Relazione morale CONSIDERAZIONI

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    CONSIDERAZIONI

    Attivit associativa: continua, a mio parere, una eccessiva attivit che ha poco a che vedere anche con i nostri contenuti morali; vi una dispersione di iniziative che, a fronte di una modesta visibilit locale, non vengono neppure segnalate alla sede nazionale (vedi ad esempio la difficolt incontrata nel reperire i dati da inserire nel Libro verde della solidariet).
    Raccomando quindi l’uso delle sedi e le attivit ivi svolte siano consone alle caratteristiche di Associazione d’Arma e comunque sempre finalizzate all’attivit associativa. Raccomando inoltre di curare con attenzione la forma e la presenza dei simboli associativi alle manifestazioni (vessilli e gagliardetti).
    Altre attivit, di elevato spessore morale e materiale, aumentano invece l’affetto e la stima della gente nei nostri confronti. A tal proposito mi preme citare:
    1 La partecipazione alla colletta del Banco Alimentare che costituisce ormai da anni un appuntamento per l’Associazione; anche quest’anno la massiccia presenza degli Alpini nei banchetti ha fatto s che la raccolta sia stata molto soddisfacente ed il trend fortemente positivo;
    2 la realizzazione dell’ampliamento della scuola multietnica di Zenica in Bosnia certamente una attivit che ben si sposa con i valori che la nostra Associazione persegue ed esalta: la solidariet.
    L’intervento, deliberato dal CDN il 15 aprile 2000 su proposta di Mons. Pero Sudar, Vescovo Ausiliare di Sarajevo, ha comportato l’impiego di circa 40 persone per 230 giornate lavorative esclusi i viaggi. Il tutto stato coordinato da una Commissione di 9 persone presieduta dal Consigliere Nazionale, ora Vice Presidente, Luciano Cherobin. L’impegno economico dell’Associazione stato di circa 900 milioni di lire; l’ampliamento del manufatto pu essere quantificato in circa 4650 mq. consentendo di ricavare: 15 aule didattiche, una palestra ed un teatro, il tutto con le relative opere accessorie. I lavori sono stati ultimati nel gennaio 2002 ed il 16 febbraio scorso stata ufficialmente inaugurata l’opera con piena soddisfazione delle Autorit bosniache e, apparentemente, non da quelle italiane in quanto assenti.
    Mi sia consentito rivolgere quindi un sentito ringraziamento a tutti coloro che, a vario titolo hanno contribuito a realizzare l’opera che torna ad onore e vanto di tutta l’Associazione Alpini, compresi il Dr. Tiraboschi, nostro associato, di Mediaset e la Sangy s.r.l. per le riprese televisive per la diffusione dell’evento.
    Ricordo pure che il 2002 l’anno internazionale delle montagne del cui Comitato italiano la nostra Associazione fa parte. Come tale l’A.N.A. ha gi partecipato ad alcune iniziative, (conferenze e dibattiti a Torino e a S. Vincent, nonch la scelta del tema dell’Adunata di Catania i Valori della montagna e l’alpinit); ad altre si appresta a concorrere e realizzare quali: una tavola rotonda in occasione del Raduno al Rifugio Contrin il prossimo 23 giugno, l’inserimento del Premio fedelt alla montagna in un programma televisivo di pi ampio respiro.
    Visibilit: in una societ che esalta l’apparire in luogo dell’essere ci siamo resi conto che serve a poco essere senza apparire. Da ci scaturita l’esigenza di acquisire una visibilit che certamente meritiamo e che sinora non ci eravamo resi conto di quanto invece fosse importante.
    Il motto del 5 Alpini Nec videar dum sim resta ovviamente uno dei pilastri dei valori alpini e la visibilit, a cui mi riferisco, non deve essere invadente o isterica, ma realizzata con gioiosit e serenit in modo da non snaturare l’autenticit della solidariet alpina da sempre portata ad offrire il proprio contributo nel silenzio e nell’umilt.
