Quell'interrogativo non c'è più

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    A Imola il 9º CISA sul tema: ‘ANA, quale futuro?’.

    Togliamo il punto interrogativo dal futuro dell’ANA : era questo il tema del 9º Convegno itinerante della stampa alpina, che si è svolto il 9 e 10 aprile scorso all’hotel Molino Rosso di Imola, organizzato dalla sezione Bolognese Romagnola in collaborazione con il locale gruppo alpini. È stato un convegno che ha segnato un record di presenze: 115 rappresentanti di 59 testate sezionali e 8 di gruppo e oltre trenta gli interventi. Il tema del convegno intendeva prendere atto della fine della leva e, conseguentemente, delle iniziative da mettere in pratica per garantire il futuro associativo.

    A convegno concluso possiamo dire che il punto interrogativo è stato definitivamente tolto, lungo la strada indicata dal nostro presidente nazionale Corrado Perona: Ricompattarci, lavorare sodo, perché gli alpini hanno abbinato ai valori la capacità di fare. E i nostri valori ha detto Perona ci danno una capacità enorme: abbiamo lo zaino pieno di capacità ! . Ed ha indicato una serie di iniziative che spaziano dalle sezioni del centro sud ai rapporti alpini in congedo alpini in armi, a nuove iniziative nell’ambito dello sport, alla particolare attenzione alle sezioni all’estero, all’attività di promozione del Centro Studi, alle sinergie fra il mensile nazionale e le testate di sezioni e di gruppo, alla cura del nostro patrimonio di cori e fanfare, alla comunicazione, in particolare per quanto riguarda la Protezione civile e l’ospedale da campo Serviva dunque un nuovo slancio dopo l’arrabbiatura della fine della leva.

    Uno slancio che è cominciato da dove doveva cominciare: dai giovani. Da quei cinquecento che hanno dato la carica accorrendo all’invito del presidente nazionale e che si sono ritrovati il 20 marzo scorso a Milano, manifestando il loro entusiasmo associativo, oltre che il desiderio di pesare di più all’interno dei gruppi e delle sezioni. Quanti si adoperano a realizzare i giornali associativi hanno colto il significato di questo rinnovato impegno, anche se qualche delegato ha preferito ricalcare vecchi temi. Il nostro attaccamento alla tradizione alpina e ai valori che abbiamo ereditato, l’onore dovuto ai nostri Caduti, il rispetto per i nostri reduci e per i veci, l’amore che ci lega agli alpini in armi, l’impegno associativo, il significato del cappello alpino sono punti cardine che costituiscono il nostro essere alpini e che non sono in discussione. Sono stati, del resto, il motivo di sottofondo degli interventi del convegno, che ha lanciato idee nuove sull’onda di quel cambiamento nella continuità la cui necessità non è sfuggita a nessuno.

    I lavori sono iniziati nel primo pomeriggio, presieduti dal vice presidente nazionale vicario Vittorio Brunello, in assenza (giustificata) del presidente del Comitato di direzione de L’Alpino Adriano Rocci. Al tavolo della presidenza c’erano il presidente nazionale Corrado Perona, il vice comandante delle Truppe alpine generale Carlo Frigo, il direttore de L’Alpino gen. Cesare Di Dato, il presidente della sezione Bolognese Romagnola Gianfranco Cenni, che ha portato il saluto degli alpini della sua sezione e si è detto orgoglioso di ospitare il convegno. Onorato di trovarsi fra gli alpini si è detto l’assessore alla Cultura del Comune di Imola Valter Galavotti, che rappresentando il sindaco, all’estero nei giorni del convegno, ha avuto parole di grande considerazione, stima e gratitudine per le penne nere in armi e in congedo, queste ultime sempre pronte e così presenti nel territorio.

