Di certo non ci si aspettava di essere catapultati in una realtà così cruda come il manifestarsi della pandemia Covid-19 all’inizio di questo 2020. Di punto in bianco siamo stati chiamati a combattere un nemico subdolo e invisibile, un virus che è stato in grado di “cristallizzare” nel tempo quella vita abitudinaria che per certi versi non sapevamo nemmeno più di vivere. Gli ospedali spesso hanno rischiato il collasso, perché, similmente al clima di una guerra, i malati gravi saturavano i pochi posti disponibili in terapia intensiva e subintensiva; intere strutture chiuse e riconvertite in luoghi unicamente dedicati a curare i degenti positivi al Covid-19. La gente deve restare in casa, indossare mascherine e guanti, il timore del contagio rammenta indirettamente il terrore vissuto dai nostri nonni durante l’epidemia “spagnola” del 1920.
In questo clima di paura e caos, gli alpini sono stati chiamati ancora una volta ad affrontare il nemico. E la risposta non si è fatta attendere. Un ringraziamento particolare va agli alpini e alla Protezione Civile del Triveneto. Instancabilmente hanno ripristinato cinque ospedali; a Schiavonia (Padova), sono stati impegnati nell’allestimento dell’Ospedale da Campo donato dal Presidente del Qatar alla Regione Veneto.
Il motto scolpito nella roccia, sulla strada che conduce al Doss Trento recita “Per gli alpini non esiste l’impossibile”. Grandi risultati sono arrivati dalla stretta e fattiva collaborazione con la Sanità Alpina e il suo direttore Sergio Rizzini, impegnati nella realizzazione dell’Ospedale a Bergamo. Una sinergia di intenti che ha dato modo di lavorare su più fronti per un unico obiettivo. In poco più di una settimana, infatti, nell’area fieristica di Bergamo è stato realizzato un Ospedale da Campo dedicato a Papa Giovanni XXIII.
Una struttura interamente realizzata dai volontari della Protezione Civile e dagli alpini della bergamasca, un ospedale completo sotto ogni aspetto nel quale sono impegnati anche i volontari che hanno conseguito il corso di Alto Rischio e che si occupano di tutta la parte antincendio. Agli uomini e alle donne impegnati nella realizzazione va il mio sentito “grazie”. Come sappiamo la provincia di Bergamo è stata colpita duramente e tutti noi abbiamo ancora impresse negli occhi e nel cuore le immagini di quella colonna di mezzi militari che accompagnava i feretri in altre zone del Nord Italia.
Nonostante il dolore di aver perso così tanti concittadini, la grande forza alpina non è venuta meno e mai come in questo caso si è incarnato uno dei valori fondamentali: “Aiutare i vivi per onorare i morti”. Questo progetto è stato seguito meticolosamente dal campo base realizzato presso la sede della Sezione di Bergamo. Il campo è provvisto di segreteria, cucina e dormitorio e da qui è stata seguita la logistica; i volontari (ognuno dei quattro Raggruppamenti ha inviato 30 volontari per turno) hanno operato in turni di otto giorni.
È per me una grande soddisfazione informarvi dello splendido rapporto che si è creato con il generale della task force dell’esercito russo e con i nostri militari. Insieme a loro abbiamo visitato le residenze per anziani del territorio per effettuarne sanificazione e bonifica; un intervento fondamentale per supportare il personale sanitario che vi opera. Inoltre è stato per noi un onore ricevere le visite al campo del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, dell’assessore alla Protezione Civile lombarda Pietro Foroni, dell’assessore al Turismo Lara Magoni.
In ambito militare il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli e il generale di Corpo d’Armata Federico Bonato, hanno potuto constatare la gestione e l’impegno di tutti coloro che si sono adoperati per supportare il più possibile la popolazione in questo difficile frangente. Ovviamente questa “macchina della logistica” non avrebbe potuto funzionare così bene se non ci fosse stato il massimo impegno e l’aiuto costante di tutti quanti. Ritengo giusto e doveroso quindi esprimere alcuni ringraziamenti. In primo luogo un sentito grazie va alla Sezione di Bergamo che nonostante il momento drammatico che proprio quel territorio stava vivendo, ha aperto le porte e ci ha ospitato offrendoci tutto l’aiuto necessario per proseguire nel cammino intrapreso.
Il mio ringraziamento va anche al Segretario nazionale della Protezione Civile dell’Ana Giacomo Tiraboschi che, rispettando l’indicazione del Dpcm, ha lavorato strenuamente da casa. Un sincero grazie al Consigliere nazionale Carlo Macalli per l’impegno costante a supporto della nostra Protezione Civile. Un ringraziamento anche a Renato Ferraris del Centro Operativo Sede Nazionale. Infine, un grazie di vero cuore va a tutti i coordinatori dei 4 Raggruppamenti, ai coordinatori di sezione e a tutti i volontari alpini, aggregati e amici degli alpini, uomini e donne che dall’inizio dell’emergenza sono stati impegnati, su tutto il territorio nazionale, nella distribuzione di mascherine, alimenti, medicinali alle persone più fragili. Uniti usciremo da questo incubo anche grazie ai valori tramandati dai nostri veci che sapranno guidarci nel nostro cammino, perché solidarietà e forza di volontà sono “armi” preziose per la vittoria finale.
Gianni Gontero