Scritti… con la divisa

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    Siamo sempre con il solito artigliere alpino che con queste lettere si congeda. Dopo aver usufruito della licenza ordinaria scrive alla mamma e, dopo tre giorni al fratello.

    Strigno, 25 marzo 1960 – Cara mamma, son tornato fra queste quattro mura a riprendere la mia vita da soldato. (…) Oggi ho avuto una lieta notizia, il Comandante del Reparto, visto che nel nostro ufficio c’è sempre qualcosa da fare (…) mi ha esentato da tutti i servizi, pertanto non farò più né capoposto, né caporale di giornata, né capo picchetto. (…) A proposito di punizioni, il giorno che sono venuto a casa il sig. Maggiore mi ha chiamato durante l’adunata con alcuni altri e ha proposto di punirci per il cappello alpino troppo tirato. Avevo paura che me lo facessero pagare, come hanno già fatto, invece mi hanno dato solo 5 giorni di consegna che ho scontato a casa. (…) Sono stato fortunato che il permesso l’avevano già firmato, altrimenti mi saltava anche quello. (…)

    Strigno, 28 marzo 1960 – Caro Mario, (…) Ora ho ripreso la mia vita militare che si sussegue monotona, come un vecchio ritornello (…). Si pensa e si parla principalmente di congedo. Per la maggior parte dei militari, in questo frangente di tempo, il congedo è superiore a tutto, anche alla Patria (anche ai tempi nostri si dovrebbe avere un minimo di amor patrio), ciò forse è determinato per la maggior parte dai superiori e dal sistema di vita e di disciplina ancora in vigore nell’Esercito Italiano che ormai sono superate e anche dal fatto che il far poco ci annoia e ci rende apatici. Se non c’è sacrifico non c’è amore.

    Dopo la licenza ordinaria, riprende la fitta corrispondenza.

    Strigno, 12 maggio 1960 – Cara mamma, (…) Ormai avevo dimenticato tutto della naia dopo 12 giorni a casa, ma il sentir l’aria della caserma m’ha fatto rammentare tutto. (…) Comunque ora ho poco e poi verrò a casa per sempre e dico con i miei amici, fratelli di naia: “Per i veci è sempre finita”. (…) Qui ho ripreso la mia vita tra le scartoffie dell’ufficio che sono abbastanza numerose in questo periodo dato che si incomincia a preparare i vari elenchi, schemi, programmi e schizzi per il campo estivo 1960. (…) Non preoccuparti per me poiché il morale è alto, la salute ottima, il tempo promette bene (…) ed ho fatto un altro campo quindi conosco malizie ed accorgimenti per rendere la tenda come una piccola casa. (…) LA VA A 86 ALBE! La vita di campagna va migliorando anche in montagna, pure dove le pendenze sono ripide arrivano le falciatrici a scoppio, prima l’erba veniva tagliata tutta con la falce.

    Paese, 26 maggio 1960 – Carissimo figlio, (…) sento che sono dietro ancora a perseguitarti con delle punture che non posso sentire più neanche a parlarne (…) speriamo che non ti abbia fatto tanto male (…). (…) Siamo dietro a tagliare il fieno (…) Qui stanno modernizzandosi, c’è la falciatrice anche qui nei Cavagnoli, ieri sera ha tagliato un po’ di quello dello zio qui vicino al nostro, il proprietario della falciatrice è il Podetì di Plicosa e l’ha comperata anche il Miglio di San Giovanni.

    I militari veniva incaricati anche a fare servizio ai seggi in caso di elezioni.

    Strigno, 28 maggio 1960 – Cara mamma, (…) La puntura mi ha fatto poco o niente, solo un po’ di dolore locale per due giorni (…). Qua nella provincia di Trento si svolgeranno le votazioni amministrative e ci hanno scelti una trentina anche di noi per fare servizio ai seggi, non essendo bastanti i carabinieri. Hanno detto che ci danno 1.800 £. al giorno, speriamo sia vero, per ora ce ne hanno dato 2.000 di acconto, gli altri verranno dopo. Si calcolano 3 giorni quindi dovremo avere la somma di 5.400 £., però dobbiamo arrangiarci a mangiare (…).