    Il Consiglio Nazionale ha ampiamente dibattuto in merito al mezzo pi idoneo per ottenere il massimo risultato al minor costo. Secondo alcuni la strada da percorrere, per far conoscere realmente chi siamo, doveva essere quella dell’acquisizione di spazi sui quotidiani mentre secondo altri tale indirizzo si presentava eccessivamente oneroso.
    stata cos scelta l’idea del Vice Presidente Nazionale Vittorio COSTA di organizzare una manifestazione, direttamente organizzata da noi, della solidariet della durata di 3 giorni da tenere, come prima edizione, a Milano, con il concorso di fanfare, stands, palestre di roccia, partita di calcio, tavole rotonde ecc. Grazie alla abnegazione ed al proficuo lavoro del Consigliere Nazionale Perini, di tutta la Commissione Iniziative Associative, del personale del Centro Studi, delle Sezioni di Vicenza, Reggio Emilia, Biella, Milano, Modena, Torino, Treviso, dell’Ospedale da campo, della Protezione Civile con le sue varie specializzazioni, delle fanfare delle sezioni di Sal, Como, Bergamo, Brescia nonch grazie al prezioso apporto delle Truppe Alpine, la manifestazione stata cos organizzata ed culminata nella partita di calcio tra una nostra rappresentativa e quella degli inviati della solidariet giornalisti) e con la presentazione del 1 Libro verde della solidariet.
    Il bilancio di tutta la manifestazione sotto il profilo del riscontro giornalistico, ovvero della visibilit, pu dirsi raggiunto. Infatti parecchie sono state le testate
    giornalistiche, radiofoniche e televisive che hanno segnalato l’avvenimento mentre sotto il profilo meramente economico il risultato non pu essere considerato del tutto soddisfacente poich l’afflusso non stato dei pi massicci. A ci forse ha contribuito il periodo tra i ponti del 25 aprile e del 1 maggio). Il ricavato della vendita dei biglietti per la partita, come era stato prefissato, era destinato agli Alpini in Argentina che in questo momento hanno grosse difficolt economiche.
    Durante la raccolta dei dati per la predisposizione del 1 Libro verde della solidariet, nonostante la scarsissima collaborazione di alcune Sezioni, ci siamo anche resi conto del peso economico oltre che morale della nostra Associazione nella societ e dell’importanza, quindi, che tale aspetto riveste allorquando si va a discutere con le autorit nazionali o con il Sindaco del paese.
    Disciplina: ho l’impressione che la litigiosit, tale da interessare la Commissione legale ed il CDN, sia di gran lunga diminuita; ritengo che sia stato esemplare e dissuadente, come segnalato dal Presidente della Commissione legale Consigliere Nazionale Camanni , lo strumento del procedimento disciplinare che negli ultimi anni stato promosso e concluso dal CDN con rigore pur nel rispetto
    della dialettica e della normativa. Ma non posso esimermi dal segnalare che permane un residuo atteggiamento al chiacchericcio da comare, poco adeguato in una Associazione d’Arma.
    E’ assolutamente necessario dare l’esempio anche in ci dimostrando di essere pi Alpini al di sopra delle beghe da comare. A proposito di disciplina associativa doveroso da parte mia ribadire ancora una volta che vieppi necessario che le disposizioni della Sede Nazionale devono essere puntualmente eseguite; queste infatti vengono prese dal Consiglio Direttivo Nazionale che rappresenta TUTTA l’Associazione che , lo ricordo ancora una volta, una Associazione d’Arma. Non pensabile che ciascuno stabilisca autonomamente se una disposizione debba essere o meno eseguita o decida sino a qual punto aderire o infischiarsene. Se cos fosse, non saremmo pi una Associazione d’Arma ma un’accolita di persone che formalmente sono associate tra loro ma che in realt non agiscono come tali. Se qualcuno non allineato a questo modo di pensare e agire molto probabilmente ha sbagliato Associazione.
    Le gerarchie della nostra Associazione sono la libera espressione di scelte effettuate dagli associati con il loro voto e, quindi, sono l’espressione di tutti e di conseguenza devono essere riconosciute e rispettate a partire dai rapporti tra Consiglieri Nazionali e Presidenti sezionali e tra questi e i Capigruppo.

    Manifestazioni alpine con richieste di concorsi.
    Accade, ancora abbastanza spesso, che vengano indirizzate richieste di concorsi militari direttamente agli Enti militari senza il preventivo benestare della Sede Nazionale.
    Tale pratica assolutamente da evitare in quanto contrasta con le disposizioni emanate in materia proprio da tali Enti e dimostra, come gi detto poc’anzi, la scarsa propensione al rispetto delle gerarchie. Basti per tutte l’esempio di quel Capo gruppo che scrive direttamente al Capo dello Stato invitandolo alla festa del Gruppo e, approfittando della circostanza gli chiede anche come fare per avere un pezzo d’artiglieria da montagna da collocare vicino al monumento ai Caduti del paese.

