Riconciliazione nella verità

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    È commovente vedere il Labaro accompagnato dal Presidente Favero e dai Consiglieri attraversare il piazzale della foiba di Basovizza per prendere posizione; è commovente e nel contempo ci inorgoglisce. Quest’anno c’è stato un controllo severo agli accessi: dovevamo essere tutti accreditati, in regola con il Green pass e naturalmente tutti con la mascherina. Chi c’è stato può capire!

    Il Cielo ci ha fatto la grazia di una giornata gradevole: poche nuvole, temperatura buona per il periodo e assenza di vento. Una giornata gradevole ma dall’atmosfera surreale. Sì, perché all’interno del sacrario eravamo in pochi, tutti rispettosi delle regole e all’esterno, dietro al muretto, le penne nere facevano da corona.

    Il Comune di Trieste, organizzatore della cerimonia, ha imposto una rigida consegna e per questo motivo abbiamo dovuto scoraggiare tutti coloro che avevano chiesto di partecipare. La giornata è iniziata con l’alzabandiera da parte di due alpini in armi e due alpini della Sezione di Trieste. Quindi la deposizione di tre corone d’alloro: la prima da parte delle istituzioni (del sindaco di Trieste, del prefetto e del Presidente della Regione Fvg), la seconda del Presidente del Comitato martiri delle foibe e la terza delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Mons. Crepaldi ha benedetto le vittime infoibate e viene recitata la preghiera composta per l’occasione dall’allora vescovo di Trieste, mons. Santin. Ricordiamo che in città è aperta al culto una cappella dove poter coltivare la memoria e la riconciliazione sotto l’immagine della Madonna addolorata.

    In questo luogo consacrato sono venerati tre beati, don Francesco Bonifacio di nazionalità italiana, Lojze Grozde, sloveno e don Miroslav Bulešic, croato, tutti e tre testimoni della ferocia che si era scatenata in queste terre negli anni della Seconda guerra mondiale. Il Presidente del Comitato martiri delle foibe, Gian Paolo Sardos Albertini, nel suo intervento ha rammentato che anche lui, sulla strada della concordia già iniziata dalla Chiesa e dall’incontro su quella fossa tra il Presidente della Repubblica Italiana e il suo omologo sloveno, auspica la riconciliazione, in quanto non solo gli italiani hanno subito violenza ma anche i cittadini di altre nazionalità che vivevano in queste terre.

    Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il Presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga hanno ribadito con forza che va bene la riconciliazione, ma nella verità perché essa è il fondamento della libertà; il revisionismo o peggio il negazionismo è «lo stadio supremo del genocidio». Sommessamente, umilmente, silenziosamente, ma non tanto, faccio nuovamente notare la presenza del Labaro accompagnato dal Presidente: questo è il terzo anno che a causa della pandemia veniamo “castigati” e costretti ad una vita più ritirata, però gli alpini ci sono sempre. Fedeli e coerenti ai loro principi.

    e.b.