    Intanto giunge il tempo del campo estivo, fisso e mobile, con un susseguirsi di esercitazioni e tiri a fuoco.

    Castello Tesino, 9 giugno 1960 – Cara mamma, ormai è da alcuni giorni che mi trovo al campo estivo. (…) Si susseguono le esercitazioni, l’una dietro l’altra. (…) Mi trovo bene anche se il tempo fa un po’ il matto, poiché ogni pomeriggio immancabilmente viene giù un po’ d’acqua. Ci troviamo molto affiatati, alla sera ci mettiamo all’aperto dove facciamo delle risate e cantate in sana allegria. Qui ci fermiamo fino al 17 c.m., quindi dopo un’esercitazione a fuoco notturna ci trasferiremo a Imèr dove ci fermiamo due giorni, quindi andiamo a Falcade per il 20 dove ci fermeremo fino al 28. (…) Per sabato abbiamo in programma un’esercitazione a fuoco di Gruppo, la settimana prossima si susseguiranno a ritmo serrato sia a livello di Batteria, Gruppo e Reggimento. (…) LA VA A 58 ALL’ALBA!

    Falcade, 21 giugno 1960 – Cara mamma, scusami se ho tardato un po’ a rispondere alla tua cara lettera, ma non mi è stato possibile farlo prima poiché c’è stata un’esercitazione a fuoco che è durata 3 giorni di fila e per tre giorni sono stato sopra i 2.000 m. dove, ben capirai, non c’era tempo né possibilità di scrivere (…). Ora mi trovo (…) in una magnifica pineta dove non manca di certo l’aria buona e salubre. Il tempo continua ed essere bello e la mia salute è ottima (…) il giorno 29 comincerà il campo mobile, quindi si tornerà ancora qua dove si faranno grandi manovre con gli Alpini sopra il Passo S. Pellegrino. Spero che avrai ricevuto la mia cartolina che ti ho scritto dal Passo Rolle dove mi sono fermato ieri durante la lunga tappa di trasferimento da Castel Tesino a Falcade, attraverso il Passo Broccon, la Gobbera, Passo Rolle e Passo Valles. (…) Ed ora termino questa mia lunga chiacchierata, buttata giù alla rinfusa e mi scuserai la brutta scrittura, ma sono qua in mezzo alla pineta con il foglio sopra il ginocchio che non è la migliore scrivania che possa esistere (…).

    Questa volta è la mamma che anticipa il figlio per evitargli di battere cassa. Le mamme sanno tutto e pensano a tutto.

    Paese, 24 giugno 1960 – Carissimo figlio,(…) torniamo un po’ a quello che mi dici sulla tua lettera della tua calligrafia così alla rinfusa, ce ne vorrebbe molti di quelli che scrive così, io li ricevo sempre molto volentieri (…) sei tu in quella pineta e lì ci sarà verde, no? E il tuo portafoglio non è mica al verde? Fammi sapere di che colore è e quando possa fargli cambiare colore (…).

    Laste, 2 luglio 1960 – Cara mamma, oggi do risposta alla tua lettera da Laste in Val Fiorentina e non più da Falcade, poiché ieri sono stato aggregato alla 37ª batteria. (…) dove mi trovo bene poiché conosco tutti gli ufficiali e dove ho molto amici (…) come già sai ho fatto altri due campi con la 37. Ho con me anche Gaiti, quello di Ardesio che hai conosciuto al C.A.R. (…). Per quanto riguarda il portafoglio sei molto vicina al vero, poiché il sedersi stesso su questi verdi prati rende del medesimo colore le tasche ed anche il portafoglio (…).

    Intanto si avvicina la data dell’agognato congedo.

    Falcade, 16 luglio 1960 – Cara mamma, (…) Ormai il campo mobile è terminato e sono rientrato al RCG a Falcade, dove non si sa ancora fino a quando ci fermeremo, alcuni dicono il 28 altri il 31. (…) Proprio oggi il mio amico della maggiorità mi ha fatto vedere il decreto ministeriale dove si prescrive il congedamento del 2º/37 dal 2 al 5 agosto p.v. Quindi ormai la va a pochi sul serio. (…) LA VA A 17 ALL’ALBA!

    A cura di Luigi Furia