    Politica associativa.
    Nel quadro delle attivit a difesa dei valori l’Associazione aveva scritto al Capo dello Stato chiedendo di istituire una Giornata del tricolore. Con ci l’ANA si sarebbe fatta carico, eventualmente con il concorso di altre Associazioni d’Arma, di donare ad ogni famiglia italiana una bandiera tricolore. La risposta giunta dopo oltre due mesi da un ufficio della Presidenza della Repubblica con richiesta di puntualizzazioni. Nel frattempo analoghe iniziative erano state gi realizzate a macchia di leopardo, un po’ in tutto il territorio nazionale da parte di gruppi di alpini, da altre associazioni d’arma, da partiti politici, da Rotary, da Lions ecc. e, pertanto, riteniamo di non dare ulteriore seguito a tale iniziativa.
    Nella relazione dello scorso anno accennai che anche per il Gen. Scaranari il punto di contatto tra l’ANA e lo Stato Maggiore Esercito era rappresentato dai VFA come potenziali Alpini a ferme pi lunghe (VFB VSP) ed invitavo a proseguire nello sforzo di incentivare i giovani ad arruolarsi come V.F.A.
    Accennai pure all’esigenza che lo SME tenesse conto delle nostre osservazioni a scopo migliorativo sia per l’arruolamento sia, in particolare, per l’addestramento.
    Preannunciai che qualora il progetto VFA fosse stato sacrificato a favore di altri tipi di arruolamento avremmo dovuto riesaminare la nostra posizione ed i rapporti con lo SME. Una delegazione guidata dal Vice presidente vicario Corrado Perona e composta anche dal Vice Presidente Carlo Balestra , dai Gen. Giuliano Ferrari e Silverio Vecchio a partire dal 2 agosto 2001 sino all’11 febbraio di quest’anno si
    recata, mediamente una volta al mese, a Roma presso lo S.M.E. Reparto Affari Generali per collaborare ad incentivare il reclutamento dei VFA nei Reparti Alpini.La posizione dell’A.N.A., da subito espressa da Perona affinch non sussistessero dubbi o equivoci di sorta, puntualizzava: 1. la difesa dei valori morali della leva e del concetto di alpinit inteso quale salvaguardia della propria storia e delle irrinunciabili tradizioni; 2. il mantenimento dell’addestramento in montagna quale scuola di vita e senso del dovere; 3. la dislocazione in alcune zone di tradizionale reclutamento alpino, attualmente non coperte, di Reparti Alpini allo scopo di agevolare il loro reclutamento in un contesto tipico.
    La collaborazione stata eccellente sul piano personale ma, ad onor del vero, sul piano dei contenuti le nostre proposte ed i nostri suggerimenti non solo non trovavano soluzione ma le avvisaglie propendevano per soluzioni non soddisfacenti per l’Associazione. ( passaggio ai VFB sia del 5 Alpini che del 2 genio guastatori di Trento; passaggio dalla leva ai VFA del 6 Alpini a San Candido Brunico anzich prevedere un Reparto di VFA in Lombardia).
    Si ritenuto pertanto opportuno puntualizzare alcuni dubbi e preoccupazioni sul futuro delle Truppe Alpine e verificare le insistenti voci relative a possibili soppressioni di Reparti (8 Alpini Brigata Tridentina) con un promemoria consegnato personalmente da Perona in occasione dell’incontro dell’11 febbraio scorso con il Magg. Gen. Giorgio Ruggieri, Capo del Reparto Affari Generali.
    Da quanto ci dato sapere, il promemoria anzich essere considerato come strumento di chiarificazione e di collaborazione ha suscitato pi malumori che consensi, al punto che gli incontri si sono esauriti. Solo recentemente ed informalmente ci stato rivolto l’invito a riprendere i contatti. Si valuter il da farsi anche se, in linea di principio, non siamo contrari al dialogo, ma certo che le nostre proposte non potranno essere continuamente ignorate.
