Sfidarsi in montagna

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    Era la memorabile estate del 1789. Mentre la Francia viveva il crollo della monarchia, il nobile trentanovenne Dèodat de Dolomieu, scienziato empirico e autodidatta, intraprese un viaggio in Tirolo. Camminò per oltre 1.300 chilometri lungo valloni, superando passi, oltre valichi inesplorati. E s’imbatté in una roccia nuova, diversa, capace di trattenere il bagliore dei raggi del sole, nell’ultima sera. Una pietra che, complice il destino, venne battezzata Dolomia perché figlia di monsieur Dolomieu, suo primo estimatore. Queste rocce hanno visto passare migliaia di alpini, in guerra e in pace. Monguelfo, Dobbiaco, San Candido, campi estivi e invernali, il 6º Alpini e il 2º artiglieria da montagna erano di casa qui. 

     

    Quanti giovani sono diventati uomini nelle caserme ormai quasi del tutto abbandonate, mangiate dalle sterpaglie e dalla vegetazione che cresce disordinata tra le crepe dell’asfalto. E in questa valle, l’alta Pusteria, si è disputata la 69ª edizione dei Campionati Sciistici delle Truppe Alpine. Un programma incalzante che ha visto sfidarsi in diverse discipline 1.500 atleti provenienti da 11 Nazioni le cui bandiere sono state issate sui pennoni in Piazza del Magistrato durante la cerimonia di apertura. Karin Oberhofer, atleta dell’Esercito medaglia olimpica nel biathlon a Sochi insieme a Gianluca Cavaliere, capitano della Nazionale italiana di Para Ice Hockey, hanno acceso il tripode che ha ufficializzato l’apertura dei Ca.Sta 2017.

    «Sono molto orgoglioso dei nostri uomini e delle nostre donne, sono tra i migliori per equipaggiamento e abilità e soprattutto dal punto di vista dell’etica, della morale e della capacità di saper interpretare le missioni di sicurezza con altruismo e coraggio, sempre al servizio della gente», sono state le parole del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano durante la cerimonia di apertura alla quale hanno partecipato, a rappresentare l’Ana, il Presidente Favero e il vice Sonzogni.

    Nella piazza centrale di San Candido, una temperatura atipica per queste valli, che sa di primavera inoltrata; sul versante solivo non c’è traccia di neve, si è conservata solo a nord, stirata e compatta, confezionata ad hoc per i turisti. Ed è sotto il Monte Baranci che presta il nome alla pista, che si correrà la gara di sci alpinismo in notturna, mentre bisognerà spostarsi a Sesto, sui prati della Croda Rossa, per disputare la gara di slalom gigante.

    Gli atleti impegnati nel fondo, nel biathlon e nella gara a pattuglia raggiungeranno con i mezzi messi a disposizione dall’Esercito, la Nordic Arena e poco distante il poligono entrambi dislocati a Dobbiaco. Ma la gara regina dei Campionati delle Truppe Alpine resta la competizione tra plotoni, con qualche novità per questa edizione. Le nuove disposizioni del regolamento obbligano ogni reparto a preparare due plotoni, quello in gara viene deciso con un’estrazione a sorte degli organizzatori, a pochi giorni dall’inizio.

    In ciascun plotone è d’obbligo una presenza femminile e nessuno tra gli atleti deve aver partecipato alle ultime tre edizioni dei campionati. Queste nuove norme sono state studiate innanzitutto perché i reparti addestrassero il maggior numero di soldati e in secondo luogo, per garantire al podio l’effetto sorpresa. Tre giornate sugli sci intervallate da un giorno di riposo e una notte da trascorrere in attendamento a Villabassa, per i 25 plotoni in gara, ognuno formato da 15 soldati.

    Oltre al dislivello e ai chilometri da percorrere zaino in spalla, sono diverse le prove da affrontare: la prova topografica, quella di tiro, la prova di primo soccorso, quella di precisione con il lancio delle bombe a mano e ancora una prova di slalom gigante, una a cronometro e, ultimo rush finale, una staffetta sprint che deciderà il reparto capace di imporsi e di salire sul gradino più alto del podio. Dopo quattro giorni di sfide e di eventi, di attese e di pronostici, la vittoria finale della gara plotoni è andata alla brigata alpina Julia, capace di mettere ben tre reggimenti sul podio in entrambe le classifiche, nazionale e internazionale.

