SALUZZO – Medaglie d’onore

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    Nella Prefettura di Cuneo si è svolta la consegna delle Medaglie d’Onore, conferite dal Presidente della Repubblica in memoria di cinque cittadini della provincia internati nei lager nazisti e destinati ai lavori forzati durante il Secondo conflitto mondiale. Tra gli insigniti dell’onorificenza alla memoria c’è anche l’alpino Antonio Mairone, la cui medaglia è stata consegnata alla famiglia dal prefetto Fabrizia Triolo. Mairone nacque a Martiniana Po il 9 aprile 1909; dopo aver svolto regolare servizio di leva nel 2º Alpini, battaglione Saluzzo, fu richiamato nuovamente alle armi allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Nel dicembre 1942 giunse al magazzino mobilitato del battaglione Saluzzo e nel febbraio 1943 partì per la Croazia.

    Dopo l’8 settembre 1943, fu catturato a Fiume e deportato in Germania dove venne internato: durante la prigionia sopravvisse a condizioni terribili, spesso nutrendosi di bucce di patate gettate dai tedeschi, con il costante timore di esser scoperto e ucciso. Il 10 aprile 1945 fu liberato dalle truppe alleate e rimpatriato il 5 settembre. Nel 1948 si sposò con Domenica Bergia dalla quale ha avuto quattro figli: Lucia Caterina, Bruno, Palmiro e Maria Grazia, tutti residenti a Martiniana Po.

    Successivamente gli fu conferita anche la Croce al Merito di guerra. Gli anni della prigionia lo segnarono in modo profondo e, a parte la gavetta ed il cucchiaio che utilizzava durante la permanenza nel campo, non conservò altri ricordi e, neppure con i propri figli, condivise gli orrori a cui aveva assistito e che lo hanno accompagnato fino alla morte, il 2 gennaio 1973. Sempre nella prefettura di Cuneo è stata conferita alla memoria dell’alpino Francesco Cedrone la Medaglia d’Onore, riconoscimento istituito per i cittadini italiani che hanno subito la deportazione. Il prefetto Triolo ha consegnato l’onorificenza al figlio Giorgio, alla presenza del vice sindaco del Comune di Barge, Nadia Beltramo, paese che diede i natali a Cedrone. È una lunga e difficile esperienza quella vissuta in guerra da Francesco.

    Classe 1915, viene chiamato alle armi e arruolato nel 1º Alpini, battaglione Mondovì, il 21 aprile 1936; congedato l’anno seguente è richiamato nel 1940 nel battaglione Saluzzo, 2º Alpini, Divisione Cuneense, dove viene promosso sergente maggiore. Nel marzo 1941 partecipa alla Campagna sul fronte greco-albanese e il 6 agosto 1942 parte per il fronte russo. Il figlio Giorgio racconta che fece ritorno il 15 marzo 1943, grazie alla guida del valoroso tenente Maurizio Meinero. L’8 settembre 1943, dopo la ricostituzione dei reparti, è ad Ora (Bolzano) al seguito della Compagnia Comando del Saluzzo, viene catturato dai tedeschi ed è destinato al lavoro forzato, come militare a cui è negato lo stato di prigioniero di guerra, prima nel lager nazista di Hohenstein, nella Prussia tedesca (oggi Polonia), poi in quello di Zagan dove lavora in una fabbrica di locomotori.

    Invitato più volte ad aderire al servizio volontario del lavoro o a far parte delle forze nazifasciste, ha sempre rifiutato. Nel febbraio 1945, mentre l’esercito russo avanzava, venne trasferito nel lager Werra Meiningen in Germania e destinato in un’officina per la lavorazione del ferro e dell’acciaio, dove rimane ferito alla gamba sinistra e successivamente ricoverato, prima all’ospedale di Meiningen e dopo la liberazione da parte degli americani, l’8 aprile 1945, all’ospedale militare per prigionieri italiani di Wasungen (Germania). Cedrone riesce a rientrare in Italia dalla frontiera del Brennero il 13 luglio 1945; sposato e con due figli, morirà a Barge il 29 settembre 1971, nel giorno del suo 56º compleanno.