    In questo contesto si pure inserita la disputa, a distanza prima e ravvicinata, poi con il Ministro della Difesa culminata il 7 maggio scorso con una audizione conclusasi con una dichiarazione di tregua armata. Nel corso di detta audizione il Ministro ha promesso 1. nuove disposizioni che favoriscano l’arruolamento dei volontari; 2. la presenza di un Reparto Alpino in Lombardia; 3. l’adeguamento dell’Esercito alla pratica disinvolta di altre Istituzioni per l’arruolamento degli atleti.
    Il Ministro non ha risposto in merito all’orientamento di passare dal concetto di Soldato Alpino a quello di Soldato della montagnacitt, attualmente in atto ed rimasto ancorato (uso volutamente ed eufemisticamente un termine non alpino) alla validit del concetto, per noi comunque aberrante, che la leva obbligatoria non formativa e, per giunta, una tassa iniqua e superata.
    Proprio per non apparire superati mi preme pertanto, a questo punto, segnalare fugacemente alla vostra attenzione la nuova disciplina sul servizio civile volontario. Detto nuovo istituto, che non ha pi nulla da spartire con l’obiezione di coscienza, nasce sostanzialmente in competizione con il servizio militare volontario perch entrambi si rivolgono ai giovani desiderosi, dietro pagamento, di essere utili alla comunit.
    Una buona percentuale dei giovani volontari del servizio civile dovrebbe essere impiegata in attivit di protezione civile. Si realizzerebbe a nostro avviso, con stampo civile, quanto configurato a stampo militare, dal D.L. del Sen. Manfredi con l’istituzione della Guardia Nazionale. Infatti, la formazione del giovane volontario, a differenza del D.L. Manfredi, verrebbe affidata alla Associazione (A.N.A.?) di protezione civile che dovr istruire il giovane, addestrarlo e impiegarlo nella propria struttura che potr, se ne avr le capacit, trasmettergli tutta la serie di valori e sentimenti di cui l’Associazione (ANA) depositaria. Ovviamente le problematiche legate all’impiego nel nostro ambito associativo di questi giovani volontari dovranno essere attentamente vagliate, in primis dai responsabili della nostra protezione civile, stante la inevitabile onerosit in termini
    di risorse umane e materiali. Recentemente il ministro Giovanardi ci ha investiti informalmente del problema, che resta quindi tale. Certo che qualora questa nuova avventura associativa si presentasse realizzabile l’A.N.A., fedele ai propri scopi statutari, da un lato continuerebbe a svolgere la funzione di Associazione d’arma per i giovani desiderosi di portare le stellette, incoraggiandoli a servire la Patria nelle Truppe alpine e, dall’altro lato, avr la possibilit di valorizzare il desiderio degli altri giovani di svolgere il servizio civile nella nostra protezione civile, potendo cos trasmettere anche a questi giovani i valori e i sentimenti di cui siamo orgogliosamente depositari.

     

    Cari alpini delegati, alla luce della nuova disciplina del servizio civile nonch in funzione di quanto andremo oggi a discutere, non a deliberare, sul futuro associativo non escludo quindi la necessit come ho gi ventilato lo scorso anno a che venga convocata un’assemblea straordinaria a cui dovr seguire, se ritenuto opportuno, una riunione dei presidenti sezionali e di tutti i capigruppo per coinvolgere al meglio la base sui nuovi indirizzi associativi.
    ferma intenzione quindi da parte mia e del C.D.N. di non subire i mutamenti in atto, ma cercare di canalizzarli al meglio per l’A.N.A. e perci per l’Italia. Dico questo rafforzato dal meraviglioso esempio di compattezza associativa dimostrata in occasione della recente gratificante adunata di Catania.
    Adunata voluta coraggiosamente due anni or sono dal C.D.N. perch: 1. 4 medaglie d’oro di alpini siciliani fregiano il nostro Labaro e il nostro Medagliere nazionale; 2. nel 1896 in Eritrea, ad Adua, le batterie siciliane composte dai montagnini scrissero una pagina di eroismo e di sacrificio senza precedenti nella storia militare; 3. in Sicilia c’ una nostra sezione, con pochi alpini, ma bravissimi,
    visti i risultati. Sono commilitoni e amici, come tali quindi siamo andati a trovarli; 4. perch, alla luce del nuovo modello di difesa, fosse chiaro a tutti che la forza degli alpini pu essere mantenuta con l’arruolamento anche dei giovani volontari del sud, purch costoro ne condividano lo spirito, gli slanci, le fatiche, la storia e le tradizioni. A cominciare dall’adunata appunto, che spingendo decine e decine di migliaia di italiani con la I maiuscola a ritrovarsi spontaneamente e a proprie spese, il giorno dopo l’adunata ha fatto scrivere sul quotidiano La Sicilia: Sfilano gli alpini e regalano, ci regalano, il piacere di un incontro di grande valore etico e sociale. Sfilano tra salve di voci che in tante parole e in tanti dialetti dicono una sola cosa Viva l’Italia, questa Italia e Viva gli Alpini!.

