Siamo sempre qui

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    Quanto è strana la vita: avevamo le persone, ma non avevamo il tempo, ora abbiamo il tempo ma ci mancano le persone. Ho voluto iniziare la descrizione degli interventi effettuati dai volontari del 1º Raggruppamento con questa riflessione che va oltre al significato delle parole per farci capire, invece, quanto siano importanti l’affetto e il rispetto che ci legano e ai quali, molto spesso per fretta, non diamo il giusto peso. Nessuno di noi avrebbe pensato, neppure nell’incubo peggiore, di dover affrontare un’emergenza simile. Non eravamo pronti. Questa non è un’emergenza ma una guerra delle peggiori! Non si possono vedere, controllare e prevedere le mosse del nemico.

    Nonostante tutte le difficoltà abbiamo fatto gruppo affrontandolo con il piglio che ci ha sempre contraddistinto. Abbiamo messo in campo le nostre truppe d’assalto che in questo caso sono i nostri dottori, infermieri, soccorritori e tutti gli operatori addetti al servizio sanitario. Subito dopo abbiamo allertato tutta la logistica possibile per supportare la prima linea e combattere al meglio e tutti uniti. Naturalmente siamo stati chiamati ad operare su più fronti, dal piccolo Comune alle istituzioni, dalla Sede Nazionale al Dipartimento di Protezione Civile e a tutti abbiamo risposto “Presente” avendo sempre ben chiaro che il nostro primo compito è e sarà sempre la sicurezza e la protezione dei volontari chiamati ad operare. Come tutti i bollettini, per poter chiarire la nostra operatività, sono necessari elenchi e numeri.

    I nostri volontari hanno lavorato per la messa in opera di tende davanti agli ospedali, alle carceri, alle case di riposo, ai pronto soccorso; hanno trasportato materiali da aeroporti a sedi territoriali fino ai domicili o alle sedi delle varie associazioni. Hanno distribuito generi alimentari e mascherine di protezione; hanno garantito il supporto e l’informazione alla popolazione e tutto quello che poteva alleviare le sofferenze e mettere in sicurezza la gente. Espressione massima del nostro operare è stata la creazione di nuovi posti letto con il recupero di edifici dismessi e la creazione di nuovi siti. Tutto questo mentre a Bergamo veniva montato l’Ospedale da Campo, tra i più capaci e attrezzati d’Europa con l’aiuto di tutti i Raggruppamenti e della Colonna mobile dell’Ana.

    Il 1º Raggruppamento ha partecipato alla sistemazione del campo base e in seguito, secondo turni prestabiliti, si è occupato della logistica e della gestione del campo a supporto all’Ospedale da Campo. La Protezione Civile Ana delle Regioni Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria con 1.713 volontari (età media 58 anni, dato importante per capire quanti sono i volontari che sono considerati a rischio dal Dpc, essendo over 65) hanno lavorato per 3.370 giornate, a questo dato vanno sommate le giornate/uomo dedicate ai coordinamenti territoriali che sono state 2.739, per un totale di 6.109. Con un facile calcolo, considerando la giornata lavorativa di 8 ore, abbiamo un monte ore di 48.872.

    A queste ore vanno aggiunte quelle prestate sul territorio dagli alpini non iscritti alla Pc. Vorrei ringraziare i volontari per la loro abnegazione e la loro disponibilità, sottolineare la fattiva collaborazione ricevuta dai presidenti e, in modo speciale, dai vice coordinatori, dai coordinatori e dai referenti di specialità di tutto il 1º Raggruppamento che hanno lavorato in modo egregio pur con le ben note difficoltà. Mi scuso con il nostro Coordinatore nazionale Gianni Gontero per le telefonate alle ore più strane e inusuali e per le mail inviate alle 2 di notte che hanno sempre ricevuto risposta. “Hic semper sumus”. Grazie a tutti.

    Paolo Rosso