Sarebbe stato bello

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    Sarebbe stata una bella festa… Tanti piani, tanti proponimenti ed organizzazione, la città in festa, la gente plaudente, tutti i Gruppi rappresentati dai loro sindaci con il gonfalone del paese, tutto svanito, nella migliore delle ipotesi rimandato, tutto un sogno. C’è un bel po’ di amaro in bocca, per noi che attendevamo questa manifestazione per onorare la nostra Sezione, la nostra “Veja” centenaria che malgrado l’età sa ancora rilucere di luce propria, e l’ultima occasione per dimostrarlo l’ha spesa durante la crisi causata dal virus.

    L’ha ancora dimostrato con le opere, con la presenza continua di uomini con la penna che si davano da fare, con il reperire – dai risparmi degli alpini – una generosa somma da dedicare alla solidarietà. Questo la nostra “Veja” ha fatto, per essere all’altezza dei suoi figli che si sono sacrificati in tutta una serie di guerre, per onorare le sue tradizioni di cittadina di quella “Augusta” che non è mai stata troppo tenera né accondiscendente. E noi, la nostra sfilata per le vie cittadine l’abbiamo già fatta. Con la tuta della Protezione Civile a portare negli ospedali il materiale mancante, negli ospizi a portare un segno di solidarietà, con i militari a sistemare qualche attrezzatura, con il nostro Presidente onnipresente, pungolante, tuttofare che si sta guadagnando i galloni del secondo mandato, e con tutti gli alpini che, chi in un modo e chi nell’altro, cercano di difendersi dal contagio con mascherine, disinfettanti e liquidi vari coadiuvanti di diverse gradualità alcooliche.

    Quando poi si potrà rientrare nel vivere civile, allora Torino potrà rivedere i suoi alpini. Li vedrà e li saluterà con il calore e con l’amore solito, anzi, con la gioia con cui si accolgono degli amici che le circostanze hanno tenuto lontani per troppo tempo. Saranno le nostre fanfare che ci annunceranno, sarà la nostra “Montenero” che dirà loro: la “Veja” è qui, è ancora con voi, fino a quando in queste contrade ci sarà un cappello con la penna, sarà parte essenziale della comunità. E tutte le Penne Mozze di guerra e di pace sorrideranno, e saremo tutti fieri di lei. Pier Giorgio Milano