     

    Fin qui la relazione morale del presidente.
    Altri interventi Il dottor Scaramuzza De Marco ha quindi consegnato, come ogni
    anno, il trofeo dedicato alla memoria del padre, gen. Antonio, vinto dalla sezione di Bergamo. Il presidente della sezione, Gianni Carobbio, nel riceverlo, ha sottolineato che questa la venticinquesima volta consecutiva che la sua sezione risulta vincitrice ed ha invitato le altre sezioni a darsi da fare per cercare
    di interrompere questo straordinario primato.
    A sua volta, Parazzini ha consegnato il premio Presidente nazionale alle sezioni di Bergamo, Biella e Brescia classificatesi nell’ordine, come avviene ormai da tre anni. seguito quindi un intervento del generale Roberto Scaranari, comandante delle Truppe alpine. Paragono il modo di agire delle due nostre entit a una partita di tennis, dove l’essere dall’altra parte della rete non vuol dire essere avversari. Seguo con vivo interesse le vostre, anzi le nostre, battaglie in quanto combattiamo sulla stessa linea. Per la vostra difesa della leva una battaglia di retroguardia: i numeri parlano chiaro; il 23 maggio scorso si sono presentati al battaglione Edolo di Merano 69 reclute delle 415 precettate, pari al 13,5 , e i rinunciatari sono tutti giustificati a norma di legge. E’ chiaro che con cos poche unit non si pu fare nulla.
    L’addestramento in montagna dei volontari ha proseguito Scaranari attivit tuttora curata attraverso scuole di tiro, esercitazioni a fuoco, corsi roccia. Infine, la lotta per salvaguardare le Truppe alpine deve connotarsi all’Esercito del
    2010 che sar tutto di volontari. Sono costoro il nocciolo duro dei reggimenti alpini, ma occorrer vedersela con i volontari del servizio civile, i quali potranno espletare il servizio vicino casa. Parazzini: La nostra lotta continuer; faremo in modo di fornirvi VFA, ma sta poi a voi alle armi trasformarli in VFB o in VSP. Ci sono difficolt oggettive, perch in Alta Italia difficile contrastare le offerte fatte da altri datori di lavoro. Dovete dare degli incentivi diversi da quelli del mero stipendio. Noi consideriamo i pochi ragazzi che ancora rispondono alla chiamata di leva degli autentici eroi, perch subiscono attacchi (e derisioni) persino dal ministro della difesa. Se non servono a nulla li si lasci a casa.
    La nostra difesa in loro favore appassionata, perch noi tutti siamo figli della leva obbligatoria, anche voi ufficiali e sottufficiali effettivi. Noi non rinunceremo mai ai valori della leva, perch ci sentiamo onorati di aver fatto il nostro dovere.
    Coquillard (Aosta): per l’adunata di Aosta 2003 non si prospettano difficolt. La sezione invier fin d’ora note esplicative ai capigruppo. Chi lo desidera pu telefonare al n. 0165/261826 o prendere contatto attraverso l’indirizzo elettronico: www.ana valledaosta.it
    Chiofalo (Udine): la difesa della leva la nostra linea del Piave. E’ nostro desiderio poter entrare nelle caserme per poter illustrare la storia delle Brigate ai volontari. (Scaranari: nessuna difficolt: avete la mia autorizzazione fin da ora). Le adunate movimentano ingenti somme di denaro con grande beneficio delle amministrazioni comunali: l’ANA deve mettere a profitto tale vantaggio chiedendo ai sindaci adeguati interventi a nostro favore. Se negativo si ricorra all’abolizione dell’adunata o allo sfilamento nel pi assoluto silenzio.
