Sote le crode

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    «Gli alpini sono abituati a dare e non a chiedere, eppure noi in questo momento chiediamo aiuto alle forze politiche, alle istituzioni e specialmente ai sindaci, perché venga previsto un periodo di servizio obbligatorio per i giovani. Non certo una riproposizione della leva, ma l’ipotesi di un servizio da dedicare al territorio, alla popolazione, alla Patria che noi amiamo». Sono echeggiate forti in piazza Tiziano le parole del Presidente nazionale Sebastiano Favero, più volte interrotto dagli applausi.

    L’occasione è stata il centenario dalla fondazione della Sezione Cadore festeggiata domenica 7 agosto, nel “salotto storico” davanti al palazzo della Magnifica Comunità di Pieve di Cadore, alla presenza di molte autorità civili e militari e di una nutrita rappresentanza di alpini, con il Labaro dell’Ana. Durante la cerimonia, dopo la Messa celebrata da mons. Diego Soravia, anche le allocuzioni del sindaco di Pieve, Giuseppe Casagrande e del Presidente della Magnifica Comunità, Renzo Bortolot che ha consegnato al Presidente Favero, una onorificenza per l’Ana. Terminati gli interventi il corteo alpino è sfilato fino alla caserma Calvi di Tai accompagnato dalla fanfara di Conegliano.

    “Il 15 ottobre 1922 si è celebrato il cinquantesimo di fondazione del Corpo degli alpini e in tale data il Cadore è diventato Sezione. In pratica il Gruppo di Calalzo si è allargato oltre i confini comunali. La Sezione ha assunto la denominazione “Cadorina”, mantenendo la sede a Calalzo”. Così L’Alpino del 20 novembre 1922 annunciava la nascita della nuova Sezione degli alpini cadorini e questo lungo itinerario è stato raccontato in sintesi da Antonio Toffoli, undicesimo Presidente della serie iniziata con Fausto Englaro e Arturio Fanton, giunta fino a Pierluigi Bergamo e Antonio Cason da cui Toffoli qualche mese fa, ha raccolto il testimone. Una Sezione viva e attiva, con circa 2mila soci, suddivisi in 22 Gruppi da Cortina d’Ampezzo fino a Sappada, passando per Pieve di Cadore, Auronzo e Santo Stefano di Cadore.

    Grandissima attenzione la Sezione ha riservato all’attività sportiva, specialmente allo sci alpino nordico dove non si può non ricordare l’alpino Stefano De Martin Pinter per ben 7 volte campione assoluto Ana. Senza contare gli altri titoli assoluti nello sci alpino e i moltissimi titoli di categoria nelle due discipline. Dagli anni ’90 la Sezione ha dato avvio ad un importante nucleo di protezione civile che oggi si articola in quattro squadre operative con circa 70 iscritti. Nucleo che ha assicurato la sua preziosa collaborazione in molteplici eventi calamitosi a livello nazionale e locale, e da ultimo nel difficile periodo dominato dalla pandemia da Covid-19. Dal 2001 la Sezione ha la sua sede ufficiale a Calalzo, concessa dal Comune ma ristrutturata con il contributo di tutti gli alpini.

    Il periodico Sote le crode nato nel 1994 esce con due numeri all’anno. Tra le ricorrenze e gli eventi da segnalare, l’annuale ricordo dell’eccidio di Cima Vallona a San Nicolò di Comelico, nell’ultima domenica di giugno, con una partecipata cerimonia presenti i parenti delle vittime e Marcello Fagnani, unico superstite. Ma anche il piccolo santuario alpino di Calalzo, la chiesetta di San Francesco d’Orsina, è degno di una visita, come il cimitero militare Lobetti Bodoni di Santo Stefano di Cadore o il museo storico degli alpini ad Auronzo, o il museo in quota proposto a Cortina dalla Fondazione Cengia Martini Lagazuoi. Infine, i “riconoscimenti di Merito Ana Cadore” ideati da Guido Buzzo a fine anni Settanta per premiare chi ha dato lustro al Cadore. Nell’ultima edizione, la 18ª in occasione del centenario, sono stati insigniti, nella giornata di sabato, l’Unione Sportiva Ghiaccio Pieve, il prof. Gian Candido De Martin e la dott.ssa Giustina De Silvestro. Sempre sabato a Pieve di Cadore anche una interessante mostra dedicata al cappello alpino.

    Livio Olivotto