Sono stufo di leggere le lamentele e le proteste degli alpini per gli attentati alla nostra Preghiera da parte di sacerdoti e vescovi. Ne sono pieni i social network, e ogni tanto saltano fuori anche nelle lettere al direttore de L’Alpino.
La cosa è semplice, cari alpini, prima di una qualsiasi cerimonia che prevede un rito religioso, andate a parlare con l’officiante e ditegli cosa volete fare, cosa volete cantare e che volete pregare secondo la versione ufficiale Ana della Preghiera dell’Alpino. Se gli va bene, tanto meglio. Se invece storce il naso, è inutile fare il pianto greco. Semplicemente andate in un’altra chiesa, da un altro sacerdote. Tutto qua. I preti che ci contestano sono pochissimi, evitateli, ignorateli. È inutile andare a cercar zizzania con loro! La stragrande maggioranza del clero ci è favorevole, ci vuole bene, ci accetta per come siamo, con i nostri vizi, le nostre virtù e le nostre preghiere.
Dario Burresi, Sezione di Trieste
Non è così facile, caro Dario, fare i profughi a casa propria. Meglio cercare qualche compromesso. Anche perché i preti cambiano e gli alpini rimangono.