    Infatti, al termine di una combattutissima staffetta scialpinistica, l’8º Alpini di Venzone e il 7º di Belluno si sono spartiti i trofei Buffa e International Federation atof Mountain Soldiers, con il reggimento logistico di Merano terzo in entrambe. I ragazzi del Centro Addestramento Alpino di Aosta si aggiudicano il Trofeo Medaglie d’Oro Alpine davanti al Reparto Comando e Supporti Tattici Tridentina e al 4º reggimento alpini paracadutisti.

    Nella classifica per l’assegnazione del Trofeo dell’Amicizia, l’Italia, rappresentata dal Centro Sportivo Esercito, si impone nettamente su Romania e Svizzera. Al quarto posto si classifica l’Ana. L’Esercito ha la meglio sui colleghi dei Carabinieri e conquista il Trofeo Interforze. Nel calendario di una settimana dedicata allo sport, il comandante gen. C.A. Bonato ha voluto fortemente l’inserimento di due eventi benefici a rimarcare l’impegno delle Truppe Alpine nel sociale.

    Si tratta di iniziative a favore degli atleti della Federazione Italiana Paralimpica degli Sport del Ghiaccio e delle attività dell’Associazione San Vincenzo di Dobbiaco per le quali è stata organizzata una raccolta fondi grazie alla partita di hockey disputata tra Italia e Slovacchia, l’esibizione di pattinaggio al Palaghiaccio di Dobbiaco e il concerto della fanfara della brigata Julia nella sala auditorium intitolata a Gustav Mahler.

    La fiamma del tripode si è spenta venerdì pomeriggio, mentre l’ombra lenta avanzava sulla montagna. Ritornerà ad accendersi nel 2018, per la 70ª edizione dei Campionati, con una proposta del Presidente Favero: «Da diverso tempo partecipiamo ai Ca.Sta non solo per dare un supporto come Associazione ma anche con i nostri atleti, in quasi tutte le gare. E speriamo, tra qualche anno, di esserci anche con i plotoni perché siamo convinti che i nostri alpini in congedo siano ancora capaci di mostrare le loro grandi capacità».

    AI CA.STA, L’OSPEDALE DA CAMPO DELL’ANA

    Per la prima volta e con lusinghieri risultati, sono stati impiegati sia personale singolo sia alcuni assetti dell’Ospedale da Campo Ana a supporto di Comalp e di esigenze previste in questa manifestazione. Dal 13 al 15 marzo, un Posto Medico Avanzato di 1º livello composto da due tende dell’ospedale da campo del Gimc – Ana è stato approntato a Villabassa (Bolzano) per garantire assistenza sanitaria ai plotoni in gara durante la fase di arrivo all’accampamento, pernottamento e partenza, circa 500 atleti. Hanno partecipato 11 volontari del Gimc: 5 sanitari di cui 2 medici (cardiologo/rianimatore ed ortopedico), 2 infermieri (esperti di chirurgia ed emergenza) e un tecnico di laboratorio; 5 logisti coordinati dal direttore logistico Antonio Tonarelli sotto la supervisione del Direttore generale Sergio Rizzini. Sono stati visitati e medicati o curati 25 militari di diverse nazionalità. Questo servizio, richiesto per la prima volta dal Comando Truppe Alpine, è stato particolarmente apprezzato dal generale C.A. Federico Bonato e da tutto il suo staff, che ha giudicato l’operato particolarmente importante anche in previsione delle future edizioni e di nuove collaborazioni.

    Mariolina Cattaneo


    Gli alpini sono fatti così

    Titolava così il suo libro Ubaldo Riva, ottant’anni fa. Uno che la sapeva lunga in fatto di penne nere. Gli alpini sono fatti così: tu li chiami e loro arrivano. È accaduto anche ai recenti Campionati sciistici delle Truppe Alpine dove le “quote” Ana sono stabilite dal regolamento, gli alpini in congedo infatti corrono esclusivamente per il Trofeo dell’Amicizia sfidandosi con le rappresentanze degli Eserciti di Paesi alleati e amici, con i gruppi sportivi militari nazionali e di Stato e con i Comandi Nato multinazionali. Insomma tutta gente che mastica la fatica come il pane quotidiano o almeno dovrebbe.

