Sempre in prima linea

    0
    37

    Corrado Perona ha concluso il suo terzo mandato. Un’esperienza condotta con stile, determinazione, tenacia. Il testimone ricevuto da Giuseppe Parazzini, nonostante l’Associazione fosse in ottima salute, era pesante. La sospensione della leva obbligatoria aveva creato sconcerto e suscitato un profondo disagio tra gli alpini. Una svolta che intaccava la tradizione storica del nostro Paese, la natura delle truppe alpine e la vita stessa dell’ANA. Decisione troppo lontana dallo spirito di servizio sentito da tutti noi come un comandamento più che un dettato costituzionale. I pessimi rapporti con le forze politiche, dure nelle loro decisioni, non miglioravano quelli con i vertici militari. Si respirava un’aria carica di tensione e interrogativi.

     

    Da lì è partito il gravoso compito del presidente Perona. Piemontese doc, figlio di un ufficiale degli alpini ferito sul Pasubio e decorato, con precedenti significativi nella sua sezione di Biella e in Consiglio Direttivo Nazionale, frenando non senza difficoltà l’indole impulsiva, ha avviato un paziente lavorio di ricucitura con i comandi delle nostre brigate e, complice l’intelligente opera del gen. Bruno Iob, si è tornati a parlare la stessa lingua e a respirare quello spirito fraterno che sempre accomuna chi porta il cappello alpino. Non a caso all’adunata di Bolzano, a scorta del Labaro, c’erano i Capi di Stato Maggiore della Difesa e dell’Esercito, Abrate e Graziano e il comandante delle Truppe Alpine, Primicerj. Penne bianche ai più alti livelli della Forza Armata. Sul tappeto, irrisolto, anzi complicato da qualche spinta radicale, rimaneva il quesito: quale futuro per la nostra Associazione? Una risposta, che dovrebbe tracciare con la forza e l’identità della nostra storia una via profetica, non c’è. Siamo ad un bivio senza indicazioni, e non sono ammessi errori o superficialità. Questo compito Corrado l’ha sentito gravare sulle sue spalle.

    Con un faticoso peregrinare per l’Italia ha raccolto idee ed opinioni, sintetizzandole in un grosso dossier destinato al suo successore. Una base da cui partire per assicurare continuità ad un’esperienza militare, civile ed umana unica al mondo. Può sembrare marginale, ma tale non è, lo sforzo compiuto in questi nove anni di presidenza per trasformare strutturalmente, grazie all’aiuto di valide professionalità nell’ambito del CDN, i gioielli di famiglia: Sede nazionale, Contrin e Costalovara. Sono state investite somme importanti, rese disponibili da un’oculata gestione delle risorse da parte dei tesorieri. Orgoglio dell’Associazione resta comunque la crescente testimonianza di una forte capacità operativa nel mondo della solidarietà, del volontariato, della diffusione della cultura alpina. E qui non possiamo non ricordare, oltre a quanto sintetizzato nel Libro Verde degli ultimi anni, l’Ospedale da Campo, la Protezione Civile, la scuola in Mozambico, la casa per anziani di Ripabottoni, il villaggio di Fossa in Abruzzo, la casa per Luca e la scuola materna di Casumaro di Cento.

    Nove anni segnati dalla guida di un Presidente costantemente in prima linea. Mai, nella storia della nostra Associazione, si è avuta una presenza così assidua della massima autorità istituzionale nelle Sezioni, nei Gruppi, in Italia e all’estero. Corrado non amava la scrivania di via Marsala. Si sentiva presidente degli alpini e per loro ha sempre trovato tempo. Ministri o conducenti non faceva differenza. Nelle manifestazioni dell’ANA si sentiva a suo agio e diventava un altro uomo. Trascinatore, commuoveva e si commuoveva. Se è vero che quando doveva scrivere tormentava la penna recalcitrante a fronte di un foglio bianco, quando prendeva la parola entusiasmava e sapeva toccare con rara abilità le corde sensibili di chi lo ascoltava. Un dono. Sorprendente, ma solo per chi non conosce la passione scarpona di questo grande alpino.

    Vittorio Brunello