SALUZZO – Il memoriale della Divisione martire

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    Nei locali della dismessa stazione vecchia di Cuneo Gesso si può visitare la mostra permanente “Memoriale della Divisione alpina Cuneense” che raccoglie documenti e cimeli storici appartenenti sia alla divisione Cuneense, sia alla Grande Guerra.

     

    Il Memoriale, attualmente presieduto da Aldo Meinero, è stato voluto dall’associazione culturale cuneese “Tracce di Memoria”, con scopi di ricerca storica e con particolare riguardo alle tradizioni alpine della provincia di Cuneo che, già nel primo conflitto mondiale, sacrificò sui campi di battaglia più di dodicimila ragazzi provenienti dalle vallate e dalle pianure piemontesi, liguri e apuane. Da questa stazione, nei mesi di luglio e agosto 1942, partirono i convogli che portavano gli alpini in Russia. Un gruppo di alpini di Barge, sezione di Saluzzo, ha visitato il Memoriale con una guida d’eccezione, Alessandro Petracca di Cuneo, responsabile della Commissione Storica.

    Una magnifica occasione per ammirare raccolte di reperti, armi individuali, pezzi di artiglieria, divise attribuibili a varie epoche storiche, documenti, ma anche biografie di personaggi illustri, ed eroici; infine, angoli dedicati alla ricostruzione fedele dei momenti cruciali di vita militare al fronte e sulle vette, e poi gli alpini della divisione Cuneense, di cui soltanto uno su dieci tornò a baita. Seguire l’itinerario che la mostra propone provoca sentimenti di commozione profonda, ma anche di sconcerto a fronte dell’orrore che gli scenari via via scoperti possono rievocare.

    A momenti pare persino sentir risuonare una voce lontana che narra di sacrifici e privazioni estreme, come quella del sergente bargese Carlo Priotto, alpino della 21ª Compagnia del Saluzzo, che il 5 dicembre 1942 scrisse alla madre: “Sai cara mamma, sono nottate che molto più attirano alla malinconia, notti cupe, nere, insonni”. La Mostra, aperta al pubblico, ha già accolto molti visitatori e scolaresche. Tutto questo per non dimenticare e per lasciare ai giovani un messaggio tangibile di pace e di fratellanza alpina.