    Consideriamo poi che per i nostri atleti queste sono passioni coltivate nei ritagli di tempo, discipline che non fanno sconti e costano sacrifici, come ogni cosa alle alte quote. La prima gara in calendario è lo sci di fondo. Siamo a Dobbiaco, patria dei fondisti, sulla pista Saskia nella Nordic Arena che ricorda appunto Saskia Santer, ex biatleta e fondista mondiale. La sfida sarà su un percorso vario che ogni anno ospita anche la Coppa del Mondo. Circuiti impegnativi con alternanza di salite e discese; qualche decina di metri poi la pendenza cambia e il tracciato continua su un terreno ondulato e boschivo.

    Al termine della gara le rappresentanze femminili e quelle maschili avranno percorso rispettivamente 10 e 15 km, 2 e 3 giri, per un dislivello positivo di 150 metri. I nostri atleti sono Alfio Di Gregorio della Sezione di Varese e Giuliano De Monte Zanguol della Sezione Cadore, pronti sulla linea di partenza accanto ad altri 38 fondisti. Al segnale di start scattano e iniziano a spingere, dopo il rush iniziale il mucchio multicolore sparisce dietro alla prima curva. A 33 minuti 45 secondi e 2 decimi arriva Alfio. Ci sono sua moglie e i loro due figli ad attenderlo. Lo festeggiano, sarà 5º nella classifica assoluta. A 36 minuti, 26 secondi e un decimo, anche Giuliano taglia il traguardo e si posiziona 12º.

    La soddisfazione è grande. Lo leggi sui volti, nel sorriso dell’alpino Roldano De Biasi, tecnico della Commissione sportiva dell’Ana inviato a seguire i Ca.Sta. Alpino del Cividale, non ha mollato un attimo i ragazzi. Ha partecipato alle riunioni tecniche e ogni volta, era alla partenza e all’arrivo a sostenerli. Osservatore silenzioso, ha inviato incitamenti e informazioni dal tablet che ha sempre tra le mani, puntato sui campi di gara, adattato a macchina fotografica. Dopo la gara di fondo, il giorno successivo, è in programma lo slalom gigante. Tra i giganti dolomitici della Val di Sesto, sui prati innevati della Croda Rossa, a Sesto Pusteria si disputeranno due manche sulla Porzen, pista di media difficoltà. Trenta porte per un dislivello negativo di 200 metri.

    La neve è compatta, il tempo sereno e la temperatura tanto lontana dai rigidi inverni degli anni passati, quando c’era la naja e si montava di guardia a -26º. Questa mattina il termometro segna lo 0, presto il sole ammollerà la neve. Nell’ordine di partenza sono iscritti 42 atleti, tra di loro ci sono anche i marchiati Ana: Matteo Borasio della Sezione di Vercelli, Gianmauro Piantoni e Andrea Rossi della Sezione di Bergamo. La classifica finale li vede piazzati rispettivamente 16º, 7º e 13º. S’intrattengono con Roldano che li immortala seduti sul podio, poi con il tablet manda la foto a chi è rimasto a casa, accompagnata dal messaggio: “Matteo, Gianmauro e Andrea sono stati soddisfattissimi delle loro prestazioni.

    Questa immagine, seduti sul podio, rimane a testimonianza di una onorevolissima partecipazione. Bravi! Ora attendo l’arrivo degli sci alpinisti per una serata agonistica con i fiocchi”. E gli sci alpinisti non si fanno aspettare. La gara è alle 20, le Dolomiti infisse nel cielo osservano. Quasi in 170 sulla neve, pronti a partire. Il percorso è un anello da ripetere due volte, si tratta della pista Haunold, una rossa che di solito si risale con gli impianti perché riservata agli sciatori da discesa. Questa sera invece gli atleti si misureranno in salita per 320 metri sulla neve battuta, raggiunto il culmine e tolte le pelli affronteranno la discesa e compiranno di nuovo lo stesso percorso fino al traguardo. Per l’Ana Erwin Deini della Sezione Domodossola, Giovanni Paini e Roberto Testini della Sezione Vallecamonica. È una gara suggestiva, complice la notte e la gente piuttosto numerosa distribuita lungo il tratto iniziale del percorso.

