Sopralluoghi in Mozambico

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    Lo scorso aprile una delegazione dell’Associazione formata dal presidente nazionale Sebastiano Favero, dal responsabile delle Grandi opere Gian Piero Maggioni e dal consigliere nazionale Renato Spreafico si è recata in Mozambico per un primo incontro esplorativo, finalizzato alla costruzione un edificio religioso e un oratorio nella città di Pemba dove operano le missioni dei Padri Cavanis, in fuga dal Nord del Paese, funestato da continui raid terroristici di miliziani armati. Quest’anno cade il trentennale della missione Albatros in Mozambico che nel 1993 fu l’ultima a vedere l’impiego di alpini di leva.

    In omaggio a questo anniversario l’Ana ha deciso di intervenire ancora una volta nel martoriato paese africano per costruire un edificio religioso e un oratorio nella città di Pemba. Il legame delle penne nere con il Mozambico nasce proprio negli anni Novanta, in seguito all’intervento umanitario deciso dalle Nazioni Unite al termine di una lunga e sanguinosa guerriglia nel Paese. In quella missione gli alpini presidiarono il territorio della provincia di Lalaua dove sorgeva una missione cattolica retta da suore che fu pesantemente danneggiata.

    Dopo quell’esperienza le penne nere lanciarono il cuore oltre gli ostacoli e con determinazione e slancio, nel 2006, riuscirono a consegnare alla comunità un nuovo collegio femminile, una scuola per adulti e un padiglione per bambini indigenti. Il flusso solidale tra le penne nere e il Mozambico non si è mai interrotto negli anni e si è rafforzato negli ultimi tempi con la nuova iniziativa solidale di Pemba, una zona particolarmente povera, con abitazioni essenziali, la maggior parte delle quali senza servizi idrici e fognature. La delegazione Ana si è incontrata con i responsabili dei Padri Cavanis e ha effettuato il sopralluogo sul terreno dove si costruirà, utilizzando prevalentemente manodopera locale, l’edificio di 600 metri quadri e l’oratorio.

    «Ci sono tante persone che vogliono professare il culto cristiano e che hanno bisogno di punti di ritrovo per la comunità », ha sottolineato il vescovo di Pemba Antonio Juliasse durante l’incontro con il presidente Favero. E gli alpini si sono messi a disposizione per questa nuova, stimolante avventura. Che è anche complessa, poiché gran parte dei materiali edili arriverà dall’Italia e i trasporti sono cari: «Stiamo studiando come contenere il più possibile i costi – ha detto il responsabile della Grandi opere Maggioni – e contiamo di arrivare almeno a 300mila euro con la raccolta fondi per coprire le spese».

    Si può contribuire direttamente donando sul seguente conto corrente:

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