Cima Ortigara: rocce nude, scabre, aride, ancora segnate dalle lacerazioni della guerra, protese verso orizzonti infiniti, sopra gli abissi della violenza; ideale e reale altare sacrificale ove nel giugno del 1917 s’immolarono migliaia di giovani italiani in armi, soprattutto alpini, obbedienti alla chiamata della Patria. Su quella montagna, assurta più d’ogni altra a simbolo e ricordo del sacrificio alpino, cent’anni fa, il 6 settembre 1920, l’Ana, da poco costituita, celebrò la sua prima Adunata nazionale: fu un “austero pellegrinaggio” per ricordare e celebrare le virtù delle “fiamme verdi” sulla montagna che esse con il loro sangue avevano consacrato quale “calvario” e “cattedrale” degli alpini.
La cerimonia fu aperta dal Presidente nazionale Andreoletti; dopo la Messa celebrata da don Luigi Sbaragli, cappellano dei “Sette Comuni” e protagonista della battaglia, l’orazione fu tenuta da don Giulio Bevilacqua, ufficiale alpino volontario nel battaglione “Monte Berico”, che con parole “alate e vibrate” toccò l’anima di tutti i presenti, reduci ed autorità, commovendoli fino alle lacrime. Da allora la salita all’Ortigara divenne per l’Associazione un pellegrinaggio annuale ineludibile, ove riattingere la freschezza e grandezza dei valori alpini e dell’amor di Patria nel ricordo del sacrificio dei Padri. Tante manifestazioni quest’anno sono state sospese a causa della pandemia, a cominciare dall’Adunata nazionale e da quella del Triveneto, ma l’appuntamento centenario con l’Ortigara non ammetteva rinvio: il pellegrinaggio si è svolto domenica 12 luglio, nel pieno rispetto dei vincoli e delle limitazioni imposti dalla lotta contro il Coronavirus: presenze ridotte (solo Consiglio nazionale, rappresentanze di Sezioni, Gruppi, Truppe Alpine e istituzioni), distanziamento e mascherina per tutti (tranne che per le foto di rito).
La cerimonia si è svolta in un silenzio profondo, in un’atmosfera più sacrale di sempre; consapevolezza storica, compunzione, commozione nell’anima di tutti i presenti; niente Messa, solo una preghiera, recitata da don Rino Massella, il cappellano della Sezione di Verona, fedele all’Ortigara da oltre quarant’anni. Deposizione d’una corona alla Colonna Mozza, dedicata ai nostri Caduti. La cerimonia, breve ma solenne, intensa e toccante, coordinata dal Presidente della Sezione veronese Luciano Bertagnoli, ha avuto il suo culmine nelle parole pronunciate con forza e commozione dal Presidente nazionale Sebastiano Favero. Egli ha ricordato il primo raduno sull’Ortigara di cent’anni fa; ha riaffermato con orgoglio i valori di generosità e solidarietà propri degli alpini, testimoniati anche nella recente pandemia e riconosciuti da popolazione ed autorità; ha poi riproposto alcuni passi dell’orazione tenuta sull’Ortigara da padre Bevilacqua nel 1920, culminante nell’auspicio sempre attuale “basta schiavitù, basta guerre”.
«Noi – ha concluso – non abbiamo tradito i nostri valori e oggi più che mai vorremmo poterli trasmettere alle nuove generazioni per un’Italia migliore, per una Patria che sia veramente madre, nel ricordo dei nostri Caduti e con la forza e tenacia che ci appartengono». Al termine della cerimonia una delegazione alpina con atto nobile e significativo ha reso omaggio al vicino cippo dedicato ai Caduti austro-ungarici.
Vasco Senatore Gondola