    In apertura ha portato il saluto degli alpini in armi, in special modo di quelli che sono impegnati nelle missioni all’estero, il vice comandante delle Truppe alpine, gen. Frigo, accolto con un lungo applauso; infine, il gen. Di Dato ha letto un messaggio inviatogli alla vigilia del convegno dal generale Bruno Iob, il quale con l’augurio di buon lavoro ha espresso vicinanza e affetto per gli alpini in congedo e fiducia nelle inesauribili risorse dell’Associazione. Poi sono iniziati gli interventi dei congressisti. Nella cronaca, abbiamo scelto di trattare gli argomenti (più che dar voci ai singoli oratori) per evitare superflue ripetizioni.

    LO STATUTO Un richiamo alla disciplina associativa è venuto dal consigliere nazionale Sandro Rossi, membro del Comitato di direzione de L’Alpino, una disciplina che deve coinvolgere indistintamente gli organi della stampa nazionale, di sezione e di gruppo . La chiave di volta che sostiene il complesso sistema alpini , è rappresentata ha continuato Rossi dall’esistenza dello Statuto con relativo regolamento attuativo, cui è legata una struttura verticistica elettiva, attenta, funzionante, libera e vincolata all’unico Credo costituito dagli stessi valori per i quali si sono battuti i nostri predecessori . Rossi ha quindi definito trainante la funzione del mensile nazionale L’Alpino, espressione del presidente e del Consiglio direttivo nazionale, del quale mensile deve fare armoniosa cassa di risonanza la stampa sezionale e di gruppo . Una disciplina tanto più necessaria quanto delicato è il momento che sta attraversando l’Associazione che è, occorre ricordarlo, un’Associazione d’Arma. È questa una prerogativa che dobbiamo difendere anche in quei particolari che, poi, particolari non sono, come il testo originale della Preghiera dell’Alpino, che dev’essere recitata nel testo approvato dal CDN e non da quello suggerito dall’Ordinariato militare. Rossi ha concluso rinnovando l’invito alla disciplina associativa, particolarmente importante per chi scrive. Sulla Preghiera dell’Alpino è intervenuto anche il past president Nardo Caprioli, il quale ha anche smentito l’autenticità di un ordine attribuito al comando sovietico secondo il quale il Corpo d’Armata alpino sarebbe stato l’unico a non aver subito la sconfitta in terra di Russia. I nostri Caduti ha detto Caprioli non hanno bisogno che venga riconosciuto il loro valore, perché la loro non è stata una sconfitta di valori: sono questi valori che permettono oggi ai nostri giovani di vivere in libertà . Questo della disciplina associativa è stato un tema ripreso da molti, anche in termini piuttosto duri ma sempre per ribadire la validità delle regole comprese nello Statuto e nelle decisioni del Consiglio nazionale. Anzi, ci sono stati anche interventi di delegati che hanno chiesto al presidente di intervenire nel caso qualche direttore di testata, o presidente, esuli dalle direttive impartite. Ciò non significa mortificazione delle idee o del dialogo, anzi: idee e suggerimenti devono essere riportati sulla nostra stampa perché il CDN ne faccia argomenti di discussione. Ancora riferendosi a questo tema delle regole, il consigliere nazionale Mauro Romagnoli, altro esponente del Comitato di direzione de L’Alpino, ha richiamato l’attenzione sulle responsabilità dei direttori di testata, che sono, sì, responsabili di quanto viene stampato, ma quanto viene stampato dev’essere in sintonia con il presidente e il consiglio sezionale. Anche per Romagnoli la stampa alpina deve riportare fermenti che potranno essere di sostegno all’azione del presidente nazionale e del CDN.

    ALPINI IN ARMI Noi, per quanto riguarda i nostri reparti alpini, abbiamo da tempo tolto il punto interrogativo. Stiamo conseguendo ottimi risultati ha detto il generale Frigo Ma abbiamo bisogno di voi per inserire i nostri ragazzi nella società. I nostri volontari hanno bisogno di punti di riferimento, per loro stessi e per i loro familiari. Dateci una mano per farli sentire parte del territorio. Voi avete gli strumenti con i vostri gruppi e le vostre sezioni . La necessità di entrare nelle caserme, di inserire i volontari in servizio nella comunità degli alpini in congedo è stata ribadita da diversi responsabili della stampa alpina, oltre che dallo stesso presidente Perona.