    Dopo mezz’ora arriva il primo, i nostri sono tutti sotto i 40 minuti e nella classifica assoluta Giovanni è 8º, Erwin 9º e Roberto 12º. C’è anche Teleboario a raccogliere qualche intervista, a filmare queste giornate. Erwin ha un bel sorriso pulito, gli occhi scuri si accendono quando ricorda che lo scorso anno aveva partecipato ai Ca.Sta accompagnato dal suo papà, artigliere da montagna del 6º. Quest’anno non c’è, è insieme alle stelle che guardano il Monte Baranci. Ma Erwin sorride, gli dedica questa serata, poi si sistema e saluta tutti. Deve rientrare a casa, su in Valle Antigorio, diramazione della Val d’Ossola, dall’altro capo delle Alpi. Lo attendono quasi sei ore di viaggio e arriverà a notte fonda.

    «Per me è solo un piacere gareggiare per l’Ana. Hai visto il mio caschetto? – e lo mostra fiero – me lo ha regalato il mio Gruppo!». Gli alpini sono fatti così. Uomini che sanno di montagna. Un elemento ancestrale capace di plasmare il fisico e, prima ancora, di rafforzare lo spirito abituandolo alle difficoltà della vita. «Bisogna vedere che cosa s’intende per felicità: avere una macchina di grossa cilindrata oppure un paio di sci da fondo? Io personalmente preferisco un paio di sci da fondo». Scriveva Mario Rigoni Stern oltre trent’anni fa. E i nostri ragazzi tra le vette, masticavano felicità. Felicità soprattutto di gareggiare per la grande famiglia alpina. L’Ana si è mostrata attraverso la loro forza di volontà, i loro sorrisi, la voglia di mettercela tutta. E loro si sono emozionati, hanno fatto squadra, si sono comportati da alpini.

    Sono i figli della leva obbligatoria, quella scuola di vita a cui l’Ana dovrà sempre guardare per “tenere vive e tramandare le tradizioni degli alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta” e soprattutto per quell’incontenibile amore verso l’Italia che, della vecchia naja, ostenta il bisogno. Oggi più che mai.

