Ricordo di giovantù

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    Egregio direttore, come abitudine al ricevimento de L’Alpino la pagina con l’editoriale da lei firmato è la prima che leggo. Così è stato anche nel mese di febbraio. La verità e la tenerezza delle prime righe mi ricordano i momenti felici della scuola, inizio della vita. 

     

    Letta poi la frase che menziona “i sacramenti tirati in ballo da chi non si trova fra le pagine”, l’ho ripetuta a voce alta a mia moglie che era lì vicina, sorridendo perché mi ha ricordato i seri, ma adesso incomprensibili “sacramenti”, che uscivano dalla bocca per l’ansia quando il mulo non stava fermo, quando si stava inquadrati per ore sotto la pioggia o il sole… Quei “sacramenti”, di allora e talvolta anche di adesso, mi ricordano i momenti difficili, ma anche belli, di allora e di adesso. Vorrei infine complimentarmi per il rinnovamento de L’Alpino, sia nella grafica, nelle fotografie e nei contenuti.

    Bruno Epis Gruppo Foresto, Sezione Valsesiana

    Caro Bruno, certe sacramentate altro non erano che la veste grafica della fatica. Momenti in cui era di sicuro presente e vicino anche un certo “falegname di Nazareth”, che per le fatiche umane ha dato la vita. P.S.: Bruno, tra alpini ci si dà del tu!