    ANNIVERSARI Non c’è solo Nikolajewka , aveva detto il direttore de L’Alpino in apertura dei lavori. Questo perché nella nostra stampa vengono trascurati altri fatti, località, episodi. Essendo la storia degli alpini così complessa e densa di avvenimenti che andrebbero ricordati, può infatti capitare di focalizzare l’attenzione solo su alcuni; per questo il CDN ha deciso di trasformare in celebrazioni a carattere nazionale, a rotazione, varie manifestazioni. Sono celebrazioni il cui significato è stato detto andrebbe spiegato agli studenti e, perché no?, agli stessi volontari nelle caserme.

    COMUNICAZIONE E QUALITÀ DELLA STAMPA ALPINA I media nazionali non si occupano di noi, è stato detto. Argomento delicato che comporta anche la capacità di produrre notizie e produrle in modo da consentire alla stampa nazionale di poterle pubblicare. I giornali nazionali ci conoscono ancora poco , ha affermato il consigliere nazionale Cesare Lavizzari, per il quale è necessario entrare non solo nelle caserme ma anche nelle scuole. È stata riconosciuta la necessità di evidenziare maggiormente quanto fa l’associazione, con la Protezione civile, con l’ospedale da campo e con le iniziative di maggior respiro che vengono svolte a livello di sezioni o di raggruppamento. Di non trascurabile importanza è la documentazione fotografica, che se vogliamo metterla a disposizione delle agenzie e dei giornali deve avere carattere di professionalità, caratterizzata da qualità delle immagini e tempestività di spedizione. Altra necessità: il miglioramento del prodotto giornale , sia per quanto riguarda la confezione delle riviste che la scrittura stessa. Molto utili, in questo senso, sono stati definiti gli incontri di tecnica giornalistica con gruppi di responsabili di giornali, analoghi a quelli organizzati dalla sezione di Luino e da quella di Treviso. Una proposta europea è stata avanzata dal delegato della sezione Lussemburgo, gen. Lombardi, il quale ha lanciato l’idea di pubblicare L’Alpino europeo , versione europea del nostro mensile nazionale. In questo modo sarebbe possibile dare voce in un unico giornale a tutte le sezioni europee, visto che alcune hanno difficoltà a produrre il notiziario. Perplessità sono state avanzate dal delegato della sezione Svizzera, ma la proposta non è stata accantonata.

    IL PORTALE WWW.ANA.IT La presenza sul web della nostra associazione, attraverso il portale www.https://www.ana.it è stata oggetto di un intervento del vice presidente nazionale Gian Paolo Nichele e Michele Tresoldi che hanno messo in evidenza il gradimento di un progetto associativo nato tre anni or sono. Il numero delle pagine visitate in questo periodo, infatti, è cresciuto costantemente, con vertiginosi picchi in corrispondenza delle Adunate Nazionali. La nascita di una community alpina , sempre più numerosa, è un chiaro indicatore della vitalità del nostro portale che, accanto alle sue funzioni istituzionali, diventa, attraverso i forum di discussione, sempre più punto di incontro e di dialogo tra gli alpini. La crescente attenzione a questo strumento di informazione ha spinto il portale ad offrire nuovi servizi riservati alle sezioni ed ai visitatori, ultimo in ordine di tempo, il nuovo modulo dedicato agli appuntamenti associativi di gruppi e sezioni, che verrà attivato durante il prossimo periodo estivo. ASIAGO A qualcuno non è piaciuta la decisione del CDN di svolgere l’adunata nazionale ad Asiago, l’anno prossimo. Troppe difficoltà logistiche, è stato detto. Le critiche sono venute da un delegato del Veneto il cui raggruppamento è stato pressoché compatto nel proporre al CDN Asiago, come è stato ricordato sia dal presidente Perona che, prima di lui, dal presidente del convegno e vice presidente vicario Brunello. Ora che il CDN ha deciso che sarà Asiago, ed è davvero auspicabile che questo ritorno alle origini contribuisca a dare una carica che forse non serve, ma che male non farà di certo.

