Sempre con gli alpini

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    Questa volta dedichiamo la copertina agli alpini in armi. Sono, lo ripetiamo sempre, l’altra faccia della nostra medaglia, perché ci accomuna un Dna che viene da lontano: genesi che abbiamo celebrato a Napoli, solo pochi mesi fa, schierandoci in piazza del Plebiscito accanto a tutte le Bandiere di guerra e agli stendardi dei reparti che dipendono dal comando Truppe Alpine dell’Esercito.

    In questo mese di marzo, in cui tutti ci auguriamo di vedere un po’ di neve tornare sui monti, mostreranno ancora una volta l’alto livello della loro professionalità durante i giorni dell’esercitazione Volpe Bianca, che si svolge tra gli splendidi scenari della Val Badia. Ma le penne nere dell’Esercito stanno facendo da mesi molto di più, anche senza stare sotto i riflettori: l’invasione russa dell’Ucraina e la grave situazione di instabilità che è di conseguenza venuta a crearsi nel cuore del continente europeo hanno infatti spinto il nostro Governo a farsi parte attiva nelle contromisure che la Nato ha assunto di fronte ad una minaccia che è ben più che potenziale.

    E così gli alpini sono stati schierati in Lettonia (operazione Baltic Guardian), in Bulgaria ed in Ungheria (per l’Enhanced Vigilance Activity, ovvero attività di vigilanza rafforzata), ricevendo ampi apprezzamenti per la loro capacità di muovere e operare su terreni innevati, in climi freddi e ambiente ostile. Una capacità frutto di un addestramento costante, ma, soprattutto, figli di una mentalità operativa che, appunto, viene dal cuore storico delle nostre montagne, che hanno forgiato e ancora forgiano intere generazioni di penne nere.

    Li vediamo da anni, ogni giorno, i ragazzi e le ragazze con l’aquila sul cappello, vicino alle stazioni ferroviarie e agli obiettivi sensibili delle grandi città, nell’ambito dell’operazione Strade Sicure: una missione silenziosa, magari non troppo confacente al ruolo di un soldato, ma sicuramente utile a “mostrare sicurezza” e dare una visione plastica della presenza dello Stato. Ma adesso sappiamo che sono anche là, in quelle terre diventate all’improvviso e brutalmente frontiera, per garantire la presenza e la partecipazione del nostro Paese come membro fondamentale dell’Alleanza Atlantica. Non sono sotto i nostri occhi e non ricevono neppure una grande attenzione mediatica: ma ci sono. Saldi come sempre, alpini come sempre.

    A loro, dunque, dedichiamo la copertina per confermare la nostra vicinanza e, meglio, fratellanza. Quando sarà possibile, perciò, invitiamo sempre più spesso questi ragazzi e ragazze nelle nostre sedi, per far loro conoscere (se già non lo frequentano) il nostro mondo, quello degli “alpini per sempre”, in cui anche loro possono entrare, quando vogliono.

    Cominciamo da quelli che vediamo nelle nostre città per Strade Sicure: anche a loro, che pure raccolgono già la simpatia degli sguardi della gente, perché dove c’è un alpino ci si sente sempre a proprio agio, fa piacere essere circondati dalla positività e dall’allegria che diventano palpabili ogni volta che ci incontriamo.

    Certo, nei momenti istituzionali questa vicinanza non manca mai (e, diciamolo, anche tra quanti portano le stellette un po’ di sana invidia per questo c’è): con la capacità vitale associativa che solo noi abbiamo cerchiamo di farla vivere in ogni anche piccola occasione.

    Massimo Cortesi