Preziose sottolineature

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    Caro direttore, nel numero di dicembre ho travato importante ed attuale la lettera dell’alpino Lorenzini “Afghanistan: ne valeva la pena?” e la sua risposta. Mi permetta di aggiungere alcune mie osservazioni in quanto vedo il problema da una angolazione un po’ diversa da una semplice analisi “costi benefici”. Concordo con lei che in questo caso, sia ben chiaro ben diverso da altri interventi tipo Iraq e Vietnam, un intervento Usa ed alleati aveva una logica che qui riassumo: innanzitutto nel Paese asiatico si erano rifugiati i mandanti della strage dell’11 settembre 2001 per la quale non si poteva lasciare impunita la morte orrenda di 3.200 persone. Inoltre detti mandanti erano ben protetti da una consistente frangia fanatica e pseudoreligiosa, i talebani, autori di inaudite violenze nei confronti di altre etnie religiose comprese quelle islamiche moderate, di distruzione di tutto ciò che non collimava con la loro ideologia anche sul piano artistico, del totale asservimento della donna ridotta ad un essere privo di diritti e libertà e ciò a mio avviso è stato il motivo principale giustificante l’intervento che non poteva essere che armato. Aggiungerei anche il trasferire questa ideologia criminale anche in altri Paesi (l’Europa ne sa qualcosa!). Perché la missione non ha raggiunto lo scopo di estirpare la gramigna talebana? Innanzitutto alcuni risultati sono stati raggiunti come lei evidenzia: soprattutto il fatto che si è seminato un insieme di valori che sicuramente rimarranno e che i passi indietro imposti dai talebani non porteranno ai livelli di 20 anni fa; la donna ha acquisito capacità e coraggio prima impensabili e sarà lei, a costo sicuramente di un prezzo altissimo, a salvare l’Afghanistan. Concludo riconoscendo vari errori commessi, soprattutto a mio avviso è stato troppo esiguo il numero di soldati colà inviati a controllare e snidare i terroristi in un 7 3-2022 territorio due volte l’Italia pieno di luoghi inaccessibili. Si è forse sottovalutata la capacità operativa di forze locali da noi addestrate che, pur contrarie all’estremismo talebano erano limitate da una visione tribale della loro società. Onoriamo quindi i nostri Caduti per una più che giusta causa e ringraziamo i nostri alpini sempre pronti a fare il loro dovere.

    Francesco Camurati, Gruppo di Gassino Torinese, Sezione di Torino

    Grazie per queste preziose sottolineature. Agli errori da te elencati, aggiungerei quello di aver consegnato il Paese nelle mani dei talebani, ben sapendo quello che sarebbe accaduto, considerando che dalle pietre non si raccoglie grano.