    Sfidarsi in montagna
    Era la memorabile estate del 1789.Mentre la Francia viveva il crollodella monarchia, il nobile trentanovenneDèodat de Dolomieu, scienziatoempirico e autodidatta, intrapreseun viaggio in Tirolo. Camminò per oltre1.300 chilometri lungo valloni, superandopassi, oltre valichi inesplorati. Es’imbatté in una roccia nuova, diversa,capace di trattenere il bagliore dei raggidel sole, nell’ultima sera. Una pietrache, complice il destino, venne battezzataDolomia perché figlia di monsieurDolomieu, suo primo estimatore.Queste rocce hanno visto passare migliaiadi alpini, in guerra e in pace.Monguelfo, Dobbiaco, San Candido,campi estivi e invernali, il 6º Alpini eil 2º artiglieria da montagna erano dicasa qui. Quanti giovani sono diventatiuomini nelle caserme ormai quasidel tutto abbandonate, mangiate dallesterpaglie e dalla vegetazione che crescedisordinata tra le crepe dell’asfalto.E in questa valle, l’alta Pusteria, si èdisputata la 69ª edizione dei CampionatiSciistici delle Truppe Alpine. Unprogramma incalzante che ha vistosfidarsi in diverse discipline 1.500 atletiprovenienti da 11 Nazioni le cuibandiere sono state issate sui pennoniin Piazza del Magistrato durante la cerimoniadi apertura. Karin Oberhofer,atleta dell’Esercito medaglia olimpicanel biathlon a Sochi insieme a GianlucaCavaliere, capitano della Nazionaleitaliana di Para Ice Hockey, hannoacceso il tripode che ha ufficializzatol’apertura dei Ca.Sta 2017.«Sono molto orgoglioso dei nostri uominie delle nostre donne, sono tra imigliori per equipaggiamento e abilitàe soprattutto dal punto di vista dell’etica,della morale e della capacità disaper interpretare le missioni di sicurezzacon altruismo e coraggio, sempreal servizio della gente», sono state leparole del Capo di Stato Maggiore dellaDifesa, generale Claudio Grazianodurante la cerimonia di apertura allaquale hanno partecipato, a rappresentarel’Ana, il Presidente Favero e il viceSonzogni. Nella piazza centrale di SanCandido, una temperatura atipica perqueste valli, che sa di primavera inoltrata;sul versante solivo non c’è tracciadi neve, si è conservata solo a nord,stirata e compatta, confezionata ad hocper i turisti.Ed è sotto il Monte Baranci che prestail nome alla pista, che si correrà la garadi sci alpinismo in notturna, mentre bisogneràspostarsi a Sesto, sui prati dellaCroda Rossa, per disputare la gara dislalom gigante. Gli atleti impegnati nelfondo, nel biathlon e nella gara a pattugliaraggiungeranno con i mezzi messia disposizione dall’Esercito, la NordicArena e poco distante il poligono entrambidislocati a Dobbiaco. Ma la gararegina dei Campionati delle Truppe Alpineresta la competizione tra plotoni,con qualche novità per questa edizione.Le nuove disposizioni del regolamentoobbligano ogni reparto a preparare dueplotoni, quello in gara viene deciso conun’estrazione a sorte degli organizzatori,a pochi giorni dall’inizio. In ciascunplotone è d’obbligo una presenza femminilee nessuno tra gli atleti deve averpartecipato alle ultime tre edizioni deicampionati. Queste nuove norme sonostate studiate innanzitutto perché i repartiaddestrassero il maggior numerodi soldati e in secondo luogo, per garantireal podio l’effetto sorpresa.Tre giornate sugli sci intervallate da ungiorno di riposo e una notte da trascorrerein attendamento a Villabassa, per i25 plotoni in gara, ognuno formato da15 soldati. Oltre al dislivello e ai chilometrida percorrere zaino in spalla,sono diverse le prove da affrontare: laprova topografica, quella di tiro, la provadi primo soccorso, quella