    Scarso (Germania) si chiede se, con i reparti alpini attuali, siamo in grado di presidiare tutti i nostri passi delle Alpi. Disponiamo di soldati di montagna che ci sono invidiati da tutto il mondo e oggi, in tempi di terrorismo globale, ci dobbiamo orientare a interventi in zone di alta e altissima montagna: Afghanistan, Colombia, Africa centrale. Occorre perci mantenere queste nostre forze speciali,
    ma per fare ci occorre allettarle con stipendi adeguati, prospettive di carriera e sicurezza economica.
    Daminato (Conegliano) ritiene un grave errore alienare Costalovara. Invita a considerare bene le future decisioni in proposito.
    Chiola (Torino) gli spazi per l’ammassamento della sfilata dell’Adunata sono troppo ristretti e cos si creano notevoli disagi in chi deve aspettare a lungo prima di partire. Chiede, inoltre, se le sedi possono essere frequentate anche dai non associati.
    Rossato (Vicenza) l’Associazione alpini padani (ALPA) ha chiesto spazi elettorali mentre vi un eccessivo interessamento nei nostri riguardi da parte dei politici locali. Poich molti capigruppo si sono candidati alle varie cariche politiche, del parere di estendere anche ad essi il divieto di cumulare la carica ANA con quella politica, come gi fatto per presidenti di sezione e consiglieri.
    Zanda (Milano) richiama l’attenzione sulle modifiche apportate anni fa alla Preghiera dell’Alpino e si chiede perch ci si debba vergognare di essere armati e di difendere la nostra civilt millenaria. Il suo spiritoso intervento suscita simpatia e approvazione, allentando la tensione della giornata.
    Nebiolo (Casale) un modo per salvarci dall’estinzione quello di clonarci: cio ognuno convinca un amico a iscriversi, a vivere la nostra vita; forse spariremo come alpini veri e propri, ma istituiremo una staffetta che potr prolungare nel tempo l’alpinit.
    Boglietti (Biella) cos come per l’Anno delle montagne propone che a Trieste nel 2004, si istituisca l’Anno dell’alpino, a salvaguardia della nostra sopravvivenza.
    Replica del presidente. E’ d’accordo con Scarso per la propaganda a favore dell’arruolamento di alpini doc; in questi ultimi tempi si sono condotte 52 guerre di cui 40 in terreno montano, per cui, anche se i confronti armati hanno cambiato fisionomia, occorre disporre di forze specializzate nella lotta in montagna.
    Costalovara: la sezione Alto Adige gelosa custode del manufatto che costituisce presidio di italianit in quella regione.
    Politica: le riunioni politiche sono vietate nel modo pi assoluto: nessuna deroga in proposito. I capigruppo possono partecipare alle campagne politiche senza utilizzare i nostri simboli: logo, cappello, mostrine: anche qui il divieto non ammette deroghe.
    Quota associativa: il tesoriere Biondo comunica che rimarr invariata. Evidentemente soddisfatti, i delegati approvano all’unanimit.

    Adesioni alle sezioni estere e modifica allo Statuto. Parazzini espone il progetto, gi dibattuto in Consiglio direttivo nazionale, di consentire a persone di origine italiana di iscriversi come soci effettivi alle sezioni all’estero anche se non hanno militato nelle Truppe alpine, al fine di evitarne la fine per consunzione. A tale proposito sar elaborato un testo da aggiungere allo Statuto: occorre per tener presente che una volta deciso che un esterno alpino, lo a tutti gli effetti, almeno per il periodo in cui risiede all’estero. All’eventuale suo rientro in patria il beneficio decadrebbe.
    Grande perplessit tra gli astanti: Caretti (Argentina) difende con passione la salvaguardia delle sezioni all’estero, Comis (Cadore) e Chiosso (Torino) chiedono un rinvio per meglio valutare il problema, per Scarso (Germania) occorre vincolare il nuovo socio ai valori alpini di cui noi siamo depositari, Boldrini (Luino) contrario, Faidutti (Conegliano) invece a favore, Tegami (Francia) riferisce che le sezioni metropolitane non segnalano il trasferimento all’estero di propri soci per non perdere la loro presenza, Potena (Napoli) teme che il provvedimento, alla lunga, sia applicato alle sezioni in Italia.
    Al termine il presidente dell’assemblea Busnardo propone il rinvio di questo problema a data da destinarsi per consentire alle sezioni di esaminare a fondo la proposta.
    L’Assemblea approva all’unanimit, con l’astensione di un solo delegato.