Sarà una splendida festa

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    Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, parla di Adunata, volontariato e alpini.

    L’Adunata di Rimini-San Marino, dopo un tentativo di slittare ad ottobre 2020, è stata definitivamente spostata, in accordo con gli enti territoriali, a maggio 2021. È stato giusto non “rischiare” l’evento in autunno?

    Lo dico con enorme dispiacere, ma sì, ritengo anch’io che sia stata la scelta più giusta. Ci tenevamo particolarmente e ci stavamo organizzando da mesi: ospitare il centenario dell’Adunata nazionale degli alpini è un vero onore e sarebbe stato l’evento con più affluenza di pubblico di tutto l’anno. Purtroppo, ci siamo trovati a fronteggiare una pandemia globale senza precedenti, nella quale, com’è naturale che sia, la priorità è stata rafforzare i presidi sanitari e reggere l’urto del virus. Abbiamo fatto di tutto per cercare di confermare la manifestazione, anche spostandola in autunno, ma in tempi così stretti era impossibile garantire la sicurezza di tutti. E in fondo mi ritrovo molto nelle parole del Presidente Favero: è stata una decisione dolorosa, ma giusta.

    Che manifestazione sarà e cosa auspica per il più importante evento degli alpini?

    Che sia una grande festa, come merita di essere. Anzi grandissima, perché i numeri dell’Adunata sono incredibili: quest’anno erano attesi oltre 1,2 milioni di persone tra Rimini e San Marino e avremo il tempo per organizzare ancora meglio un evento unico e senza precedenti. Gli alpini sono un simbolo del nostro Paese: ne rappresentano i valori più genuini, come la solidarietà e l’aiuto verso il prossimo. Sono convinto, anzi certissimo, che l’attesa di un anno in più, dopo tutto quello che di drammatico abbiamo passato, renderà l’Adunata 2021 un evento irripetibile.

    Nell’emergenza che peso ha avuto, e quale pensa che avrà in questi mesi in cui dovremo comunque convivere con il virus, l’impegno del volontariato e in particolare quello degli alpini, attivi sul territorio regionale?

    Sono molto contento quando mi viene posta questa domanda. Non capita spesso e lo dico con rammarico, perché il volontariato in questi mesi sta dando una prova commovente di disponibilità e professionalità che meriterebbe più attenzione. Se guardo in casa mia, in Emilia-Romagna, ci sono state centinaia di associazioni, ovvero migliaia di persone, che di fronte all’emergenza e a un virus così pericoloso, non hanno esitato a mettersi a disposizione. Lo hanno fatto, semplicemente chiedendo cosa ci fosse da fare: consegnare la spesa, assistere gli anziani soli, guidare auto o ambulanze. Tante piccole azioni che messi insieme ci hanno aiutato a venirne fuori. Sugli alpini non è che avessimo molti dubbi: il loro contributo fu già eccezionale dopo il terremoto del 2012 e si conferma tale a ogni emergenza, come esondazioni o alluvioni, come accadde anche nel 2017. Insomma, non mi sono stupito a vederli in prima linea in alcune delle zone più colpite d’Italia, montando le tende dell’ospedale di Podenzano a Piacenza o lasciando la nostra Regione per prestare servizio a Bergamo.

    Le file dell’Associazione sono destinate ad assottigliarsi, incidendo sulla componente di volontariato. Cosa pensa di questo fattore, che potrebbe rivelarsi una perdita anche per la comunità?

    È molto semplice: non possiamo permetterci di perdere questo patrimonio così prezioso, un enorme valore. Un tessuto umano che caratterizza la società, le trasmette un senso di umanità e solidarietà che i ritmi frenetici delle nostre vite rischiano di stritolare. La pandemia rischia di dare un colpo pesante a questa realtà, molte realtà potrebbero non sopravvivere. Siamo in contatto con gli Enti del Terzo Settore per individuare insieme misure di aiuto: finanziamenti che possano aiutare a pagare i costi fissi e a compensare le mancate entrate dovute alla sospensione dell’attività ordinaria. Abbiamo subito stanziato 1,5 milioni e presto pubblicheremo un bando per individuare i Confidi che possano permettere di finanziare chi è in difficoltà.

    Nel 2021 si spera che l’emergenza sia terminata. Ritiene che l’Adunata vada riprogrammata con un’ottica diversa e diverse attenzioni, tenuto conto delle migliaia di persone che richiama ad ogni edizione?

    Auspico sia già disponibile un vaccino in quantità importanti e questo garantirebbe un ritorno alla normalità, altrimenti garantiremo tutte le precauzioni necessarie affinché l’evento possa svolgersi nella massima sicurezza. Comunque, lasciatemelo dire: con gli alpini in campo, abbiamo già la certezza che la serietà e il rigore che serviranno saranno assolutamente garantiti. Sarà una splendida festa!

    Grazie Presidente, la aspettiamo a Rimini per salutare gli alpini.

    m.m.