di precisionecon il lancio delle bombe a manoe ancora una prova di slalom gigante,una a cronometro e, ultimo rush finale,una staffetta sprint che deciderà ilreparto capace di imporsi e di salire sulgradino più alto del podio.Dopo quattro giorni di sfide e di eventi,di attese e di pronostici, la vittoria finaledella gara plotoni è andata alla brigataalpina Julia, capace di mettere ben trereggimenti sul podio in entrambe leclassifiche, nazionale e internazionale.Infatti, al termine di una combattutissimastaffetta scialpinistica, l’8º Alpini diVenzone e il 7º di Belluno si sono spartitii trofei Buffa e International FederationatofMountain Soldiers, con il reggimentologistico di Merano terzo in entrambe.I ragazzi del Centro AddestramentoAlpino di Aosta si aggiudicano il TrofeoMedaglie d’Oro Alpine davanti alReparto Comando e Supporti TatticiTridentina e al 4º reggimento alpiniparacadutisti. Nella classifica per l’assegnazionedel Trofeo dell’Amicizia,l’Italia, rappresentata dal Centro SportivoEsercito, si impone nettamente suRomania e Svizzera. Al quarto posto siclassifica l’Ana. L’Esercito ha la megliosui colleghi dei Carabinieri e conquistail Trofeo Interforze.Nel calendario di una settimana dedicataallo sport, il comandante gen.C.A. Bonato ha voluto fortementel’inserimento di due eventi benefici arimarcare l’impegno delle Truppe Alpinenel sociale. Si tratta di iniziativea favore degli atleti della FederazioneItaliana Paralimpica degli Sport delGhiaccio e delle attività dell’AssociazioneSan Vincenzo di Dobbiaco per lequali è stata organizzata una raccoltafondi grazie alla partita di hockey disputatatra Italia e Slovacchia, l’esibizionedi pattinaggio al Palaghiaccio diDobbiaco e il concerto della fanfaradella brigata Julia nella sala auditoriumintitolata a Gustav Mahler.La fiamma del tripode si è spenta venerdìpomeriggio, mentre l’ombra lentaavanzava sulla montagna. Ritornerà adaccendersi nel 2018, per la 70ª edizionedei Campionati, con una proposta delPresidente Favero: «Da diverso tempopartecipiamo ai Ca.Sta non solo perdare un supporto come Associazionema anche con i nostri atleti, in quasitutte le gare. E speriamo, tra qualcheanno, di esserci anche con i plotoniperché siamo convinti che i nostri alpiniin congedo siano ancora capaci dimostrare le loro grandi capacità».AI CA.STA, L’OSPEDALEDA CAMPO DELL’ANAPer la prima volta e con lusinghieririsultati, sono stati impiegati sia personalesingolo sia alcuni assetti dell’Ospedale da Campo Ana a supporto diComalp e di esigenze previste in questamanifestazione. Dal 13 al 15 marzo, unPosto Medico Avanzato di 1º livellocomposto da due tende dell’ospedaleda campo del Gimc – Ana è stato approntatoa Villabassa (Bolzano) pergarantire assistenza sanitaria ai plotoniin gara durante la fase di arrivo all’accampamento,pernottamento e partenza,circa 500 atleti. Hanno partecipato11 volontari del Gimc: 5 sanitari dicui 2 medici (cardiologo/rianimatoreed ortopedico), 2 infermieri (esperti dichirurgia ed emergenza) e un tecnicodi laboratorio; 5 logisti coordinati daldirettore logistico Antonio Tonarellisotto la supervisione del Direttore generaleSergio Rizzini.Sono stati visitati e medicati o curati25 militari di diverse nazionalità. Questoservizio, richiesto per la prima voltadal Comando Truppe Alpine, è statoparticolarmente apprezzato dal generaleC.A. Federico Bonato e da tuttoil suo staff, che ha giudicato l’operatoparticolarmente importante anche inprevisione delle future edizioni e dinuove collaborazioni.
    MariolinaCattaneo
    <hr>Gli alpini sono fatti così

