Il risveglio più bello

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    Caro direttore non so se potrà mai perdonarmi per essere stato un alpino dormiente per decenni. Mi sono comunque svegliato, vorrei dire per merito, ma purtroppo devo dire per il dramma di un caro amico “andato avanti” nel gennaio 2017, conosciuto come “Roccia” nel suo amato Gruppo, classe 1933, artiglieria da montagna… secondo lui superiore a me alpino… Le confesso che avrei preferito restare dormiente ed avere ancora la compagnia e l’amicizia del caro Giovanni (questo il suo nome), ma la vita ha deciso così. Prima di “andare avanti”, in occasione di un memorabile pranzo del Gruppo, mi ha fatto conoscere, o meglio, ritrovare questa magica atmosfera lasciata nel lontano 1976, in Carnia, prima del disastroso sisma. Proprio in memoria del caro “Roccia”, ho deciso di iscrivermi all’Ana, nel suo Gruppo, dove ho subito trovato un mondo pieno di valori ineguagliabili, quali la solidarietà, l’amicizia, lo spirito di gruppo, la generosità, la simpatia, la genuinità, tutte componenti che ho istintivamente integrato in unica parola, alpinità, da voi spesso citata con orgoglio. Sono iscritto all’Ana dal 2017 e ricevendo il vostro amato mensile, mi sono immerso nella storia, meditando con profonda tristezza su quanti ragazzi hanno dato la vita per una Patria che oggi è svalorizzata, ricordando anche il mio caro zio Gino, mai più tornato dalla Russia, come tanti, come troppi… Continuo la lettura riscontrando con grande stima quanto oggi giovani e veci fanno per solidarietà, e con ammirazione su quanti eventi siano mirati al ricordo e alla creazione di opere simboliche, garanti di amicizia e fratellanza. Ho avuto l’onore di fare la mia prima Adunata e sfilata, proprio in occasione del centenario a Milano, vivendo forti emozioni e giornate memorabili. Voglio recuperare tutti gli anni persi, sperando di essere sempre partecipe alle Adunate, o ad altri eventi, locali e non. In base a questa mia esperienza, vorrei scrollare chissà quanti alpini dormienti, ma come fare? Mi perdoni caro direttore, dirò una “monata” (si può dire?)… ma non potreste in base ad un piccolo censimento fatto coi distretti militari, investire una piccola somma per inviare gratuitamente un solo numero della rivista L’Alpino a qualche centinaio di alpini? magari la pubblicazione più rappresentativa. Non pensa che possa toccare il cuore e la mente di più d’uno, che come me possa ritrovare un gran valore rientrando in questo amato gruppo? Oltreché aiutare a tenere in vita questa meravigliosa famiglia, in attesa che magari venga ripristinata la leva obbligatoria?

    Claudio Meschieri, Gruppo di Bargagli, Sezione di Genova

    Caro Claudio, se il tuo “risveglio” ha suscitato in te una così grande passione e voglia di recuperare, vuol dire che tu dormiente lo sei stato, sì, ma solo con un occhio. Quello del cuore alpino era invece ben vigile e pronto a mettersi in marcia.