle sorelle. Il coro sezionale di Massa Carrara-Alpi Apuane e gli amici cantori della Sezione Belgio intonano canti, l’emozione sale fino a sfiorare la pelle e alcuni non riescono a trattenere le lacrime quando don Gianni Bordignon benedice le lapidi e i presenti. Sempre in sfilata, poi, raggiungiamo il nuovo monumento dove si conclude l’intera cerimonia con l’inaugurazione e la benedizione del primo monumento degli alpini edificato sul suolo francese, composto da due semplici colonne sovrastate da un bianco cappello alpino di marmo di Carrara.
Il sindaco di Soupir, il Presidente sezionale Daniele Guenzi e il Presidente nazionale Favero, con allocuzioni diverse e profondamente significative, ricordano che «l’inaugurazione del nuovo monumento degli alpini è un messaggio di pace e di amicizia tra i popoli per fare in modo che i figli e i figli dei nostri figli non conoscano mai l’orrore della guerra. La vostra presenza qui a Soupir, oggi, onora i soldati italiani che sono caduti un secolo fa in terra di Francia per aiutare gli alleati nel corso di una guerra senza pietà, senza regole e senza onore. I nostri morti che giacciono qui a Soupir hanno pagato con la vita questo ciclo storico che fa dell’Italia una nazione libera, unita e indipendente». E ancora: «La presenza degli alpini qui oggi, oltre a commemorare i nostri ragazzi di un secolo fa, consolida il legame a questa terra che ci ha accolto e valorizzato, dandoci la possibilità di lavorare e progredire insieme».
L’inaugurazione del primo monumento degli alpini in terra di Francia, iscritto ai monumenti storici e ai percorsi della memoria, è il riconoscimento di questo legame importante fra le nostre nazioni e nell’ambito dell’Europa. La presenza dei nostri connazionali venuti da tutta Europa ci permette di far conoscere Soupir come luogo della memoria dei nostri soldati ma anche di fare conoscere gli alpini che, con la loro forza e pazienza, hanno saputo superare i confini e contribuire alla fratellanza tra i popoli. «È con grande emozione che oggi sono qui in nome dell’intera Associazione Nazionale Alpini perché qui ed oggi si suggella qualche cosa di importante che, oltre cento anni fa, era stato fatto: una unione, una fratellanza, un momento importante per stabilire quello che è fondamentale cioè vivere in pace e in amicizia.
Gli alpini, su questi valori fondamentali, sia in guerra, ma sopratutto in pace, lo hanno dimostrato: questo monumento che è stato fatto qui non vuol essere solo un pezzo di marmo ma vuol essere il significato profondo di un’amicizia, di un rapporto che vuole durare nel tempo e che vuole fare in modo che i popoli, le genti, possano vivere insieme in pace. I bambini delle scuole che intravedo qui oggi, suggellano il senso del futuro; il messaggio che dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni e ai giovani consiste nel poter vivere veramente con il sentimento di amicizia come legame».
Giovanni Camesasca