    GIOVANI Mi auguro che al prossimo convegno i giovani siano più numerosi , ha detto il delegato di Parma. Dopo l’incontro del marzo scorso a Milano i giovani hanno dimostrato di essere pronti ad assumersi responsabilità all’interno dell’Associazione. Accertato che nell’ambito associativo come è stato rilevato da alcuni delegati non c’è alcun confitto generazionale, i giovani possono davvero fare molto. Una interessante proposta è venuta dal segretario del CDN Silvio Botter, il quale ha suggerito di svolgere una volta all’anno, a livello di Sezione, una riunione dei responsabili dei giornali di gruppo.

    Al termine delle due mezze giornate di dibattito, il presidente Perona ha tracciato le conclusioni. Prima di tutto ha detto che dei temi discussi al convegno egli intende parlare anche nelle sue visite che ha in programma nelle regioni del Centro Sud, dove ci sono ottime sezioni che sono già in sintonia con quanto emerso nel dibattito. Noi diciamo che la Protezione civile è il nostro fiore all’occhiello, ma lo è anche la nostra stampa alpina! , ha continuato fra gli applausi. Egli ha chiesto di essere sollecitato dalla nostra stampa e che farà tesoro di queste sollecitazioni che porterà in CDN.

    Ha ribadito la necessità di sostenere le sezioni all’estero: Se non le sosteniamo noi, chi dovrebbe sostenerle? , ha detto riscuotendo nuovi applausi. Parimenti lo stesso sostegno va alle sezioni del Sud, verso le quali il presidente ha chiesto maggiore attenzione. Per quanto riguarda gli alpini in armi, piena sintonia con quanto ha detto il generale Frigo sulla necessità di essere vicini ai nostri reparti alpini ed aiutarli a crescere anche all’interno dei nostri gruppi e sezioni. Hanno bisogno di tante cose ha detto Perona Di metter su famiglia, trovare spazio nella vita civile.

    Diciamo loro: sono alpino come lo sei tu. Ti voglio dare una mano . Ed ha lanciato l’idea di farli iscrivere all’ANA, ma non nella sezione della città in cui prestano servizio, bensì nella rispettive sezioni di origine. Una volta congedati, saranno una ricchezza per le sezioni delle città nella quali torneranno a vivere , ha detto Perona. Per quanto riguarda i giovani iscritti, ha lanciato una proposta in linea con il suo desiderio espresso da questi di essere coinvolti nella vita associativa: Perché i raggruppamenti non ci mandano qualche giovane in CDN?E che abbia acquisito una professionalità: abbiamo bisogno di ingegneri, avvocati, commercialisti, insomma di tecnici che siano anche utili all’Associazione senza che si debba ricorrere a forze esterne .

    Infine Perona ha parlato dei soci aggregati. Nessuno pensi che io sia contro di loro, anzi nutro per loro il massimo rispetto. Io continuerei a chiamarli amici degli alpini e non soci aggregati ha detto . Per ora, avendo tanti altri problemi più urgenti dei quali discutere e programmi da avviare, valgono le regole statutarie. Quando sarà il momento ci occuperemo anche degli amici degli alpini, discuteremo, sentiremo tutti e quando saremo pronti stabiliremo le regole .

    Il presidente ha infine ringraziato tutti gli intervenuti, in special modo il generale Frigo, il presidente della sezione Cenni e il capogruppo di Imola Dante Poli e dando l’appuntamento agli operatori della stampa alpina per l’anno prossimo ha concluso fra gli applausi con un Viva l’Italia, viva gli alpini!