Rimini città “alpina”

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    Caro comandante, gli oltre due mesi trascorsi dalla 93ª Adunata nazionale degli alpini, mi consentono di poterLa non solo ringraziare per le espressioni di gratitudine e di stima rivolte alla mia persona e ai collaboratori di questa Prefettura, ma anche di formulare alcune brevi riflessioni sull’evento e sul suo svolgimento. Ritengo, infatti, che la presenza massiccia degli alpini in questo territorio provinciale in generale e a Rimini in particolare, abbia costituito un momento di grande aggregazione e di gioiosa convivenza con la popolazione locale, atteso – peraltro – che il numero degli “ospiti” era di gran lunga superiore al “pubblico di casa”. La tenuta dell’ordine e della sicurezza pubblica, quella vera e misurabile, è stata piena e senza incertezze, attuata anche con il fondamentale contributo del servizio d’ordine degli stessi alpini, cui mi farebbe piacere potesse giungere il mio personale plauso e il mio più convinto apprezzamento. Il territorio ha accolto con entusiasmo tutta l’articolazione dell’evento, che ha avuto il suo acme nella “imperdibile” sfilata dell’8 maggio, ma che è stato caratterizzato da manifestazioni e mostre di alto livello e tutte meritevoli di ogni attenzione. Motivi per i quali la comunità locale come pure quella costituita dai numerosi turisti, ha mostrato gradimento per questa presenza che ha trasformato la città di Rimini per alcuni giorni in città “alpina”, offrendo anche testimonianza di assoluto decoro urbano, vista la capacità di lasciare pulita la città al commiato, con particolare riguardo a tutti i luoghi ove si sono registrati insediamenti. La complessa macchina organizzativa, che ha visto il coinvolgimento di tanti soggetti, istituzionali e non – a partire dalle Forze di polizia, coordinate dallo scrivente in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica – ha camminato senza tentennamenti, consentendo un fluire di cui tutti possiamo essere orgogliosi. Per questi e per diversi altri motivi “in pectore” posso affermare, senza tema di smentita che la 93ª Adunata degli alpini è stata un privilegio e una grande opportunità per questa comunità. Nell’esprimere i sensi di stima, Le invio i miei più cordiali saluti.

    Giuseppe Forlenza Prefetto di Rimini

    Questa lettera è stata inviata dal Prefetto di Rimini al gen. C.A. Ignazio Gamba, comandante delle Truppe Alpine, che l’ha girata per (gradita) conoscenza al nostro Presidente. La pubblichiamo oggi perché, spedita in agosto, ha seguito tempi postali dilatati giungendo sui tavoli troppo tardi per il numero di settembre. Ma poco conta. Conta l’affermazione dell’illustre estensore che definisce “piena e senza incertezze” la “tenuta dell’ordine della sicurezza pubblica, quella vera e misurabile” durante l’Adunata di Rimini. Il che, crediamo di non sbagliare, significa che nei giorni della presenza alpina a Rimini non è stato registrato alcun episodio penalmente rilevante, grazie anche all’organizzazione messa in campo dalle stesse penne nere. Non è polemico l’intento della pubblicazione: è la presa d’atto di una realtà di fatto. Ovvero che, durante l’Adunata, Rimini è diventata, con gradimento della popolazione, “città alpina”, con testimonianza di “assoluto decoro urbano”. Il clamore negativo seguito a quel grande evento si è basato su frasi e gesti di chi ha approfittato della grande festa per lasciarsi andare a comportamenti incivili: l’Ana li ha subito stigmatizzati, specificando (inascoltata) che non c’era certezza dell’appartenenza di costoro alle sue file (anche se nessuno ha mai negato che potrebbe essere anche capitato); ma è finita comunque in un immeritato tritacarne mediatico. La lettera del Prefetto, in ogni caso, un po’ rinfranca. Intanto l’Associazione sta portando avanti valutazioni ed iniziative che da qui a Udine inquadrino nella giusta luce i deprecabili comportamenti di alcuni, evitando che possano ancora danneggiare un’immagine ultrasecolare costruita su valori quali impegno, solidarietà e senso del dovere.