Rimediare agli errori

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    Eh no caro direttore, in merito all’editoriale di agosto mi spiace ma non è come dici. La storia la fanno gli uomini attraverso le loro azioni, i loro pensieri e le loro scelte. La storia non parla da sola, c’è la storia vera e quella che si scrive o si racconta, e a volte non coincidono, la storia che si viene a conoscere e si modifica col tempo, man mano che si vengono a conoscere i fatti. La toponomastica delle vie è qualcosa di relativamente recente e a dire la verità non è presente in tutti i luoghi del pianeta. Inutile dire che è facile che un villaggio del centro del Mali sia privo del nome delle vie. Di solito si dà il nome di qualcuno ad una via, piazza, etc. se questi si è distinto per meriti, soprattutto se parliamo di qualcuno degli ultimi secoli. Non si dà il nome di qualcuno ad una via solo per ricordare un evento storico, perché allora dovremmo dare il nome di alcune vie di individui come Mussolini ed Hitler, di Saddam Hussein o Kim II-sung. Ormai attraverso documenti storici e letteratura tutti abbiamo imparato chi fosse veramente Cadorna, un uomo che è stato l’antitesi di quello che io vorrei fossero i miei figli. Non sto ad elencare altri epiteti per questa persona, non è necessario e potrei finire nel prosaico. Lo scandalo piuttosto è che si è permesso fino ad oggi di intestare vie a costui ma tra le nostre prerogative c’è quella di porre rimedio agli errori. Detto che, purtroppo, non so quanti ventenni alla domanda di dire chi fosse Cadorna hanno una risposta, se lo sapessero quale messaggio educativo passerebbe? Il messaggio è che se ci si comporta male comunque, in Italia, la si fa franca, che la prepotenza e la supponenza sono delle virtù. Non tiro in ballo i politici o certi personaggi di oggi, non credo avremo mai vie a loro intestate, magari sono degli incapaci ma sarà appunto la storia a descriverlo e non una via a qualcuno di questi intestata per ricordare che in questo periodo siamo stati governati da degli incapaci. Caro direttore io non voglio cancellare dalla storia i soggetti come Cadorna o Badoglio e con loro tutti quelli che si macchiarono di ignominia, anzi vorrei che si sapesse meglio quale è stata la loro colpa e che rende ancor più eroi i nostri fratelli alpini e tutti i soldati che combatterono la Grande Guerra. Avere una via a proprio nome è un premio per qualcosa di buono che si è fatto, il suggello per un merito e non un promemoria storico. Quindi concludo dicendo che sono in completo disaccordo con quanto dici nell’editoriale e sono concorde con tutti coloro che vorrebbero porre un rimedio agli errori fatti. Possiamo poi dire che al momento ci sono emergenze ben più gravi e che le conseguenze economiche, organizzative e logistiche che il cambiamento del nome di vie sarebbero decisamente da evitare. Pensiamo solo a cosa significherebbe cambiare il nome a piazza Cadorna a Milano… il delirio.

    Graziano Beria, Gruppo di Gallarate, Sezione di Varese

    Caro amico, rispetto il tuo punto di vista, dentro un legittimo pluralismo di valutazioni. Ma faccio fatica ad accettare l’idea che basti cancellare la titolazione di una via o di una piazza per mettere fine agli errori fatti. È attraverso il confronto e l’analisi critica che avremo qualche speranza di sensibilizzare le coscienze per evitare di commettere gli stessi errori del passato. Ben venga la provocazione di qualche lapide o monumento non meritati, se servono a risvegliare la percezione dei rischi che corriamo coi nostri comportamenti sbagliati.