Ritrovarsi al Tomba

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    La salita sul Tomba è di buon’ora perché la gente di montagna è abituata a rendersi operosa fin dalle prime luci dell’alba. Ci siamo dati appuntamento con due amici, Alberto e Franco, tutti con cappello alpino e divisa associativa d’ordinanza, poiché così prevede il protocollo, in più soprattutto perché orgogliosamente ne affermiamo l’appartenenza al Corpo.

    Seppure sia domenica sentiamo di dover arrivare presto, anche se la cerimonia inizia fra qualche ora. Non c’è un perché definito, forse perché c’è sempre qualcuno da incontrare con il quale mi sono dato appuntamento fin dall’anno scorso, oppure ho voglia di salutare altri che vedo spesso, ma vuoi mettere essere qui sul Tomba?!

    La festa sa di conquista di territorio, di vita e il dialogo è predisposto alla ricognizione geografica, alla memoria storica, l’amico caro “andato avanti”, la guerra, ma anche all’operosità dei nonni, dei genitori che in questi luoghi hanno avuto e ancora ottengono sostentamento. È la prima domenica di settembre e il caso vuole sia anche il primo giorno del mese. Si sono appena concluse le commemorazioni ufficiali per il centenario della Grande Guerra ed ecco, subito, un altro anniversario nefasto: l’inizio della Seconda guerra mondiale il 1º settembre 1939, ottant’anni fa.

    Un territorio nuovamente sconvolto e il dramma culminerà con il famigerato “rastrellamento del Grappa”, alla fine del quale si conteranno più di seicento morti e circa ottocento deportati. Come molte altre, questa è una terra conquistata duramente e tuttavia sempre viva nel presidio della memoria, puntualmente marcata soprattutto dagli alpini. La giornata è favorevole, la popolazione tutta è presente con intere famiglie, giovani, bambini, veci. Tanti alpini, ma anche fanti, artiglieri, bersaglieri, lagunari, i rappresentanti in congedo d’ogni Arma e di alcuni dei Paesi coinvolti nei conflitti mondiali; autorità religiose e civili, guidate dai numerosi sindaci del territorio, il Consigliere regionale Silvia Rizzotto, il Consigliere nazionale Roberto Genero, il Consiglio della Sezione di Bassano del Grappa con il suo Presidente Giuseppe Rugolo e numerosi vessilli e gagliardetti.

    Le cerimonie, ottimamente coordinate dal Gruppo di Cavaso del Tomba, si sono aperte con l’ammassamento e sono proseguite con la sfilata, cadenzata dalla banda musicale di Pederobba, l’onore ai Caduti e l’alzabandiera con l’inno di tutti i Paesi coinvolti nei conflitti mondiali. La Messa, concelebrata dal parroco e dai Padri Cavanis in memoria dei Caduti e impreziosita dalle voci del coro Valcavasia è stata intitolata alla “conservazione del creato”, scelta quanto mai appropriata in questa splendida cornice.

    Gli interventi, preceduti dal saluto del Capogruppo Roberto Gnesotto, si sono incentrati sul tema della pace che rischia di diventare retorico e addirittura contraddittorio se pensiamo agli innumerevoli conflitti che ancora oggi si annoverano in molti continenti. L’argomento diventa invece essenziale quando si declinano i comportamenti del vivere quotidiano riferiti ai principi di convivenza civile, ai valori propri dovuti alla persona umana e quindi il rispetto, le doti morali e intellettuali che conferiscono autorità e autorevolezza, capacità di dialogo e comprensione, mediazione, tolleranza e pazienza.

    Come annunciato, a metà giornata perché altrimenti impegnato, ecco arrivare il Presidente nazionale Sebastiano Favero. Raggiunge i commensali che onorati plaudono per l’autorevole intervento e ai numerosi brindisi che sono seguiti.

    Gianantonio Codemo