Ripartiamo da qui

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    Domenica 3 ottobre 1948 e 2021. Due date separate da 73 anni, ma legate dalla secolare storia del Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa. Entrambe ne segnano la restituzione ufficiale alla comunità: nel 1948 con la ricostruzione dopo le distruzioni del secondo conflitto, nel 2021 a conclusione dell’imponente restauro. Come allora, anche quest’anno, gli alpini sono stati tra i protagonisti della rinascita e delle celebrazioni dedicate alla struttura lignea a loro intitolata.

    Un capitolo di storia che si ripete e un’occasione di ripartenza che si rinnova: dalle macerie della guerra allora, da quelle della pandemia oggi. Lo ha ribadito il sindaco di Bassano, Elena Pavan, durante la cerimonia inaugurale (“Noi ripartiamo da qui!”) e lo hanno dimostrato gli alpini che dopo anni sono tornarti a sfilare con orgoglio e fierezza sotto le campate del Ponte riannodando i fili dei ricordi dell’Adunata nazionale del 2008 e, i meno giovani, anche quella del 3 ottobre 1948.

    Espressione dell’ingegno dell’architetto Andrea Palladio, della storia di una comunità e delle penne nere, più volte caduto nel corso dei secoli, ma sempre rialzatosi per volontà dei bassanesi, il Ponte è reduce da un lungo restauro che ha visto, ancora una volta, gli alpini in prima fila: nel dopoguerra si rimboccarono le maniche eseguendo le opere di ricostruzione, oggi l’Ana ha finanziato il nuovo impianto di illuminazione, mentre la Sezione di Bassano del Grappa, attraverso una raccolta fondi spontanea, ha coperto le spese della rinnovata pavimentazione.

    Il Ponte di Bassano non è solo un attraversamento fluviale. È un’icona internazionale, per legge “monumento italiano”, con ambizioni ancora più alte. Come ha sottolineato il Presidente del Veneto, Luca Zaia, durante la cerimonia di inaugurazione: «Ha tutti i requisiti per ottenere il riconoscimento Unesco patrimonio dell’umanità», sollecitando l’avvio del relativo iter. Una proposta alla quale si è subito associato il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, nato e cresciuto nel bassanese, che ha impartito la benedizione.

    Il suggerimento di Zaia ha spinto il Presidente nazionale Sebastiano Favero a rilanciare: «Anche gli alpini meriterebbero di essere riconosciuti patrimonio dell’umanità, per il loro impegno, per non essere mai contro, ma pronti a fare. Dispiace che il servizio di leva sia stato abolito: ce ne sarebbe bisogno, oggi, per i nostri giovani». Momento centrale della cerimonia, ristretta per le limitazioni anti Covid e antiterrorismo, è stato il taglio del nastro affidato alla Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati (nel 1948 toccò al Presidente del Consiglio dei ministri, Alcide De Gasperi), affiancata tra le altre autorità civili e militari, dal ministro Erika Stefani, dal gen. C.A. Claudio Berto, da Andrea Adorno che nel 2010 fu insignito di Medaglia d’Oro per le operazioni in Afghanistan – primo graduato dell’Esercito ancora in vita e in servizio a ricevere l’onorificenza – ospite d’onore a tutte le celebrazioni del centenario della Sezione di Bassano del Grappa.

    Il cerimoniale ha lasciato poi spazio alla contingentata sfilata degli alpini giunti da tutta Italia (il Consiglio Direttivo Nazionale, le delegazioni di 70 Sezioni) nella loro “capitale morale” per condividere un momento tanto atteso dopo due anni di digiuno da Adunate nazionali. Con gli occhi lucidi di commozione hanno dato vita ad un emozionante e coinvolgente spettacolo di vessilli, gagliardetti e brani, seguito dal Presidente Casellati direttamente dalla sede della Sezione bassanese che con l’inaugurazione del Ponte ha concluso in bellezza i festeggiamenti del proprio centenario.

    Rinviato lo scorso anno a causa del Covid, il prestigioso traguardo della Sezione si è snodato su tre giornate, scandite da intensi momenti che dal Ponte hanno abbracciato il sacrario di Cima Grappa, luogo della memoria dove centinaia di alpini, in rappresentanza di diverse zone d’Italia, si sono uniti nel ricordo del sacrificio di padri e nonni. Per il suo primo secolo di vita la Sezione ha voluto inoltre lasciare dei segni tangibili, semplici ma carichi di significato, come il “Sentiero del Centenario”, sintesi di storia, natura e bellezza, ricavato lungo il fiume Brenta, nel centro di Bassano e percorribile dai disabili. «Anche un sentiero fa memoria – ha osservato il Presidente sezionale Giuseppe Rugolo – costruito con le mani e la passione degli alpini rimarrà per sempre alla città».

    Sempre “per non dimenticare”, è stata posta una targa del centenario, all’esterno della sede sezionale situata all’accesso della struttura palladiana, a testimoniare lo stretto legame fra le penne nere, Bassano e il suo Ponte. Sugli insegnamenti e sui valori del passato la Sezione guarda al futuro rinnovando il proprio impegno, come documentano le due mostre allestite per l’occasione: una che racconta la vita dei suoi 65 Gruppi; la seconda con le opere d’arte firmate dal generale Biagio Abrate, già Capo di Stato Maggiore della Difesa e bassanese di adozione.

    Raffaella Forin