Ero quasi certo ci fossero tutti i presupposti per concludere in modo positivo la ripresa delle attività e della vita nei territori dei Comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, le aree più colpite dal sisma del 24 agosto scorso, pur con il ricordo straziante dell’alto numero di vite umane strappate all’affetto dei propri cari.
Ma il destino ha voluto diversamente: il 30 ottobre un’altra scossa e poi uno sciame infinito che ha portato gravi danni e disagi a un ampio territorio adiacente a quello che era stato interessato dal sisma del 24 agosto e che ha cancellato, in un attimo, quanto era stato fatto fino a quel momento, con impegno e serietà. La buona notizia, non solo per le statistiche, è che non vi è stata alcuna vittima. Dalle prime sommarie e iniziali valutazioni, abbiamo compreso subito la gravità dell’evento e la complessità nell’organizzare con efficacia i più elementari soccorsi.
La rete stradale, dalla quale potevano giungere i soccorsi era seriamente compromessa, i territori montani poi, hanno complicato ancor di più la viabilità, bisognava infatti compiere lunghi tragitti per arrivare a destinazione. Anche le condizione meteorologiche non ci hanno favorito: il freddo ha limitato le operazioni di soccorso alla popolazione che non voleva abbandonare case e paesi.
Eppure, come in ogni altra emergenza la nostra Associazione ha risposto con immediatezza e concretezza. L’operazione “quadrupedi” che l’Ana con la direzione del Dipartimento di Protezione Civile, aveva pianificato in ogni dettaglio per installare in diverse località tensostrutture di proprietà dell’Associazione da destinare al deposito di foraggio e animali, si è convertita in “bipedi” e sei padiglioni sono immediatamente partiti per fornire un primo “tetto” alle popolazioni che non volevano lasciare i loro paesi, la loro vita.
Dopo un primo momento di disordine per il sopraggiungere di disagi avvertiti dalla gente, ci siamo assestati e tutti i Raggruppamenti, con massimo ordine e regolarità (mentre scrivo abbiamo raggiunto oltre ottomila giornate/uomo!) stanno contribuendo con i loro volontari, motivati e qualificati: 1º Rgpt. – Sezioni: Acqui Terme, Asti, Aosta, Genova, La Spezia, Omegna, Pinerolo, Torino e Valsusa, presidia nel Comune di Ripe San Ginesio per diverse attività in collaborazione con l’Amministrazione comunale. 2º Rgpt. – Sezioni: Bergamo Brescia, Colico, Como, Lecco, Luino, Milano, Monza, Pavia, Salò, Valle Camonica, Valtellina, Varese, hanno montato una tensostruttura di 8×20 mq. nel Comune di Cadarola adibita a posto di ritrovo, un’altra di 10×10 nel Comune di San Ginesio e l’ultima sempre 10×10 nella frazione Pian della Pica che viene utilizzata come ritrovo e per la celebrazione della Messa.
Ora sono impegnati a San Ginesio. 3º Rgpt. – Sezioni: Bassano, Belluno, Cadore, Conegliano, Feltre, Padova, Treviso, Valdagno, Valdobbiadene, Venezia, Verona, Vicenza e Vittorio Veneto. Hanno montato una tensostruttura 15×25 nel comune di Sastra, un’altra 10×15 nel Comune di San Severino Marche e un’altra 18×10 nel Comune di Bolognola. Ora presidiano le località di Bolognola, Tolentino e Apiro. 4º Rgpt. – Sezioni: Abruzzi, Bari-Puglia- Basilicata, Firenze, Massa Carrara-Alpi Apuane, Pisa-Lucca-Livorno, operano a Tolentino e Porto San Elpidio per assistenza varia alle popolazioni sfollate. Anche il nostro Ospedale da Campo è stato coinvolto fornendo tre persone a Norcia che gestiscono una struttura di radiologia.
Considerata la delicata situazione dei luoghi presidiati non intravvedo, almeno nel breve, la chiusura delle nostre attività di soccorso. Anche in questa occasione, tutti i volontari della Protezione Civile Ana si sono dimostrati degni della fiducia e della stima che tutti ripongono nella nostra Associazione guadagnandosi la riconoscenza della popolazione soccorsa.
Giuseppe Bonaldi
pc.coord.naz@ana.it