    Titolava così il suo libro Ubaldo Riva,ottant’anni fa. Uno che la sapevalunga in fatto di penne nere. Glialpini sono fatti così: tu li chiami e loroarrivano. È accaduto anche ai recentiCampionati sciistici delle Truppe Alpinedove le “quote” Ana sono stabilite dalregolamento, gli alpini in congedo infatticorrono esclusivamente per il Trofeodell’Amicizia sfidandosi con le rappresentanzedegli Eserciti di Paesi alleati e amici,con i gruppi sportivi militari nazionali e diStato e con i Comandi Nato multinazionali.Insomma tutta gente che mastica lafa
    tica come il pane quotidiano o almenodovrebbe. Consideriamo poi che per i nostriatleti queste sono passioni coltivate neiritagli di tempo, discipline che non fannosconti e costano sacrifici, come ogni cosaalle alte quote.La prima gara in calendario è lo sci di fondo.Siamo a Dobbiaco, patria dei fondisti,sulla pista Saskia nella Nordic Arena chericorda appunto Saskia Santer, ex biatletae fondista mondiale.La sfida sarà su un percorso vario che ognianno ospita anche la Coppa del Mondo.Circuiti impegnativi con alternanza di salitee discese; qualche decina di metri poi lapendenza cambia e il tracciato continua suun terreno ondulato e boschivo. Al terminedella gara le rappresentanze femminilie quelle maschili avranno percorso rispettivamente 10 e 15 km, 2 e 3 giri, per undislivello positivo di 150 metri.I nostri atleti sono Alfio Di Gregorio dellaSezione di Varese e Giuliano De MonteZanguol della Sezione Cadore, prontisulla linea di partenza accanto ad altri38 fondisti. Al segnale di start scattano einiziano a spingere, dopo il rush iniziale ilmucchio multicolore sparisce dietro allaprima curva. A 33 minuti 45 secondi e2 decimi arriva Alfio. Ci sono sua mogliee i loro due figli ad attenderlo. Lo festeggiano,sarà 5º nella classifica assoluta. A36 minuti, 26 secondi e un decimo, ancheGiuliano taglia il traguardo e si posiziona12º. La soddisfazione è grande. Lo leggisui volti, nel sorriso dell’alpino RoldanoDe Biasi, tecnico della Commissione sportivadell’Ana inviato a seguire i Ca.Sta.Alpino del Cividale, non ha mollato un attimoi ragazzi. Ha partecipato alle riunionitecniche e ogni volta, era alla partenza eall’arrivo a sostenerli. Osservatore silenzioso,ha inviato incitamenti e informazionidal tablet che ha sempre tra le mani,puntato sui campi di gara, adattato a macchinafotografica.Dopo la gara di fondo, il giorno successivo,è in programma lo slalom gigante. Trai giganti dolomitici della Val di Sesto, suiprati innevati della Croda Rossa, a SestoPusteria si disputeranno due manche sullaPorzen, pista di media difficoltà. Trentaporte per un dislivello negativo di 200metri.La neve è compatta, il tempo sereno e latemperatura tanto lontana dai rigidi invernidegli anni passati, quando c’era la najae si montava di guardia a -26º. Questamattina il termometro segna lo 0, presto ilsole ammollerà la neve.Nell’ordine di partenza sono iscritti 42 atleti, tra di loro ci sono anche i marchiatiAna: Matteo Borasio della Sezione di Vercelli,Gianmauro Piantoni e Andrea Rossidella Sezione di Bergamo. La classifica finaleli vede piazzati rispettivamente 16º,7º e 13º. S’intrattengono con Roldanoche li immortala seduti sul podio, poi conil tablet manda la foto a chi è rimasto acasa, accompagnata dal messaggio: “Matteo,Gianmauro e Andrea sono stati soddisfattissimidelle loro prestazioni. Questaimmagine, seduti sul podio, rimane a testimonianzadi una onorevolissima partecipazione.Bravi! Ora attendo l’arrivo deglisci alpinisti per una serata agonistica coni fiocchi”.E gli sci alpinisti non si fanno aspettare.La gara è alle 20, le Dolomiti infisse nelcielo osservano. Quasi in 170 sulla neve,pronti a partire. Il percorso è un anelloda ripetere due volte, si tratta della pistaHaunold, una rossa che di solito si risalecon gli impianti perché riservata agli sciatorida discesa. Questa sera invece gli atletisi misureranno in salita per 320 metrisulla neve battuta, raggiunto il culminee tolte le pelli affronteranno la discesa ecompiranno di nuovo lo stesso percorsofino al traguardo. Per l’Ana Erwin Deinidella Sezione Domodossola, GiovanniPaini e Roberto Testini della SezioneVallecamonica. È una gara suggestiva,complice la notte e la gente piuttosto numerosadistribuita lungo il tratto inizialedel percorso. Dopo mezz’ora arriva il primo,i nostri sono tutti sotto i 40 minutie nella classifica assoluta Giovanni è 8º,Erwin 9º e Roberto 12º. C’è anche Teleboarioa raccogliere qualche intervista, afilmare queste giornate. Erwin ha un belsorriso pulito, gli occhi scuri si accendonoquando ricorda che lo scorso anno avevapartecipato ai Ca.Sta accompagnato dalsuo papà, artigliere da montagna del 6º.Quest’anno non c’è, è insieme alle stelleche guardano il Monte Baranci. Ma Erwinsorride, gli dedica questa serata, poisi sistema e saluta tutti. Deve rientrare acasa, su in Valle Antigorio, diramazionedella Val d’Ossola, dall’altro capo delleAlpi. Lo attendono quasi sei ore di viaggioe arriverà a notte fonda. «Per me è solo unpiacere gareggiare per l’Ana. Hai visto ilmio caschetto? – e lo mostra fiero – me lo haregalato il mio Gruppo!». Gli alpini sonofatti così. Uomini che sanno di montagna.Un elemento ancestrale capace di plasmareil fisico e, prima ancora, di rafforzare lospirito abituandolo alle difficoltà della vita.«Bisogna vedere che cosa s’intende perfelicità: avere una macchina di grossa cilindrataoppure un paio di sci da fondo?Io personalmente preferisco un paio di scida fondo». Scriveva Mario Rigoni Sternoltre trent’anni fa. E i nostri ragazzi trale vette, masticavano felicità. Felicità soprattuttodi gareggiare per la grande famigliaalpina.L’Ana si è mostrata attraverso la loroforza di volontà, i loro sorrisi, la voglia dimettercela tutta. E loro si sono emozionati,hanno fatto squadra, si sono comportatida alpini. Sono i figli della levaobbligatoria, quella scuola di vita a cuil’Ana dovrà sempre guardare per “tenerevive e tramandare le tradizioni degli alpini,difenderne le caratteristiche, illustrarne leglorie e le gesta” e soprattutto per quell’incontenibileamore verso l’Italia che, dellavecchia naja, ostenta il bisogno. Oggi piùche mai.